NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 5 dicembre 2013

Zibaldone illiro-sabaudo-montenegrino


Non tutti sanno che i primissimi “ricordi italiani” di Elena, la nostra Seconda Regina, è possibile datarli a un giorno dell’inverno 1875, a Napoli, quando Lei non aveva ancora compiuto tre anni. Quello era stato il suo primo viaggio oltre le aspre montagne del Montenegro, e a quella data risaliva il suo primo incontro con un Savoia. Napoli, inverno 1875, dunque. La Principessa Milena del Montenegro (nata Duchessa Vukotiç), madre di Elena, benchè all’apparenza fosse bella e forte, con le gote dorate dalla frizzante aria montenegrina, mostrava sintomi della più temuta malattia di allora: la tisi. La diagnosi si sarebbe rivelata errata, ma i medici di Vienna e Pietroburgo consigliarono il rimedio riservato ai ricchi: svernare al sole, in un paese mediterraneo. Nicola I del Montenegro non era ricchissimo (non potè mai permettersi di dare una dote “faraonica” alle sue figlie), ma le sue sostanze non sarebbero andate in rovina se avesse affittato una villa a Posillipo. Lo fece e mandò la Famiglia in villeggiatura. A Napoli e dintorni c’era allora un bel via vai di teste coronate e la presenza della Principessa Milena con i suoi sette figli maschi e femmine (altri cinque sarebbero nati negli anni successivi) non avrebbe fatto notizia se i Sovrani d’Europa non avessero condiviso una istintiva e divertita simpatia per il minuscolo Principato balcanico la cui storia era intessuta di strenue resistenze contro le invasioni dell’Impero Osmànlo. Il più potente Sovrano della terra, lo Czar di tutte le Russie, amava ripetere una battuta: «La Russia è imbattibile: ha una popolazione di trecentomila montenegrini e ……. centoventi milioni di russi!». 
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