NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 23 febbraio 2011

Che festa la festa !

Un articolo del nostro Alberto che alberga su un sito che nostro non è.
Complimenti fraterni Albertone!

Ancora una volta, dobbiamo evidenziare che non c’è limite al brutto, al ridicolo ed alla vergogna per questa repubblica. 
E’ stata istituita la festa del 17 marzo, ma soltanto per quest’anno, e alcuni ministri hanno avuto il coraggio di votato contro al decreto. Un poco come dire, siamo ministri, ma non ministri italiani, …abbiam giurato fedeltà alla repubblica, mica all’Italia. Insomma, l’esatto contrario di quanto ci ha sempre insegnato SM il Re Umberto II di Savoia, che ponendo davanti ad ogni cosa l’Italia, sciolse dal giuramento di fedeltà alla Corona tanti bravi servitori dello Stato, perché, pur essendo monarchici, potessero continuare a servire ugualmente l’Italia fattasi repubblicana.
Altro stile, altra cultura, altre persone.

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lunedì 21 febbraio 2011

In mostra le monete di Casa Savoia

21/02/2011 - 
Una mostra di monete che ripercorre la storia di Casa Savoia, dal 'nido savoiardo' nell'XI secolo al Regno di Vittorio Emanuele III, e' allestita da oggi al 4 marzo nella sede della Cassa di Risparmio di San Miniato, in via Rondinelli a Firenze.

Tra i pezzi esposti c'e' anche il famoso '61 Firenze', uno scudo in argento del valore di 5 lire coniato nel marzo del 1861. E' la prima grossa moneta del Regno d'Italia e tra le ultime coniate dalla gloriosa zecca fiorentina. I pezzi provengono dal Monetiere del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, l'erede diretto del Medagliere Granducale che fu distaccato nel 1895 dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi per essere trasferito nel palazzo della Crocetta. Il piu' antico nucleo della collezione numismatica delle Gallerie degli Uffizi era sicuramente gia' presente nella raccolta di antichita' iniziata da Lorenzo il Magnifico, proseguita ed incrementata nei secoli dalla famiglia Medici. Questo patrimonio si e' poi arricchito con monete provenienti da scavi a da donazioni di privati. Tra le monete esposte alcune provengono dalla collezione della Contessina Margherita Nugent, donata al Museo Archeologico di Firenze all'inizio degli anni '50. L'esposizione e' stata organizzata dalla banca nell'ambito dell'iniziativa 'Carismi per l'Arte', in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici della Toscana, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze ed il Circolo Numismatico Mediceo.

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martedì 15 febbraio 2011

Casa Savoia e Milano


Centocinquanta anni fa, Re Vittorio Emanuele II firmava il Decreto di costituzione della Provincia di Milano e affidava il Governo della Provincia a Massimo d’Azeglio. Milano ha celebrato questo avvenimento con un’importante mostra che ripercorre i 150 anni dell’ Ente.
La mostra “Casa Savoia e l’Unità d’Italia” si pone come elemento di congiunzione ideale tra i festeggiamenti per il centocinquantenario della Provincia ed il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia di cui sono iniziate le celebrazioni nel mese di maggio del 2010 per concludersi a Roma nel 2011. Milano fu la capitale morale del Risorgimento, da Milano partì la spinta che portò all’Unità d’Italia.
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domenica 13 febbraio 2011

Quando la Madonna indossò il tricolore


Gli italiani sono “gli azzurri”. Nessuno sa che con i 150 anni dell’Italia unita, si festeggiano anche i 100 anni dell’ “azzurro” come colore nazionale. Viene dall’iconografia mariana e la dinastia sabauda ne fece un suo simbolo.

Scrive Luigi Cibrario, storico della monarchia: “quel colore di cielo consacrato a Maria è l’origine del nostro color nazionale”
Tutto cominciò il 21 giugno 1366. Amedeo VI di Savoia salpa da Venezia per la Terra Santa, per la crociata voluta da papa Urbano V e sulla sua nave ammiraglia – accanto al vessillo dei Savoia – fa sventolare uno stendardo azzurro con una corona di stelle attorno all’ immagine della Madonna, per invocare “Maria Santissima, aiuto dei cristiani”.
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mercoledì 9 febbraio 2011

MESSAGGIO A ZARA

Allo scoppio della Grande Guerra Gabriele D'annunzio chiese ed ottenne di essere richiamato in servizio e fu assegnato ai Lancieri di Novara con il grado di capitano.
Fin da subito portò il suo estro al servizio di azioni di propaganda  con voli, quanto mai rischiosi, sulle terre irredente di Trieste, di Trento.
Nel Dicembre 1915, Gabriele D'Annunzio aveva progettato un volo su Zara, la città italiana sulla costa Dalmata, insieme all'eroico Giuseppe Miraglia, Tenente di Vascello della Regia Marina che però morì in un incidente aereo a Venezia poco prima che l'impresa prendesse corpo. Questo convinse i comandi militari a sospendere l'azione.
Per il volo D'Annunzio aveva scritto un messaggio destinato alla città.
Ne riportiamo il testo in omaggio al Vate, al suo sfortunato compagno Giuseppe Miraglia e soprattutto nella memoria del 10 Febbraio, giorno di  lutto e ricordo dei fratelli italiani infoibati e scacciati dalle terre di Istria, Fiume e Dalmazia.

Noi non dimentichiamo.
MESSAGGIO A ZARA
23 dicembre 1915


Zara, Zara la santa, Zara l'invitta, questo è un messaggio d'Italia avvolto nel tricolore.
Eccoti la buona novella che aspetti, eccoti la parola invocata dalla tua passione.
La prima volta che su te volano ali italiane, ali armate in guerra, ali della nostra guerra, partite dall'altra sponda, venute a te di sopra l'Adriatico, di sopra le tue isole e i tuoi canali, per portarti il conforto della Patria, per dirti che oggi non sei più sola, che più non sei abbandonata, che come Trento e Trieste sei tutta viva nel cuore nuovo d'Italia. Siamo apparsi nel tuo cielo per annunziarti che il giorno primo di dicembre, in Roma, nella solenne assemblea nazionale fu dichiarato il proposito fermo di riscattare tutte le genti di nostra razza che da lunghi anni sostengono una lotta disuguale contro la subdola e pervicace opera  di oppressione e di soppressione proseguita dal governo austriaco.

Chi più di te fu coraggiosa e costante, fidente e disperata, nella lotta d'ogni giorno? Noi lo sappiamo. Noi ce ne ricordiamo. Il popolo di Zara, solo contro tutti, negletto dalla Madre e senza lamento contro la Madre, ha salvato il comune italiano, ha preservato la figura della nostra più antica dignità. Nella Dalmazia latina da schiatte barbariche iniquamente invasa e usurpata col favore imperiale, il popolo di Zara ha salvato e confermato il glorioso comune italiano, ha mantenuto nel suo pugno il fermento della nostra più antica libertà.
Non v'è per te lode assai alta, non v'è corona assai chiara per te, per il premio dei tuoi fatti. Queste parole che ti gettiamo dovrebbero essere un canto perché solo il canto è degno di avvicinarsi alla tua virtù e al tuo martirio.
Nel giorno dei morti, in quella grande Aquileia piena di Roma e di Cristo, donde venne a te translatato il corpo di Crisogono tuo patrono antichissimo, taluno dichiarò ai soldati in ginocchio i versetti d'un nuovo salmo.
Diceva nel salmo la voce dell'Italia potente :
« Mie tutte le città del mio linguaggio, tutte le rive delle mie vestigia. Mando segni e portenti in mezzo ad esse.
Ma in Zara è la forza del mio cuore; su la Porta Marina sta la mia fede, e in Santa Anastasia arde il mio voto. Grida, o Porta! Ruggi, o Città, coi tuoi Leoni!
A te darò la stella mattutina. A te verrò, e di sotto alla tavola del tuo altare trarrò i tuoi stendardi. Li spiegherò nel vento di levante. O mare, non mi rendere i miei morti, né le mie navi. Rendimi la gloria.
E allora udita fu dall'alto una voce senza carne, che diceva : - Beati i morti. - Fu intesa una voce annunziare : - Beati quelli che per te morranno.
I soldati piangevano inginocchiati tra le fresche tombe più venerande delle arche romane. E Trieste era prossima, così che ci pareva di sentire il suo soffio doloroso passare sul Golfo e alitare nel nostro sepolcreto di zolle. Ma in quel punto tu, sorella leonina, tu eri anche più presso, tu che non udivi il tuono dei nostri mortai, tu che non vedevi nella notte le nostre lunghe barre di fuoco spinte sempre più avanti, né forse indovinavi di sotto alle menzogne croate l'impeto della nostra conquista.
Ora sai che per te si combatte e per te si vince. L'Isonzo è ridivenuto un bel fiume d'Italia. Gorizia è già perduta pel nemico. Il Carso è pel nemico un inferno senza scampo.
Il tuo popolo vecchio « santa intrada » chiamò l'ingresso dei magistrati veneziani. Ora attendi con certezza una entrata più santa quella del nostro Re, vero tra i re soldato, e tra i soldati primissimo. Le tue donne possono cucire in segreto il tricolore, come fecero alla vigilia della giornata di Lissa. Altra forza, altra volontà, altro destino. Quel tricolore ondeggerà al vento della primavera ventura, insieme con gli stendardi di San Marco dissepolti.
Noi veniamo da Venezia. Siamo partiti su l'alba da quella Venezia a cui ti assomigli. Mentre a volo respiriamo la tua anima stessa che inarcata fa sopra le tue mura il tuo cielo veneziano, mentre scendiamo verso di te per meglio guardarti, per meglio riconoscere nel tuo viso il viso materno, i nostri compagni portano ghirlande votive alla tua imagine di pietra scolpita nella base di Santa Maria del Giglio, dove dorme quel Duodo che comandò le sei galeazze vittoriose accanto alle tue quattordici nelle acque di Lepanto. E altri nostri compagni nell'ora medesima sospendono una corona di bronzo al sepolcro di un tuo figlio morto d'ambascia per i tuoi dolori, alla tomba romana di Arturo Colautti «vate e martire della gente dalmatica imperterrito incorrotto», promettendoti «la traslazione prossima dell'esule corpo alla spiaggia natale, restituita nella grazia di Roma ».
Se quel corpo che tanto soffri ti fosse conservato per virtù di miracolo, tu gli riconosceresti le cicatrici lasciategli dalle sciabole austriache che lo tagliarono all'improvviso in un agguato notturno, sette contro uno, per punirlo d'aver imposto il marchio potente del suo dispregio sul ceffo dei vigliacchi.
O Zara, che sei tuttora quale fosti per Antonio Barbaro scolpita nel bassorilievo di Santa Maria del Giglio, simile a un'ala di guerra come la nostra, ben costruita, a un'ala d'Italia sul mare, o Zara di Nicolò Trigari, Zara di Luigi Ziliotto, rocca di fede, per gli stendardi sepolti nel tuo Duomo consacrato sotto il vocabolo della Resurrezione, per 1'arco Romano che afforza la tua Porta Marina, per le tre absidi del tuo San Crisogono che sembra da angeli toscani alla tua Riva Vecchia trasportato di Lucchesia, per le vere dei tuoi cinque pozzi dove l'ombra di Alvise Grimani ancor beve, per l'arca regale del tuo San Simeone battuta in argento dal maestro lombardo, per tutta la tua grazia veneta, per tutta la tua bellezza italiana, credi nella promessa, credi nella gioia della seconda primavera, quando fiorirà l'acanto corintio della tua colonna latina e i tuoi Leoni di sopra le tue porte fremeranno alla «santa entrata».
Vivere vorrebbe fino a quel giorno ed essere degno di cantare la tua coronazione chi oggi dall'alto ha sentito battere più forte del rombo il tuo gran cuore d'eroina.
Nel cielo della Patria, 23 dicembre 1915.

GABRIELE D'ANNUNZIO

Nuova intervista sul sito dedicato a Re Umberto II

Un'intervista-manifesto programmatico rilasciata nel 1957 da Re Umberto II a Nino Bolla, giornalista, scrittore, già collaboratore di Umberto II durante la Luogotenenza del Regno.
www.reumberto.it/bolla57.htm

martedì 8 febbraio 2011

I PIEMONTESI CHE FECERO L'IMPRESA






Consiglio Regionale del Piemonte
Una ricerca storica per gli studenti delle scuole medie superiori del Piemonte, promossa dalla Consulta Regionale dei giovani
La Consulta Regionale dei Giovani, presieduta dal consigliere regionale Lorenzo Leardi,  ha deciso di promuovere un  progetto di ricerca rivolto alle scuole medie superiori del Piemonte intitolato:  “I Piemontesi che fecero l’impresa. La costruzione dell’Unità attraverso lo sguardo generazionale: i giovani, il territorio e l’azione politica”.
L’evento si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Il progetto consiste in una ricerca da svolgersi nelle realtà provinciali della regione al fine di ricostruire le biografie di otto giovani piemontesi vissuti nell’Ottocento risorgimentale, con un solido ancoraggio con il territorio.
Per ogni Provincia verrà individuata una figura di referente culturale, cui attribuire il compito di provvedere al monitoraggio delle attività in loco e di entrare a far parte di una commissione giudicante, chiamata a valutare la qualità degli elaborati.
Le ricerche dovranno pervenire agli uffici della Consulta Regionale dei Giovani entro la data del 13 Maggio 2011.
Verranno premiate le tre migliori ricerche per ognuna delle otto Province piemontesi. I premi consistono in 1.000 euro al primo classificato, 750 al secondo e 500 al terzo.
La premiazione avverrà presso la sede del Consiglio Regionale, a Palazzo Lascaris, in autunno. 
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TAVOLA ROTONDA: CASA SAVOIA E IL SACRO


Nell’ambito del 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia e nella ricorrenza della prima convocazione del Parlamento italiano avvenuta il 18 febbraio del 1861 si terrà alle ore 15.00 presso la Cappella dei Marchesi di Cavour la benedizione della tomba e la commemorazione di S.E. il Cavaliere Camillo Benso Conte di Cavouralle ore 15.30 presso le sale del castello la tavola rotonda: Casa Savoia e il Sacro.
Ne discutono S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, il Sindaco di Santena, On. Benedetto Nicotra, l’Assessore alla Cultura del Comune di Santena Giuseppe Falcocchio, Ilario Bortolan dell’Associazione Internazionale Regina Elena Onlus e il curatore della mostra Michele Bramante.
Conduce il dibattito il Presidente dell’Associazione Neks, Paolo Facelli.
Intervento musicale presso la Cappella dei Marchesi di Cavour della cantante soprano Natascia ಚಯಾರ್ಲೋ.

domenica 6 febbraio 2011

Augusta, iniziativa per i 150 dell'Unità d'Italia


“I mille anni di Casa Savoia”Mostra al Circolo Unione

Mercoledì 02 Febbraio 2011 - 16:23
Augusta – Il Circolo Unione di Augusta, con il patrocinio del Comune ed in collaborazione con l’Istituto Nazionale del Nastro Azzurro, ha promosso una mostra iconografica per il 150° anniversario della proclamazione del Regno d’Italia “I mille anni di Casa Savoia”। La mostra che sarà allestita nel salone di rappresentanza del Circolo Unione, e che metterà in mostra foto, quadri con didascalie, cimeli, divise e mantelli d’epoca, sarà inaugurata sabato prossimo (5 Febbraio) alle 17,30 [...]