di Elena Falletti
Da
Altacomba a Fossanova
Dopo il 1139, essendo abate
Amedeo di Clermont d’Hauterives, cugino di Amedeo III di Savoia, ebbe luogo la
traslazione dei monaci dalla riva orientale a quella occidentale del lago, in
territorio del conte di Savoia e precisamente a nord del Mont du Chat, in
località Charaya o Charve. Sorse così la nuova Abbazia, costruita seguendo le
regole architettoniche cistercensi, prendendo il nome della precedente sede
abbandonata ovvero Nostra Signora di Altacomba. Pochi anni dopo l’edificazione,
sorse la “figlia” italiana, l’abbazia di Fossanova, nel Lazio, la cui
costruzione durò dal 1163 al 1208: perfetto esempio del primo stile gotico
italiano, peraltro forma di transizione dal romanico al gotico.
Amedeo III, partito nel 1147
per la seconda Crociata, lasciò il figlio Umberto III sotto la protezione
dell’abate Amedeo, diventato Vescovo di Losanna. Il nuovo conte, legatosi
affettivamente ad Altacomba, volle essere qui sepolto dopo la morte, avvenuta
nel 1189. I conti di Savoia del XIII e del XIV secolo seguirono il suo esempio.
Mentre Altacomba riceveva concessioni di terre e di diritti, i suoi abati
divennero consiglieri influenti dei principi sabaudi. Predilezione speciale
ebbe per questo sacro luogo il conte Aimone, che, verso il 1340, fece costruire
la cappella denominata di Savoia, nella cui cripta furono raccolte le tombe dei
suoi predecessori. Autore della cappella fu l’architetto Jean de Breclesent ed
in essa trovarono dimora le sculture di Nicolas de Neufchâteau e i dipinti di
Giorgio dell’Aquila e Jean de Grandson, firmatari di una vivace decorazione a
croci bianche in campo rosso, rappresentante lo stemma comitale.
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