Nelle prime ore del 15 giugno del 1918 cominciò la
massiccia offensiva austrica, nonché l’ultima, mirata a risolvere
definitivamente il conflitto con l’Italia, ma le truppe italiane non si fecero
trovare impreparate come successo alla fine di ottobre a Caporetto e diedero
vita alla “Battaglia del Solstizio”, così rinominata da Gabriele D’Annunzio,
che si concluse con la ritirata oltre il Piave degli austriaci.
Da questa battaglia nacque la “Leggenda del Piave”.
… E
ritornò il nemico / per l’orgoglio e per la fame, / voleva sfogare tutte le sue
brame… / Vedeva il piano aprico, di lassù, / voleva ancora sfamarsi e
tripudiare come allora.
Il protrarsi del conflitto, la crisi interna e la
difficoltà di approvvigionamento spinsero l’impero asburgico a dirottare tutte
le risorse per sfondare il fronte italiano e affrontare in seguito il fronte
franco-tedesco. Gli austro-ungarici pianificarono l’offensiva nei minimi
dettagli, prevedendo innanzitutto la distruzione del blocco navale del canale
di Otranto e, contemporaneamente, un attacco diretto come accaduto nella Valle
dell’Isonzo. Ma l’Impresa di Premuda rallentò gli austriaci che cominciarono
l’avanzata con quattro giorni di ritardo. Come a Caporetto un grande
bombardamento riecheggiò nella notte permettendo alle truppe nemiche di
attraversare il Piave ed arrivare fino alla collina del Montello, occupando
Nervesa, e solo sull’altopiano di Asiago i fanti italiani mantennero le posizioni.
“No!”
disse il Piave, / “No!” dissero i fanti, / “Mai più il nemico faccia un passo
avanti” / Si vide il Piave rigonfiar le sponde / e come i fanti combattevan
l’onde…
Nel pomeriggio, però, ci si rese conto che le truppe
italiane non erano impreparate; anzi, non solo erano a conoscenza dei piani
nemici ma il Regio Esercito disponeva di armi e mezzi superiori. Nel frattempo,
a causa delle abbondanti piogge, il Piave esondò facendo crollare più volte le
passerelle costruite dagli austriaci per far giungere i rifornimenti e
complicandone le operazioni, tanto che molti reparti risultarono isolati.
La controffensiva italiana fu veemente. La notte gli
Alpini scalarono il Monte Grappa illuminato a giorno dal fuoco incessante dei
cannoni, con la Regia Aeronautica che attaccò imperterrita le linee nemiche per
tutta la durata della battaglia, nonostante la perdita del più grande asso
tricolore, Francesco Baracca.
Rosso
del sangue del nemico altero, / il Piave comandò: “Indietro, va’, straniero!”
Le truppe austriache, impossibilitate ad essere
rifornite, sia di viveri che di armi, e provate da una estenuante battaglia che
le ha viste negli ultimi giorni impegnate in una tattica difensiva, ben diversa
da quella vittoriosa che avevano preparato meticolosamente, furono costrette ad
abbandonare le postazioni conquistate. Molti fanti ripiegando in ritirata, nel
tentativo di ritornare a Pieve di Soligo-Falzè di Piave, perirono annegati
nelle tempestose acque del Piave.
Il bilancio fu drammatico, in una settimana di aspri
combattimenti persero la vita centocinquantamila soldati austriaci e
novantamila italiani. La Battaglia del Solstizio fu l’ultima grande offensiva
dell’impero asburgico e il suo esito spalancò le porte al vittorioso epilogo.
Indietreggiò
il nemico / Fino a Trieste, fino a Trento, / e la Vittoria sciolse le ali del
vento!...
http://m.ilgiornale.it/news/2018/06/14/la-leggenda-del-piave-le-truppe-austriache-respinte-nella-battaglia-de/1540470/
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