Dai residenti della zona a magistrati, commercianti e professionisti: almeno 700 persone hanno firmato la petizione per bloccare il cambio di denominazione di piazza Savoia in piazza Falcone e Borsellino. "Sono stati due grandi magistrati e ci dobbiamo inchinare davanti a loro, e non siamo nemmeno monarchici. Ma a Falcone e Borsellino si poteva dedicare una scuola o il Tribunale", sottolineano il tenente colonnello Mario Capone e Silvana Folchi (figlia del famoso pittore), promotori del comitato che sta raccogliendo le firme che saranno consegnate al sindaco e al prefetto.
Sembrava che Campobasso si
fosse abituata (o rassegnata, dipende dai punti di vista) all’idea: piazza
Savoia diventerà piazza Falcone e Borsellino. In Comune l’iter per il cambio di
denominazione si è concluso e tutti gli atti sono stati inviati in Prefettura,
con commenti entusiastici e soddisfatti da parte degli amministratori di
palazzo San Giorgio. Tutti felici e contenti? Non proprio.
In realtà, si è accesa una
‘sommossa carbonara’ contro l’iniziativa dell’amministrazione, una ‘crociata’
avviata dal tenente colonello Mario Capone, da Silvana Foschi, figlia del noto
pittore molisano, e da Michele Palange. Sono stati loro, qualche settimana fa,
dopo aver ascoltato la conferenza stampa del consigliere di opposizione
Francesco Pilone, a fondare un comitato e ad avviare una raccolta firme per
chiedere al Comune e alla Prefettura di lasciare tutto così com’è: piazza
Savoia al suo posto, dunque. Mentre ai due magistrati uccisi dalla mafia “si
potrebbe intitolare una scuola o il palazzo di Giustizia di Campobasso”, la
proposta del tenente colonnello.
Le valutazioni politiche non
c’entrano nulla con questa ‘battaglia’: anzi, la petizione è stata firmata
"pure da persone di sinistra". “Noi non siamo monarchici – ha
puntualizzato la signora Silvana – ma la storia non può essere cancellata né
dimenticata. Mi sembra una iniziativa inutile, alla luce di tutti i problemi
che ha Campobasso. Con tutto il rispetto per i giudici Falcone e Borsellino,
che devono essere ricordati, però la toponomastica non può essere stravolta. Ci
sono tanti altri spazi che possono essere dedicati a loro, soprattutto nella
zona nuova della città.
Sullo sfondo motivazioni
storiche. Piazza Savoia fa quasi da ‘porta d’ingresso’ ad un quartiere la cui
toponomastica è fortemente ’impregnata’ dallo spirito monarchico: ci sono via
conte Rosso e via Conte Verde, via Duca d’Aosta e via Principe di Piemonte, ad
esempio. Poco distante dalla piazza inoltre sorgono l’edificio degli ex Orfani
di guerra (alle spalle del Conservatorio, attualmente ospita la scuola Pertini)
e le villette che sono state costruite per gli ex combattenti e i reduci di
guerra. "E’ un’area che si è sviluppata nei primi decenni del Novecento,
dedicata alla memoria storica e che inizia da via Petrella, senatore del regno
d’Italia, e via Scatolone, medaglia d’oro della Prima guerra mondiale", la
loro tesi. Dal punto di vista amministrativo, invece, il regolamento comunale
stabilisce "il rispetto della toponomastica esistente, della memoria
storica, oltre all’omogeneità di determinate zone storiche" per "non
variare l’assetto territoriale" e "non apportare disagi ai cittadini".
E questo è un punto fondamentale.
Chi è contrario al cambio di
denominazione, sostiene anche motivi strettamente pratici. “Sono preoccupati
dal cambio di denominazione coloro che vivono in piazza Savoia e che dovrebbero
cambiare tutti i documenti. Parliamo dei residenti (molti dei quali anziani)
dello storico palazzo Incis, ma anche i professionisti che hanno lì il loro
studio”, ha sottolineato a Primonumero Capone. Non sono stati nemmeno
interpellati dal Comune su questa novità.
La battaglia finora ha
raccolto parecchi consensi: sui fogli bianchi distribuiti tra la cittadinanza
hanno apposto la loro firma professionisti, magistrati, commercianti,
associazioni combattentistiche, i reduci di guerra, l’Università della Terza
età.
La petizione sta procedendo
a gonfie vele. "Sono stato contattato da campobassani che vivono a Nuova
Comunità o a Coste di Oratino e che si oppongono a questa iniziativa, ma non
possono firmare. Tuttavia, i più incavolati di tutti sono gli abitanti delle
contrade", ha raccontato il tenente colonnello. "Ho lasciato un
foglio per la raccolta firme ad un negozio di biancheria, è stato riempito in
pochissime ore".
Le firme poi saranno
consegnate alle istituzioni preposte, con ogni probabilità al sindaco Antonio
Battista e alla prefetta Maria Guia Federico per provare a fermare l’iter di
denominazione. Nei prossimi giorni inoltre si svolgerà un incontro pubblico.
"La storia ci ha
insegnato ad aggiungere, non a cancellare", l’opinione di Francesco
Pilone. "Se fra 100 anni ci saranno altri magistrati illustri, cambiamo di
nuovo la denominazione di piazza Falcone e Borsellino? Già abbiamo cancellato
il teatro Margherita che è stato chiamato teatro Savoia, non rifacciamo questo
errore. A Falcone e Borsellino, due personaggi martiri e per l’alto valore
didattico e di moralità, - la proposta del consigliere comunale - possiamo
dedicare una delle quattro scuole nuove che saranno costruite".
La ’crociata’ è solo agli
inizi. Ma forse già si sta trasformando in un braccio di ferro. Di sicuro, a palazzo
San Giorgio non si potrà ignorare il malcontento di chi ha firmato per evitare
la cancellazione di piazza Savoia.
(Pubblicato il 27/06/2018)
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