NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 28 dicembre 2013

Re Vittorio Emanuele III

Niente è meglio di Giovannino Guareschi per ricordare il Re Soldato nel giorno della Sua scomparsa.




L’utopia politica reazionaria di Dante che ammalia la sinistra

[...]
Scritto in latino agli inizi del Trecento contemporaneamente alla Commedia, il trattatello costituisce la sintesi estrema del pensiero politico di Dante: l’uomo, composto di corpo e anima, ha bisogno di due guide, l’Imperatore per perseguire la felicità terrena, e il Papa per perseguire quella ultraterrena, secondo l’ordine gerarchico predisposto dalla provvidenza divina. Così si legge nel capitolo conclusivo della “Monarchia”, tanto scomodo da essere dimenticato da Canfora nella sua proposizione di modernità. A conclusione del suo excursus Dante, usualmente celebrato come un campione della critica al potere temporale della Chiesa, sancisce infatti la necessaria reverenza dell’imperatore al papa. Una soggezione che rispecchia la gerarchia obbligata tra ragione e religione: come si sa, e non solo in Dante, la filosofia è ancella della teologia. Ciononostante, l’utopia restauratrice della “Monarchia” non fu ritenuta abbastanza ortodossa dal Santo Uffizio, perché di fatto lesiva del potere temporale della Chiesa: nel 1559 il trattato fu messo all’indice. Ma, venuto meno a Porta Pia il potere temporale della Chiesa, nel 1921 Benedetto XV, nell’enciclica “In Praeclara summorum” dedicata a Dante, indicò il poeta come «validissima guida per gli uomini contemporanei». I Patti lateranensi nel 1929 recepirono l’istanza cattolica, che poi fu ratificata nell’articolo 7 della Costituzione con l’approvazione del PCI di Togliatti.    
[...] 
Non sarà inutile rileggerlo: «L’autorità dell’imperatore deriva dunque direttamente da Dio; ma non si deve escludere ogni vincolo di soggezione al sommo pontefice, dal momento che questa nostra felicità terrena è, sotto un certo rispetto, in funzione della felicità eterna. L’imperatore usi dunque verso il pontefice quella reverenza che il figlio primogenito deve al padre; e il pontefice, benedicendolo, lo illumini con la luce della grazia, acciocché possa più efficacemente esercitare sul mondo quel governo che gli è stato conferito da Dio». Ogni riferimento a persone e fatti della scena politica attuale è del tutto casuale.

martedì 24 dicembre 2013

Un fiocco rosa

Cari amici, 
ho il piacere di condividere con voi una bella notizia. 
La mia casa è stata allietata dalla nascita di una bellissima bambina cui è stato dato il nome di Letizia. 
La nuova arrivata è già la Letizia di papà Roberto, mamma Livia, dei nonni, degli zii, dei cugini e della bisnonna Anna.
Questo è il motivo  per cui negli ultimi tempi l'aggiornamento dei sito è stato poco puntuale.
Ma sono sicuro che avrò la Vostra comprensione.
Buon Santo Natale a tutti! Per me il più bello dei Natali.
Roberto 

mercoledì 18 dicembre 2013

Destra radicale, monarchici e nobili contadini: ecco la 'corte' dei Forconi

Destra radicale, monarchici e nobili contadini: ecco la 'corte' dei Forconi

Destra radicale, monarchici e nobili contadini: ecco la 'corte' dei Forconi
Destra radicale in piazza ma senza bandiere. Da Milano arriva l'incitamento a "Marciare su Roma come nel 1922". Con i Forconi anche i Monarchici Tradizionalisti



Una mobilitazione diversa e diversificata che ha creato spaccature, dubbi, paure ma che ha anche risvegliato interessi e partecipazioni di monarchici tradizionalisti e malinconici di tempi andati. Piazza del Popolo a Roma ha almeno cinquanta sfumature del tricolore: avvolti in bandiere non ci saranno soltanto i Forconi che hanno bloccato le strade del paese il 9 Dicembre. L'Italia ferma di quei giorni ricordava forse i tempi in cui "i treni arrivavano in orario"? Ma in qualche modo ha suscitato vecchie emozioni e resuscitato personaggi d'altri tempi. Ma andiamo con ordine.
[...]

Insomma il mondo della nobilità vuole partecipare: pronti a scendere anche i Nobili Contadini e al loro fianco i Monarchici Tradizionalisti (Sabaudi ma anche Borbonici, Asburgici e Papalini...quindi anche le discendenze precedenti al 17 marzo 1861 saranno presenti!). Con loro anche i fratelli Diego e Mauro Zoia Puschina di Inveruno, dirigenti della Lega Nord, vicini a Mario Borghezio e il il Conte "Grappa" Alessandro Romei Longhena, imprenditore e allevatore di cavalli, che deve il suo soprannome alla passione che lo lega alla bevanda.

[...]


http://www.today.it/cronaca/forconi-piazza-popolo-roma-adesioni.html

martedì 17 dicembre 2013

Dei cambiamenti istituzionali

L'appello all'abolizione della monarchia britannica costituisce ancora un delitto di tradimento nel Regno Unito, passibile di carcere a vita e di deportazione oltremare. 
Lo ha ricordato il governo di Londra, dopo che per errore aveva inserito questo reato in una lista di 309 delitti abrogati. Il ministero della Giustizia ha dovuto ammettere che la sezione 3 del «Treason Felony Act» del 1848, mai applicata dal 1879, non è mai stata soppressa.

Questo quanto recita un articolo de "Il Giornale" simile a tanti che ne sono usciti in questi giorni sottolineando il fatto come ridicolo o liberticida.

Nessuno che si sia stracciato le vesti o abbia provato il minimo scandalo  per l'articolo 139 della costituzione che ad un popolo per metà, almeno, monarchico nel 1948 impose l'eternità della formula repubblicana.

lunedì 16 dicembre 2013

La Regina Giovanna di Savoia e Papa Giovanni XXIII

Il 27 Aprile 2014 il Beato Papa Giovanni XXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, sarà canonizzato Santo da Papa Francesco.
Mons. Roncalli e Re Boris a Plovdiv nel 1928, 
subito dopo il terremoto che colpi la Città.


Mons. Roncalli durante la sua missione diplomatica in Bulgaria dal 1925 al 1934 - prima come Visitatore Apostolico e poi come Delegato Apostolico - chiese ed ottenne dal Papa Pio XI di cambiare il suo titolo arcivescovile assumendo quello di Arcivescovo di Messembria, l'attuale Nessebar in Bulgaria.

Alla vigilia della partenza per la Turchia, il 3 Gennaio 1935, Mons. Roncalli si recò alla residenza reale di Vrana per salutare il Re Boris III e la Regina Giovanna la quale, al momento del congedo, gli disse: "Mio marito e io verremo a renderle omaggio in Vaticano quando lei sarà Papa"

Su quell'incontro Egli scrisse nel suo diario: "... la buona Regina Giovanna di Bulgaria che mi profetizzava il pontificato, e che lei e suo marito sarebbero venuti a formi visita in Vaticano!".


La visita effettivamente avvenne, pochi giorni dopo l'elezione di Papa Giovanni, nel 1958, e la Regina Giovanna, purtroppo vedova, era accompagnata dai suoi due figli, S.M. il Re Simeone II e S.A.R. la Principessa Maria Luisa.

sabato 7 dicembre 2013

Prosegue la mostra dedicata a Umberto II nelle sale di Palazzo Monferrato


Prosegue con un grande afflusso di pubblico la mostra "Umberto II e Alessandria :testimonianze di vita pubblica e privata " a Palazzo Monferrato di Alessandria .
Molti visitatori ,accompagnati nel percorso della mostra dalla Delegata provinciale dell'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon ,hanno manifestato grande interesse nei confronti dell'iniziativa che ha riportato alla memoria ricordi del passato nei meno giovani,e nel pubblico in generale ha creato un notevole interesse sulla figura del Principe di Piemonte legato a molti eventi del nostro territorio.
Anche le classi scolastiche intervenute si sono dimostrate interessate a questo percorso storico che rappresenta una parte importante del nostro passato dell' altro ieri.
Dopo tanto lavoro di ricerca ,una grande soddisfazione per gli organizzatori.

La mostra visitabile è stata prolungata di una settimana e sarà visitabile fino al 15 dicembre.

venerdì 6 dicembre 2013

I porcelli incostituzionali

La corte costituzionale dichiara incostituzionale la legge elettorale detta "porcellum".
Dopo ben tre legislature elette con la medesima.
Incostituzionali per vizio di incostituzionalità sono quindi tutti i provvedimenti adottati dai quei parlamenti incostituzionalmente eletti?
Chi rimedierà all'incostituzionalità del porcellum? Gli incostituzionali parlamentari ?
Se il parlamento è illegittimo con quale legittimità legifererà contro se stesso?
E il presidente della repubblica è legittimo?
Spettacoli risibili se non costassero la salute a milioni di persone e la dignità a tutta la nazione.
D'altra parte alla scarsa legittimità delle istituzioni nate il 13 giugno 1946 grazie ad un golpe siamo tristemente abituati.

giovedì 5 dicembre 2013

Zibaldone illiro-sabaudo-montenegrino


Non tutti sanno che i primissimi “ricordi italiani” di Elena, la nostra Seconda Regina, è possibile datarli a un giorno dell’inverno 1875, a Napoli, quando Lei non aveva ancora compiuto tre anni. Quello era stato il suo primo viaggio oltre le aspre montagne del Montenegro, e a quella data risaliva il suo primo incontro con un Savoia. Napoli, inverno 1875, dunque. La Principessa Milena del Montenegro (nata Duchessa Vukotiç), madre di Elena, benchè all’apparenza fosse bella e forte, con le gote dorate dalla frizzante aria montenegrina, mostrava sintomi della più temuta malattia di allora: la tisi. La diagnosi si sarebbe rivelata errata, ma i medici di Vienna e Pietroburgo consigliarono il rimedio riservato ai ricchi: svernare al sole, in un paese mediterraneo. Nicola I del Montenegro non era ricchissimo (non potè mai permettersi di dare una dote “faraonica” alle sue figlie), ma le sue sostanze non sarebbero andate in rovina se avesse affittato una villa a Posillipo. Lo fece e mandò la Famiglia in villeggiatura. A Napoli e dintorni c’era allora un bel via vai di teste coronate e la presenza della Principessa Milena con i suoi sette figli maschi e femmine (altri cinque sarebbero nati negli anni successivi) non avrebbe fatto notizia se i Sovrani d’Europa non avessero condiviso una istintiva e divertita simpatia per il minuscolo Principato balcanico la cui storia era intessuta di strenue resistenze contro le invasioni dell’Impero Osmànlo. Il più potente Sovrano della terra, lo Czar di tutte le Russie, amava ripetere una battuta: «La Russia è imbattibile: ha una popolazione di trecentomila montenegrini e ……. centoventi milioni di russi!». 
[...]

domenica 1 dicembre 2013

S.A.R. Maria Pia in visita al Museo della Misericordia a Firenze


Firenze, 29 novembre 2013 - Visita regale stamani alla Misericordia di Firenze. Maria Pia di Savoia (nome di battesimo completo Maria Pia Elena Elisabetta Margherita Milena Mafalda Ludovica Tecla Gennara di Savoia), classe 1934, è la figlia maggiore dell'ultimo Re d'Italia Umberto II e di Maria José. 
[...]
http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2013/11/29/989696-maria_savoia_visita_alla_misericordia.shtml#3

Zapatero rivela: ecco come e perché i leader europei fecero fuori Berlusconi

Condividiamo il seguente articolo non per il merito della vicenda di Berlusconi quanto per la tragica perdita della sovranità nazionale.
Motivo per il quale c'è bisogno di un nuovo Risorgimento. Con gli stessi simboli del precedente.

Vorremmo dire «clamoroso», ma non è così perché sapevamo da tempo, e lo abbiamo più volte scritto, che non solo in Italia ma anche dall’estero arrivavano pesanti pressioni per far fuori Silvio Berlusconi. L’ultima prova, che conferma la volontà di rovesciare un governo democraticamente eletto, la rivela l’ex premier spagnolo Luis Zapatero, che nel libro El dilema (Il dilemma), presentato martedì a Madrid, porta alla luce inediti retroscena sulla crisi che minacciò di spaccare l’Eurozona.

 Il 3 e 4 novembre 2011 sono i giorni ad altissima tensione del vertice del G-20 a Cannes, sulla Costa Azzurra. Tutti gli occhi sono puntati su Italia e Spagna che, dopo la Grecia, sono diventate l’anello debole per la tenuta dell’euro. Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel mettono alle corde Berlusconi e Zapatero, cercando di imporre all’Italia e alla Spagna gli aiuti del Fondo monetario internazionale. I due premier resistono, consapevoli che il salvataggio da parte del Fmi avrebbe significato accettare condizioni capestro e cedere di fatto la sovranità a Bruxelles, com’era già accaduto con Grecia, Portogallo e Cipro. Ma la Germania con gli altri Paesi nordici, impauriti dagli attacchi speculativi dei mercati, considerano il vertice di Cannes decisivo e vogliono risultati a qualsiasi costo. Le pressioni sono altissime.

 Zapatero descrive la cena del 3 novembre, con il tavolo «piccolo e rettangolare per favorire la vicinanza e un clima di fiducia». Ma l’atmosfera è esplosiva. «Nei corridoi si parlava di Mario Monti», rivela il premier spagnolo. Già, Monti. Che solo una settimana dopo sarà nominato senatore a vita da Napolitano e che il 12 novembre diventerà premier al posto di Berlusconi. Il piano era già congegnato, con il Quirinale pronto a soggiacere ai desiderata dei mercati e di Berlino.

 La Merkel domanda a Zapatero se sia disponibile «a chiedere una linea di credito preventiva di 50 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, mentre altri 85 sarebbero andati all’Italia. La mia risposta fu diretta e chiara: no», scrive l’ex premier spagnolo. Allora i leader presenti concentrano le pressioni sul governo italiano perché chieda il salvataggio, sperando di arginare così la crisi dell’euro.

 «C’era un ambiente estremamente critico verso il governo italiano», ricorda Zapatero, descrivendo la folle corsa dello spread e l’impossibilità da parte del nostro Paese di finanziare il debito con tassi che sfiorano il 6,5 per cento. Insomma, i leader del G-20 sono terrorizzati dai mercati e temono che il contagio possa estendersi a Paesi europei come la Francia se non prendono il toro per le corna. Il toro in questo caso è l’Italia.

 «Momenti di tensione, seri rimproveri, invocazioni storiche, perfino invettive sul ruolo degli alleati dopo la seconda guerra mondiale…», caratterizzano il vertice. «Davanti a questo attacco – racconta l’ex leader socialista spagnolo – ricordo la strenua difesa, un catenaccio in piena regola» di Berlusconi e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

 «Entrambi allontanano il pallone dall’area, con gli argomenti più tecnici Tremonti o con le invocazioni più domestiche di Berlusconi», che sottolinea la capacità di risparmio degli italiani. «Mi è rimasta impressa una frase che Tremonti ripeteva: conosco modi migliori di suicidio». Alla fine si raggiunge un compromesso, con Berlusconi che accetta la supervisione del Fmi ma non il salvataggio. Ma tutto ciò costerà caro al Cavaliere. «È un fatto – sostiene Zapatero – che da lì a poco ebbe effetti importantissimi sull’esecutivo italiano, con le dimissioni di Berlusconi, dopo l’approvazione della Finanziaria con le misure di austerità richieste dall’Unione europea, e il successivo incarico al nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti». Un governo, ora sappiamo con certezza, eletto da leader stranieri nei corridoi di Cannes e non dalla volontà popolare degli italiani.

martedì 19 novembre 2013

All’Ateneo di Udine il pensiero politico di Dante

Appuntamento mercoledì 20 novembre a palazzo Antonini Ateneo di Udine

Il pensiero politico di dante all’Ateneo di Udine: ecco la nuova Edizione commentata della monarchia
Curata da Andrea Tabarroni e Paolo Chiesa, che discuteranno anche della modernità di quest’opera di impegno civile del Sommo Poeta.
La nuova edizione della Monarchia di Dante Alighieri (Salerno editrice, 2013), commentata a cura di Paolo Chiesa, dell’Università di Milano, e Andrea Tabarroni, dell’Ateneo di Udine, sarà presentata mercoledì 20 novembre alle 12, presso la sala “Gusmani” di palazzo Antonini, in via Petracco 8 a Udine. L’occasione è offerta dai seminari promossi dal Centro internazionale sul plurilinguismo dell’Ateneo friulano. All’appuntamento, intitolato “Una nuova edizione della Monarchia di Dante” saranno presenti i curatori dell’opera, che discuteranno con Giorgio Ziffer, direttore del Centro internazionale sul pluringuismo, e con il pubblico anche a proposito della modernità dei temi e degli spunti che questo trattato dantesco ancor oggi suggerisce.
La Monarchia, opera di impegno civile e depositaria del pensiero politico di Dante nella sua forma più compiuta, «rappresenta – spiegano Tabarroni e Chiesa – un tassello fondamentale nell’evoluzione del pensiero dantesco. E tuttavia oggi è ancora poco letta». L’opera, infatti, «è forse – spiega Tabarroni – la più ostica di Dante, non soltanto per l’uso della lingua latina, ma anche per il linguaggio impiegato, che è quello della logica e della filosofia». Grazie alla nuova edizione commentata da Tabarroni e Chiesa, il lettore moderno dispone di un accesso più agevole al testo, che risulta comprensibile anche a un pubblico di non specialisti.
Andrea Tabarroni è direttore del Dipartimento di Studi umanistici e dal 1996 insegna all’Ateneo di Udine Storia della filosofia medievale, concentrando le sue ricerche specialmente sulla storia della logica e del pensiero politico medievali.
Paolo Chiesa, che ha insegnato all’Ateneo di Udine Letteratura latina medievale dal 1992 al 2006 ricoprendo per tre anni la carica di direttore del Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali, insegna ora  presso il Dipartimento di Filologia moderna dell’Università di Milano e si occupa principalmente della tradizione manoscritta delle opere della latinità medievale.

lunedì 18 novembre 2013

Quando Anders offrì a Umberto II di eliminare i comunisti

Il generale Władysław Anders 
di Stefano Zurlo
E’ un episodio inedito, o quasi, della nostra storia recente. E’ il giugno 1946, periodo tormentassimo con la monarchia di casa Savoia che prepara le valigie per l’esilio. Il 2 giugno gli italiani hanno scelto, al referendum, la repubblica.  
Il 9 giugno, in un clima pesantissimo, la polizia apre il fuoco contro i simpatizzanti monarchici che si sono ritrovati a Napoli davanti alla sede del partito comunista: è una carneficina. Nove morti.
Molti consiglieri propongono a re Umberto di usare le maniere forti per ristabilire l’ordine e gridano al golpe, alla manipolazione dei dati referendari. E’ in questa situazione che si fa avanti anche il generale Anders, il mitico comandante delle truppe polacche che hanno combattuto con onore in Italia, hanno espugnato Montecassino aprendo agli Alleati la strada per Roma e hanno liberato Bologna. I polacchi – come racconta Luciano Garibaldi nel libro “Gli eroi di Montecassino “, Mondadori - hanno il sangue avvelenato con il Pci, forse perché hanno subito sulla loro pelle gli orrori dello stalinismo e dell’occupazione. Anders che è ancora in Italia con i soldati del Secondo corpo d’armata fa a Umberto II una proposta secca: ci penserà lui, con i suoi uomini, a togliere di mezzo i comunisti. 
Re Umberto però non accetta: “Non una goccia di sangue per me e la mia Casa”. Il re parte per l’esilio in Portogallo. Anders e i suoi soldati, traditi da tutti, nell’autunno del ’46 partono per l’Inghilterra. L’Unità del 16 ottobre 46 scriverà che stanno preparando “una guerra contro l’Unione Sovietica”.

venerdì 15 novembre 2013

È meglio tornare allo Statuto albertino

Articolo di Vittorio Feltri su www.ilgiornale.it

Il vero motore dell'intera vicenda giudiziaria del Cav è la malafede. La cui evidenza dovrebbe indurre i parlamentari del Pd a vergognarsi

Questo fatto della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore per volontà dei suoi colleghi rivela che il vero motore dell'intera vicenda giudiziaria, destinata a schiacciare il capo del centrodestra, è la malafede. La cui evidenza dovrebbe indurre i parlamentari del Pd (quelli del M5S sono culturalmente irrilevanti) a vergognarsi. Essi, pur di raggiungere lo scopo di eliminare l'avversario elettoralmente più pericoloso, sorvolano sul proprio passato, sulla propria storia, sulla necessità di rispettare le istituzioni in nome delle quali affermano di agire.
Si dà il caso che siano stati i comunisti, ai tempi in cui nacque la Repubblica, a battersi con maggior vigore affinché fosse il Parlamento a dire l'ultima parola sui destini di un suo membro per quanto accusato di nefandezze perseguite dalla giustizia. Insomma, stando alle regole imposte dal vecchio Pci (che, flirtando con l'Unione Sovietica, non era da considerarsi un campione di democrazia), un rappresentante del popolo doveva essere giudicato in Senato o alla Camera e non in un'aula di tribunale. Ciò perché il primato della politica non era in discussione.
Non solo. Il giudizio sul presunto reprobo andava espresso in forma riservata ovvero con voto segreto, e non palese, per consentire a ciascun inquilino del Palazzo di ubbidire alla propria coscienza anziché agli ordini di partito. In effetti, questa norma è sempre stata osservata finché non si è trattato di decidere sulla sorte del Cavaliere. Nella circostanza, con una manovra di bassa bottega politica, lorsignori hanno deliberato quanto segue: dato che Berlusconi è Berlusconi, e non uno qualsiasi, venga trafitto pubblicamente. E chi non partecipasse alla lapidazione sarebbe costretto a metterci la faccia, sfidando la riprovazione collettiva dei compagni, impegnati da anni nel tentativo - fallito sino a ieri - di far secco l'odiato fondatore di Forza Italia e del Pdl.
È triste constatare come i progressisti tradiscano i principi fissati dai loro padri al solo scopo di eliminare un personaggio scomodo, aprendo una breccia, che rischia di diventare una voragine, attraverso la quale un domani potrebbe passare una stramba prassi: siano i giudici a selezionare, in base alle loro sentenze, chi debba o no conservare l'investitura del mandato popolare. Una forzatura inaccettabile. La stessa legge Severino, approvata di fretta, toglie agli elettori la facoltà di scegliere chi è degno del voto e chi no, a prescindere dalla fedina penale. Da notare che tale legge contraddice gli argomenti di coloro i quali desiderano ripristinare le preferenze onde permettere alla gente di dare il suffragio a chi le garba.
C'è dell'altro, però, meritevole di riflessione. Chiunque abbia delle reminiscenze scolastiche sa che nell'Ottocento fu introdotto il cosiddetto Statuto albertino, una specie di Costituzione prima maniera. Rileggerlo consente di scoprire particolari assai interessanti. Prendiamo l'articolo 37. Recita testualmente: «Fuori del caso di flagrante delitto, niun Senatore può essere arrestato se non in forza di un ordine del Senato. Esso è solo competente per giudicare dei reati imputati ai suoi membri». Non bastasse, ecco l'articolo 63: «Le votazioni si fanno per alzata e seduta, per divisione; e per isquittinio segreto. Quest'ultimo mezzo sarà sempre impiegato per la votazione del complesso di una legge, e per ciò che concerne al personale».
A parte il lessico arcaico, i concetti sono chiari, gli stessi applicati dalle democrazie occidentali più avanzate e ora banditi dall'Italia non perché desideri sostituirli con altri più adatti ai nostri giorni, ma soltanto per sbarazzarsi del demonio di Arcore. Una pratica disgustosa che provoca una regressione di due secoli del nostro Paese allo sbando, «buono a nulla ma capace di tutto», anche di fare strame non solo della versione originale della Costituzione, ma persino dello Statuto albertino.
Tutto può essere riparato, è vero, ma occorre un cucitore con ago e filo; qui invece vanno di moda i rottamatori. Della logica.

Vittorio Emanuele III di fronte alla storia. Aspetti del suo tempo


Convegno nazionale di studi storici
organizzato da Nuove Sintesi. Trimestrale di cultura e politica Direttore Michele D'Elia





Sabato 30 novembre 2013
Palazzoo isimbardi, Sala degli affreschi, ore 15.00
Corso Monforte 35, Milano (M1 San Babila)



PROGRAMMA

Saluti istituzionali
Bruno Dapei,  Presidente del Consiglio Provinciale di Milano

Interventi

Michele D'Elia, Direttore responsabile di "Nuove Sintesi" 

Vittorio Emanuele III, Cittadino e Re


Donatella Bolech, Università di Pavia

Vittorio Emanuele III e la politica estera


Roberta Cipriani, Università di Roma Tre

Sviluppi della sociologia italiana nella prima metà del XX secolo


Salvatore Genovese,  Docente di Disegno e Storie dell’Arte Liceo  “Vittorio Veneto”,  Milano

Le arti durante il Regno di Vittorio Emanuele III


Giorgio Guartì, Giornalista e scrittore, Milano

L'informazione al tempo di Vittorio Emanuele III


Giampiero Goffi, Giornalista di La Provincia, Cremona
La politica ecclesiastica di Vittorio Emanuele III


Marco Cuzzzi, Università degli studi Milano
La Massoneria italiana nell'ultima fase dello Stato Liberale (1993 - 1925)


 Lamberto Laureti,  Università degli studi Pavia
Scienza e tecnica nel tempo di Vittorio Emanuele III

Giovanna Bardone, già insegnante , Pavia
Testimonianze


Seguirà dibattito


giovedì 14 novembre 2013

All’asta i gioielli di casa Savoia

Sfida tra un compratore in sala e i turchi in Rete

Chistie’s mette all’asta a Ginevra 13 lotti dei Reali piemontesi. Il pezzo più prezioso, un orologio, va a «monsieur Filippo»

MILANO — Vanno all’asta i diamanti, gli smeraldi e gli ori di casa Savoia. E anche se chi vende appartiene a un ramo secondario dell’ex casa regnante, anche se la vendita viene celebrata in un tempio come la sede di Christie’s a Ginevra, è sempre un pezzo di storia che finisce chissà dove. E davvero non c’è confronto tra la spilla di perle e diamanti che ha adornato il collo della regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, e le parure pur sfarzose dell’eccentrica ereditiera sudamericana Vera de Espirito Santo, battute nella rinomata casa d’aste pochi minuti prima dei cimeli sabaudi.
Si compie tutto in mezz’ora: tredici lotti che Christie’s definisce nel suo catalogo «property of the royal family of Savoy» passano di mano talvolta rimanendo al di sotto della valutazione degli esperti, ma in qualche caso raddoppiandola. La gara al rialzo più serrata si scatena per un orologio da tavolo art déco in madreperla incastonato di diamanti e pietre preziose: se lo porta a casa per 185 mila franchi svizzeri — 150 mila euro — un riservato «monsieur Filippo» (per la precisione Filippò, come viene chiamato più volte in sala). Vista la deferenza e la familiarità con cui il direttore dell’asta si rivolge a lui deve trattarsi di un collezionista o un commerciante del settore; comunque un personaggio di casa tra i velluti della sede ginevrina. Filippò è stato il protagonista della giornata: orologio a parte, si è aggiudicato anche una collana di perle e una spilla di diamanti, staccando rispettivamente assegni per 32 mila e 38 mila franchi.
Le aste al giorno d’oggi non si giocano solo con il rito delle alzate di mano in sala, i «player» possono rimanere nell’ombra partecipando in diretta via telefono o via Internet: e proprio un misterioso acquirente del web, collegato dalla Turchia, ha fatto suoi un medaglione con diamanti e zaffiri e un portasigarette in oro. Altre offerte sono arrivate dal Texas, rintuzzate però dall’implacabile Filippò.
Fin qui gli acquirenti; ma come sono finiti nelle teche di Christie’s quei 13 cimeli così carichi di storia, che raccontano di nozze e sangue blu, di Belle époque, di un’Europa al tramonto e di lì a poco sconvolta dalla Grande guerra? Alcuni dettagli in calce al catalogo e soprattutto il dibattito che si è acceso tra i simpatizzanti monarchici d’Italia (in particolare il sito altezzareale.com) indirizzano verso un personaggio preciso, Maria Isabella di Savoia-Genova, discendente di un ramo secondario della Real Casa. Nata nel 1943, strettamente imparentata con gli ex sovrani d’Italia, la nobildonna oggi trascorre gran parte del suo tempo in Brasile e fa vita molto riservata; non ha voluto perciò svelare perché abbia deciso di privarsi di quel piccolo tesoro.
«Ma in realtà le vendite di pezzi pregiati da parte di famiglie reali non sono così infrequenti e anzi il significato storico di quegli oggetti attira sempre i collezionisti e gli appassionati» commenta Davide Colombo segretario nazionale dell’Umi (Unione monarchica italiana). «L’attenzione riservata all’evento ginevrino — prosegue Colombo — è la conferma del fascino che le monarchie continuano a suscitare al giorno d’oggi. Comunque non siamo di fronte a una “svendita dei tesori dei Savoia”, non ci leggerei una particolare valenza politica». [...]

martedì 12 novembre 2013

Palazzo Reale di Torino: riapre il percorso tra le cucine e gli appartamenti riscoperti

Un nuovo percorso di visita a Palazzo Reale permetterà di ammirare gli appartamenti di Maria Felicita di Savoia e le cucine reali: la visita si concluderà nei depositi, dove si potranno vedere i grandi servizi da tavola

Le cucine sono uno degli ambienti più particolari del palazzo: qui venivano preparati i grandi banchetti di corte. I locali sono stati restaurati e riproposti così come si presentavano negli anni Trenta del Novecento. Il percorso si snoderà tra antichi utensili da cucina, forni e stoviglie: le scale e i corridoi che i valletti utilizzavano per portare il cibo sulla tavola dei reali saranno percorsi durante la visita, che toccherà anche la sala da pranzo di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena.
Negli appartamenti contigui, dal 1778, la principessa Maria Felicita, sorella del Re di Piemonte-Sardegna Vittorio Amedeo III, venne ad abitare: gli appartamenti furono decorati in stile Luigi XVI e furono molto amati anche da altre figure femminili di Casa Savoia, tanto che ancora nel Novecento anche la Regina Elena, moglie di Vittorio Emanuele III, vi abitò saltuariamente.
La visita si concluderà nei depositi visitabili, nei quali sono conservati i grandi servizi da tavola del palazzo, realizzati delle più importanti manifatture europee.

venerdì 8 novembre 2013

Aggiornato il sito dedicato a Re Umberto II


Nel nuovo aggiornamento del sito dedicato a Re Umberto II la commemorazione del Re tenuta dallo scrittore Roberto Pazzi in Campidoglio nel 2004.


Buona lettura!

mercoledì 6 novembre 2013

Per il Re, di Gabriele D'Annunzio




Salva il Re che, dimesso l’ermellino
e la porpora, come il fantaccino
renduto in panni bigi,
sfanga nel fosso o va calzato d’uosa
cercando nella cruda alpe nevosa,
Dio vero, i tuoi prodigi.

Salva il Re che partisce il pane scuro
col combattente e non isdegna il duro
macigno alla sua sosta
né pe’ suoi brevi sonni strame o paglia
sospesi ai rossi orli della battaglia
che sotterra è nascosta.

Proteggi il Re del sollecito amore,
che in casta forza il tremante dolore
cangia con l’occhio fermo,
il Re che in fronte ha la ruvida ruga
e pur sì dolce esser può quando asciuga
la tempia dell’infermo.

Proteggi il Re della semplice vita
chinato verso ogni bella ferita
che è rosa del suo regno,
chinato verso il sorriso dei morti,
verso il sorriso immortale dei morti,
che è l’alba del suo regno.

19 decembre 1915.

sabato 26 ottobre 2013

I Savoia al Verbano



La Casa Reale, Stresa e la villeggiatura fra Otto e Novecento


MAGAZZENO STORICO VERBANESE
CONVEGNO DI STUDI
Sabato 9 Novembre 2013,
dalle ore 9.15
Grand Hôtel des Iles Borromées
C.so Umberto I, 67
Stresa 28838 (VB)





Programma

Moderatore: ING. ROBERTO TROUBETZKOY

Saluto delle autorità e dei rappresentanti di Casa Savoia

PAOLO COZZO,
Università di Torino 
I Savoia, il Verbano e le terre di “nuovo acquisto” progetti e strategie di una dinastia in ascesa

UMBERTOMURATORE,
Centro Internazionale Studi Rosminiani di Stresa.
Rosmini, i Rosminiani e Casa Savoia

GIANNI PICENARDI,
Centro Internazionale Studi Rosminiani di Stresa.
Stresa, Palazzo Bolongaro, Villa Ducale, Centro Internazionale di Studi Rosminiani

ORNELLA SELVAFOLTA,
Politecnico di Milano.
La Villa Reale di Monza, a fine Ottocento, tra corte estiva e residenza di villeggiatura. Il
ruolo dell’Architetto Achille Majnoni d'Intignano nella costruzione di un modello di gusto
Visita alla Villa Ducale di Stresa a seguire Buffet

MARGHERITA AZZI VISENTINI,
Politecnico di Milano.
Ville e giardini del Golfo Borromeo tra Otto e Novecento

LUCIA PINI,
Conservatore del Museo Bagatti Valsecchi Milano.
L’iconografia di Margherita di Savoia

coffee break

CARLO ALESSANDRO PISONI,
Archivio Borromeo Isola Bella e Magazzeno Storico Verbanese.
Tra due sponde di lago: i Borromeo, feudatari di due regimi

VALERIO CIRIO,
Magazzeno Storico Verbanese.
La formazione delle infrastrutture al lago Maggiore: I Savoia e il Sempione

ANDREA LAZZARINI,
Scenari, Stresa.
L’ospitalità sul Verbano, dall’Unità d’Italia alla Repubblica: villeggiature, personaggi e
storici alberghi 


Il Convegno è rivolto a studiosi di Storia Sociale, Storia dell’Arte, Storia della Chiesa, studenti universitari e delle scuole secondarie di secondo grado, a guide turistiche, a operatori del settore turistico e alberghiero,
ad amministratori locali, nazionali e internazionali, a operatori del settore enogastronomico.
Il Convegno si pone l’obiettivo di affrontare una pagina di storia del lago Maggiore di notevole importanza che vede Stresa sede di considerevoli avvenimenti culturali, religiosi e politici. Fra otto e Novecento si assistette, infatti, alla presenza nella cittadina verbanese di esponenti di primo piano di Casa Savoia e in specifico della duchessa di Genova Elisabetta di Sassonia, madre della Regina Margherita, che con Stresa ebbe un legame durato quasi mezzo secolo e interrotto solo con la morte della duchessa madre nel 1912. A Stresa e a Villa Ducal.e, già interessata in precedenza dalla forte presenza di Antonio Rosmini, fu costante pure quella della regina Margherita e di personalità della cultura, della politica e della nobiltà europea, che posero fra Otto e Novecento la cittadina sul lago Maggiore fra le mete del Grand Tour e della Belle Époque.

Il convegno, inoltre, vuole indagare la figura di Margherita Regina d’Italia e i suoi legami con il territorio piemontese e lombardo e quella dei Savoia-Genova, ramo collaterale dei Savoia Carignano, poco affrontato rispetto a quello dei Savoia-Aosta. Il convegno vuole, poi, essere un monito per la riscoperta culturale e turistica di Stresa, del lago Maggiore e più in generale dei laghi italiani e dei loro beni culturali, quale volano futuro per l’economia locale e nazionale.