NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 29 maggio 2014

“Mille cartoline per un Regno”: la storia dei Savoia in una mostra


di Francesca Dighera

A partire da sabato 7 giugno, il Castello Ducale di Aglié, già sede di numerose iniziative, quali la mostra dei 150 anni della Croce Rossa Italiana, all'Ospedaletto, e del ciclo di conferenze “Un'Ora di Storia”, dedica un altro appuntamento alla storia dei Savoia.

Ha infatti inizio “Mille cartoline per un Regno”, una mostra tematica di Casa Savoia, attraverso le cartoline postali iconografiche del Regno d'Italia, dal 1896 al 1946 organizzata dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli e il Gruppo “Amici del Passato Volpiano.

Le cartoline esposte saranno circa 2500, dalle prefilateliche alle prime affrancature facenti parte dell'archivio storico della casa museo “Casale Armanda” di Robella d'Asti. 

Ad accompagnare il visitatore verso la visione delle prime cartoline postali che partono dal 1874, verranno presentate tratti di corrispondenze relative ai personaggi legati a vario titolo alle vicende della dinastia di Savoia nei secoli. Le lettere in questione, inedite e autografate, comprendono, oltre ai Duchi e Re di Savoia, personaggi come Carducci e Garibaldi.

All’inaugurazione della mostra parteciperà anche Dino Ramella, autore dei libri: "Ritratti sabaudi vizi e virtù di Casa Savoia" e "Amori e selvaggina vita privata di Vittorio Emanuele II" (Edizioni Ananke – Torino), con presentazione dei volumi stessi. 

La mostra, che è stata curata dalla dottoressa Annamaria Aimone, direttore delle collezioni e storico dell'arte, si protrarrà fino al 28 giugno, nella Galleria alle Tribune, dal martedì alle domenica, dalle 9 alle 19.30.

lunedì 26 maggio 2014

sabato 24 maggio 2014

La presa del potere da parte dei Fascisti fa ancora discutere su 7 del Corriere della Sera

In merito alla presa di potere dai parte di Mussolini, bisogna leggere i nomi i degli autori, quando hanno scritto e di che parte politica erano dal momento che nell'ascesa regolare al governo dei fascisti, pesantissime responsabilità ricadono sui socialisti, incapaci di intraprendere la strada positiva del riformismo, sognando invece la rivoluzione di tipo "sovietico", e sui popolari (i democratici cristiani dell'epoca), che rifiutarono l'appoggio a Giolitti, per poi darlo, all'inizio, a Mussolini. 
Quanto al delitto Matteotti, è tutto un altro discorso, avvenuto nel 1924, ed anche qui nella mancata sfiducia a Mussolini, vi è la pesantissima responsabilità degli “aventiniani" che, disertando il Parlamento e non cercando di operare lo sgretolamento della maggioranza, dove i fascisti, incredibile a dirsi e a credere, non erano la maggioranza dei gruppo, diedero campo libero a Mussolini, che poté pronunziare il celebre discorso del 3 gennaio 1925. 
Quanto alla pistola, la sua similitudine è suggestiva, ma nell'ottobre 1922 la pistola era scarica!
Domenico Giglio



Lei sostiene che la conquista del potere da parte di Mussolini non fu democratica. lo direi che nella valutazione del modo ci si debba basare non tanto sull'assegnazione, dopo la marcia su Roma, della funzione di Primo Ministro in un governo di coalizione nel quale i fascisti erano largamente minoritari ma su come andarono le successive elezioni tenute nel 1924, nelle quali ci fu un avallo finale e decisivo secondo il sistema della  democrazia elettorale. 

I risultati in cifre sono questi: votanti 7.614.451, di cui voti    validi 7.021.551. con un aumento dei 5,4% rispetto alle antecedenti elezioni del 1921. Il listone fascista prese 4.305.936 voti, più 347.552 che raccolse la cosiddetta lista bis, pari dunque al 66,3% dei voti validi. Le liste parallele liberali altri 199.024 voti, 2,8%. Le opposizioni ebbero i seguenti voti: Liste costituzionali 124.360, 1,8%; Democrazia sociale 100.174,1,4%; Ppi 637.649, 9,1%; Psu 415.148,5,9%;  Psi 341.528,4,9%; Pri 112.906,1,6%; PUI 268191,3,8%. C'erano poi il Partito dei contadini 1%, quello Sardo d'Azione, 0,3%, le Minoranze tedesche e slave con lo 0,9% e dei dissidenti fascisti con lo 0,2%. 

Molto interessante mi sembra poi la distribuzione dei voti fascisti: al Nord 54,3%, al Centro 76%, al Sud 81,5%, nelle Isole Il 69,9%. Aggiungo come la roccaforte fascista fosse risultata l'Emilia, 459.154 voti contro 181.213 alle altre liste. Risulta dunque innegabile che queste elezioni, le ultime, poi la dittatura, furono largamente vinte dal Partito fascista. 

Se questa non fu una conquista per via democratica in elezioni nelle quali il popolo avrebbe potuto esprimersi in altro modo, cosa altro è stata o come la dobbiamo chiamare? 
A me sembra espressione di una volontà popolare i cui componenti non possono non avere valutato i precedenti metodi non democratici di lotta delle fazioni politiche in campo.

Carlo Dinale

domenica 18 maggio 2014

Varese rievoca la battaglia di Garibaldi

Con un po’ di fibrillazione, dovuta ad una manifestazione politica precedente che è terminata in ritardo, si è svolta in piazza Podestà la manifestazione che celebra ogni anno la battaglia di Varese combattuta vittoriosamente da Garibaldi il 26 maggio 1859, evento che quest’anno è stato anticipato per non finire nel tritacarne dell’ultima settimana di campagna elettorale.

Un corteo è partito da piazza Carducci ed è giunto in piazza Podestà dove si è svolta la celebrazione della battaglia. Oltre alla banda di Velate, erano in corteo uomini in divisa, le Crocerossine, rappresentanti delle associazioni d’arma, ma soprattutto i promotori dell’iniziativa, l’associazione “Varese per l’Italia” presieduta da Luigi Barion, questa volta supportata da un gruppetto di Giovani Monarchici, con bandiere dei Savoia tra le mani, capitanati dal varesino Davide Colombo, segretario nazionale dell’Unione Monarchica Italiana. Del tutto assenti gonfalone o rappresentanti ufficiali del Comune.
[..]
Al termine della rievocazione, il vertice di “Varese per l’Italia” depone una corona ai piedi della statua del Cacciatore delle Alpi (la copia, perchè l’originale è ancora alla Caserma Garibaldi). Qualche fumogeno tricolore spande fumo. La banda intona l’inno di Mameli. I giovani monarchici sventolano le loro bandiere con lo stemma dei Savoia. Scarsi i varesini partecipanti.
http://www.varesereport.it/2014/05/18/varese-si-rievoca-la-battaglia-di-garibaldi-ma-il-comune-non-ce/
A pochi passi da Cascais, dove l'ultimo Re d'Italia Umberto II ha passato la sua triste vita in esilio (1946-1983), vengono esposti capolavori artistici della sua grande e illustre Dinastia. Dall'alto delle nuvole guarderà con soddisfazione questa ulteriore tappa di rivalutazione storica sabauda. Il tempo aiuta a superare gli odi e gli ostracismi!


Da oggi fino al 28 settembre il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona ospita "Os Saboias reis e mecenas. Turim 1730-1750 (I Savoia re e mecenati. Torino 1730-1750)" selezione di capolavori provenienti da Palazzo Madama Torino, dalla Galleria Sabauda, da Palazzo Reale, dall'Archivio di Stato di Torino, dalla Biblioteca nazionale di Torino, dal Castello di Racconigi e altri istituzioni piemontesi =>>www.piemonte.beniculturali.it

Umberto e Maria José. Ultimi principi al Palazzo

16 APRILE - 15 GIUGNO

Il Palazzo Reale di Torino dal 16 aprile riapre al pubblico il percorso completo dell'Appartamento dei Principi di Piemonte in cui è allestito il percorso di mostra Umberto e Maria José. Ultimi Principi a Palazzo. 

A Torino la presenza del "principe charmant" - sin dal 1925 - e poi della sua bellissima consorte - dal 1930 - aveva portato una ventata d'aria nuova in Palazzo, dove si susseguivano ricevimenti, udienze, funzioni religiose ufficiali e private, balli, viaggi.
Tutto veniva annotato dai prefetti di Palazzo nelle loro agende che fungono oggi da fil rouge della mostra che vuole ricordare i momenti della vita dei principi: il fidanzamento e il fastoso matrimonio, l'arrivo del corteo a Torino, la vita a corte, gli sport e i viaggi, le nascite dei quattro principini...
Una storia lunga venti anni: dalla vita solare degli inizi e alla conclusione a Cascais, dove Umberto resterà in esilio per oltre un trentennio. Nel 1976, ad un giornalista che gli chiedeva che cosa gli mancasse di più nella vita, rispose con la consueta sobrietà "Il mio Paese".

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Orario: 8.30 – 19.30 (chiusura biglietteria ore 18.00) – Visite guidate in orari prestabiliti in biglietteria
Biglietto:
intero € 6,50
ridotto € 3,25 (18 – 25 anni)
Gratuito (minori 18 anni / maggiori 65 anni / insegnanti con scolaresche / guide turistiche / personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali /membri ICOM / portatori di handicap e accompagnatori)
Martedì, mercoledì, giovedì e domenica visite guidate da personale ministeriali
Venerdì e sabato visite guidate dai volontari dell'Associazione "Amici di Palazzo Reale " onlus

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sabato 17 maggio 2014

I monarchici scrivono a Renzi per riportare i Savoia in Italia

Carlantonio Solimene c.solimene@iltempo.it Da qualche giorno sulla scrivania del presidente del Consiglio Matteo Renzi, accanto agli spinosi dossier economici, c’è anche la lettera dell’Unione...


Da qualche giorno sulla scrivania del presidente del Consiglio Matteo Renzi, accanto agli spinosi dossier economici, c’è anche la lettera dell’Unione Monarchica Italiana che reclama il ritorno in Italia delle salme dei Savoia ancora sepolte all’estero.
«Dopo quasi settant’anni - si legge nella lettera scritta dal presidente dell’Umi Alessandro Sacchi - il Re Vittorio Emanuele III riposa ad Alessandria d’Egitto; la Regina Elena, Sua consorte, riposa a Montpellier. Nello stesso Paese, in Savoia, nell’Abbazia di Hautecombe, sono sepolti Umberto II e la Regina Maria Josè».
«In nome di una comunità silenziosa della quale fanno parte molti milioni di italiani che guardano l’Istituto monarchico come possibile soluzione di molte incognite nei percorsi costituzionali, ma anche in nome di una ritrovata concordia nazionale che forse la mia e la Sua generazione potrà raggiungere - continua Sacchi - Le rivolgo istanza affinché le spoglie dei due ultimi due Re d’Italia e delle Loro Consorti siano finalmente traslate in Patria, al Pantheon di Roma».
Adesso si attende un riscontro da parte di Renzi che, stando a quanto si vocifera da settimane in ambienti monarchici sarebbe pronto a prendere almeno in considerazione le possibilità tecnico giuridiche di una simile operazione. «Sono maturi i tempi per far terminare serpeggiante guerra civile che dura da 70 anni - spiega a Il Tempo Alessandro Sacchi - poiché sono venute meno le ragioni di fondo di quelle scelte, ovvero l’esilio dei vivi. È un dovere morale della Repubblica riprendersi salme con tutti onori al Pantheon». Ma Sacchi va oltre, mettendo in discussione tutto l’impianto repubblicano dello Stato. «Ritengo che Italia sia matura per discutere della revisione dell’articolo 139 della Costituzione - spiega – era una scelta comprensibile nel 1948, quando il margine tra repubblicani e monarchici era esiguo. Ma ora una norma che comprime fortemente la sovranità popolare va ridiscussa».
[...]

giovedì 15 maggio 2014

Castello ducale di Aglié: “Un’ora di storia” Re Carlo Felice


Tutti invitati all'incontro che si terrà al Castello Ducale di Agliévenerdì 23 Maggio 2014 alle ore 17.00, nel Salone di S.Massimo.
Sarà ospite il Prof. Michele Ruggiero, docente dell'UNItre di Rivoli, e parlerà dell'importante figura storica dell'ultimo re dei Savoia, Carlo Felice, importante per la residenza alladiese nella quale risiedette e trasformò insieme alla consorte Maria Cristina di Borbone Napoli a partire dal 1824 quando Carlo Felice la ricevette in dono da sua sorella Marianna, vedova di Benedetto Maurizio duca del Chiablese.
Carlo Felice, …"altezzoso distacco che rivelò per la borghesia, diffidenza verso gli intellettuali e il rancore verso nobili liberali gli alienarono le simpatie dei sudditi, gli atteggiamenti perentori lo resero inviso persino alle corti straniere…questo e molto altro ci racconta il Prof. Ruggiero anche nel suo ultimo libro dal titolo: "La Storia Ritrovata" - Carlo Felice Re di Sardegna - di Michele Ruggiero Neos ed. Storia che a partire dal 23 maggio sarà presente anche presso la Proloco di Agliè.

Presso Castello Ducale di Agliè23/05/2014

I Collari dell'Annunziata dei Savoia erano in comodato: andavano restituiti alla morte dell'insignito. Hanno fatto fuori anche questi

di Riccardo Ruggeri  
A Torino, al fondo della via Po, a poche decine di metri dal civico 9 di piazza Vittorio dove c'era la nostra portineria, dominava il palazzo dell'antiquario Pietro Accorsi. Mio papà ne parlava con grande rispetto per come si era opposto a Benito Mussolini. Nel '35 aveva comprato, avendo come sponsor addirittura il Principe di Piemonte Umberto di Savoia, la grande collezione Trivulzio-Belgioioso, in quel di Milano, con l'idea di portarla a Torino. Irato, Mussolini non lo permise, ma Accorsi, grande mercante, ottenne, in cambio della rescissione del contratto, il “Ritratto d'uomo” (1476) di Antonello da Messina, che ora è a Palazzo Madama (l'affare della vita per Torino). Luigi Einaudi gli affiderà il riordino dell'arredamento del Palazzo del Quirinale: ne uscirà un capolavoro.
La sua immensa collezione personale di raffinatissimi arredi del '700 italiano ed europeo, e il palazzo al civico 55 di via Po che la contiene sono parte della Fondazione Accorsi-Ometto. Una Fondazione che ha, per me, lo stesso fascino di quella di Yves Saint Laurent-Bergé, pur così diverse, per la capacità che hanno entrambe di trasferirti sensazioni e sensibilità di un'altra epoca, di uomini colti e sensibili rivolti all'arte. Solo in questo luogo poteva tenersi una mostra (“I cugini del Re”, fino al 29 giugno) dei celebri Collari dell'Annunziata, la più antica e alta onorificenza di Casa Savoia, che equiparava l'insignito al rango di cugino del Re. All'inizio, non potevano essere più di 22, e nobili da almeno 5 generazioni, poi le regole divennero più lasche.
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http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1888425&codiciTestate=1

martedì 13 maggio 2014

Le salme dei Savoia dividono i monarchici

Il Partito Real Democratico contro l’Umi: «Riportarle in Italia? Lo chieda la famiglia»





Il ritorno delle salme dei Savoia in Italia riaccende vecchi rancori. E il fronte dei monarchici si spacca anche per motivi di successione. Persino un’operazione gradita a tutti i rami della famiglia, la sepoltura al Pantheon delle spoglie dei quattro sovrani attualmente tumulati all'estero, rischia di trasformarsi in un duello tra i «fan» di Vittorio Emanuele IV e quelli di Amedeo di Savoia.
I fatti. Nelle ultime settimane in ambienti monarchici si è fatta insistente la voce di un impegno del governo Renzi per favorire la sepoltura in Italia degli eredi dei Savoia. Così l’Unione Monarchica Italiana, per voce del presidente Alessandro Sacchi, ha deciso di cogliere la palla al balzo annunciando una lettera al premier (ancora non inviata) per sollecitarlo a stringere i tempi. Nel frattempo, dalle colonne del Tempo si sono uniti all'appello i rappresentanti dei due rami della famiglia reale: Emanuele Filiberto e Amedeo di Savoia.
[...]
http://www.iltempo.it/politica/2014/05/12/le-salme-dei-savoia-dividono-i-monarchici-1.1248946

Nota dello Staff
Nulla di nuovo: siamo sicuri che tra un po' ci saranno monarchici che non vorranno la monarchia. Pur di farsi dispetti.

giovedì 8 maggio 2014

CONVEGNO SALERNO CAPITALE D'ITALA E GLI AVVENIMENTI 1943/44

ISTITUTO NAZIONALE PER LA GUARDIA D'ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON

      PROVINCIA DI SALERNO


CONVEGNO   
Salerno Capitale d'Italia e gli eventi del 1943/44






Lunedi 12 Maggio 2014 Palazzo della Provincia


Ore 15:00 Saluto del Presidente della Provincia On. Antonio Iannone

Ore 15:15 " Salerno Capitale d'Italia", Prof. Massimo Mazzetti, professore emerito dell'Università di Salerno

Ore 15:45 " Le Forze Armate nella Guerra di Liberazione", Gen. Enrico Boscardi, Prof. Ciro Romano

Ore 16.30 "Alfredo Covelli nel Centenario della nascita" Ing. Domenico Giglio, presidente del Circolo Rex

Ore 17:00 Dibattito e conclusioni

Il Presidente dell'Istituto Capitano di Vascello Ugo d'Atri
Il  Presidente della Provincia On. Antonio lannone

domenica 4 maggio 2014

Appello dei monarchici a re Matteo

Pronta la lettera dell’Umi per chiedere il rientro delle salme reali in Italia. Già con Letta questione valutata. Sblocco dopo le anticipazioni de Il Tempo





Apparentemente tutto nasce da un invito. Quello spedito dall’Umi, Unione Monarchica Italiana, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il quale si chiedeva al premier di partecipare ai festeggiamenti per il settantesimo compleanno dell’associazione, tenutisi ieri a Roma. La risposta di Renzi, costretto a disertare la manifestazione non per motivi «ideologici» ma semplicemente per un’agenda troppo intasata, ha rappresentato per l’Umi la conferma di quanto in ambienti monarchici si vocifera da tempo. E cioè che l’attuale inquilino di Palazzo Chigi non sarebbe del tutto ostile a portare avanti una pratica da troppo tempo aperta sui banchi dei vari governi succedutisi nel corso degli ultimi anni: quella del rientro in Italia dei Savoia sepolti all’estero. E così, nei prossimi giorni, il presidente dell’Umi Alessandro Sacchi dovrebbe prendere carta e penna per sollecitare ulteriormente l’esecutivo a prendere posizione in una querelle che, da qualsiasi ottica la si guardi, mette in gioco il destino delle spoglie di un capo di Stato italiano.
In realtà, però, la questione del rientro delle salme dei Savoia non si è riaperta solo negli ultimi giorni. Basta riavvolgere il naso di qualche mese. Siamo alla fine del 2013, in Egitto infuria la rivolta e Ugo D’Atri, presidente della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon decide di sensibilizzare l’allora premier Enrico Letta al destino delle spoglie di Vittorio Emanuele III, custodite ad Alessandria. Nella missiva, come rivela ai primi di dicembre il settimanale Oggi, la Guardia d’Onore si dice anche «disponibile a coprire l’onere finanziario dell’operazione». Come? Grazie a un lascito ereditario di Umberto II che il «re di maggio» avrebbe vincolato proprio al trasferimento in Italia della salma del padre.
[...]

sabato 3 maggio 2014

I nostalgici del Re fanno festa. E Renzi pensa a un bel regalo

Fra i monarchici voci sul rimpatrio dei Savoia sepolti all’estero. A Roma il settantesimo anniversario dell'Unione Monarchica


Negli ambienti monarchici la voce si fa sempre più insistente. Qualcuno alza gli occhi al cielo e sospira: «Magari, sarebbe un bel gesto, il primo vero atto di pacificazione nazionale». Qualcun altro è più scettico: «Se ne è parlato tante volte, ma alla fine non se ne farà nulla». Di cosa si tratta? Per adesso solo di un’idea, o di un progetto che è ancora nella fase embrionale. Il governo Renzi starebbe valutando l’opportunità di far rientrare in Patria le salme dei Reali attualmente sepolte all’estero. Proviamo a chiederne conferma all’avvocato Alessandro Sacchi, presidente dell’Unione Monarchica Italiana che oggi, a Roma, festeggia i primi 70 anni di vita. «Sì - conferma Sacchi - qualche voce è arrivata anche alle mie orecchie». E poi si scioglie in un sorriso che sembra sottintendere qualcosa di più di un semplice sentito dire.
Le salme «espatriate» dei reali sono diverse. Vittorio Emanuele III, ad esempio, riposa ad Alessandria d’Egitto. «L’Italia è il solo Paese al mondo nel quale non potrei entrare per deporre un fiore sulla tomba dei miei genitori - raccontò anni fa Umberto di Savoia al Corriere della Sera - ma continuerò a battermi perché possano riposare al Pantheon». Sua madre, la Regina Elena del Montenegro, dal 1952 è sepolta invece in una tomba comune del cimitero cittadino a Montpellier. Lo stesso Umberto II, con la moglie Maria Josè, è stato tumulato nell’Abbazia di Altacolomba, nella Savoia francese.
Perché Renzi dovrebbe interessarsi al destino di queste salme. Oltre ai motivi più «nobili», ce ne sono altri di opportunità. Il mondo monarchico italiano, per anni vissuto quasi in clandestinità, in realtà rappresenta un settore della società in crescita, con tanti insospettabili ammiratori anche tra i più giovani. «Alla nostra associazione - spiega l’avvocato Sacchi - sono iscritti persino alcuni militanti del M5S».
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giovedì 1 maggio 2014

Dichiarazioni di Re Umberto sul Fascismo e sulla guerra.


Sul sito dedicato a Re Umberto II un'intervista "giovane" del Re in esilio, rilasciata in Egitto pochi giorni dopo la scomparsa di Re Vittorio Emanuele III.

Stringata, è interessante per valutare anche l'evoluzione e la maggiore "diplomazia" acquisita in seguito dal nostro Sovrano al trattare certi argomenti.
Buona lettura.