NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 22 dicembre 2017

Asini, avvoltoi, sciacalli e iene

Senza offesa per gli animali citati che fanno solo  quanto la loro natura  prevede, dando  chi  un  calcio al leone morente, chi scarnificando  i  cadaveri di altri  animali e cibandosi di carogne, ma gli articoli  pubblicati  su  quasi  tutti i giornali in occasione  del  rientro  della  salma  del  Re Vittorio  Emanuele  III, sono  ad  un  tale  livello di faziosità, di ignoranza e volgarità che, dopo settant’anni dalla morte di questo Sovrano non credevo  fosse  più  possibile. Molto meglio furono gli articoli nel lontano dicembre  del  1947, anche quando  polemici e negativi sull’operato del Re, e  l’allora Capo  Provvisorio dello Stato, De Nicola, inviò un nobile  messaggio  di  condoglianze  al  figlio, il Re  Umberto  II.
Cominciando dalle volgarità il ripetere il termine “sciaboletta”, riferendosi al Re, è meschino dal  momento che tale epiteto proveniva  dai fogli della sinistra, quando nel Regno d’Italia, esisteva  la  vera  libertà  di  stampa , oggi  a  continuo  rischio  per  una  serie  di divieti  sull’uso di  determinati  termini  che  portano ad  accuse  di  razzismo (ed irridere alla statura di una persona non è forse razzismo?), omofobia e altro. E volgare ed antinazionale  è  stato  pure  sminuire, da parte di un neoborbonico, la  presenza  e l’opera  a  Messina, nel  1908, dopo il  terremoto, della Regina Elena, della  quale, non potendone parlare  male, si  è preferito ipocritamente tacere.
Continuando  sulla  ignoranza, una  “perla”  è  aver  definito  su “Repubblica”, il  trasferimento  in  Egitto, dopo  l’abdicazione, come “fuga”, l’altra  è  non  ricordare che se  le  leggi  razziali, predisposte nel  1938 da un legittimo e regolare governo, riconosciuto  da  tutti gli  stati  del  mondo, furono  necessariamente  ed  amaramente controfirmate dal  Re, la  loro  abrogazione  avvenne   con  un decreto  predisposto dal  nuovo  governo  Badoglio, all’inizio  del 1944  e  firmate  logicamente  dal  Re, in  quello  che  è  stato definito  “il  Regno  del  Sud”, ma  che  era  sempre  il Regno  d’Italia, anche  se  ridotto  a  poche  provincie  del  Meridione. Sempre  ignoranza  è  parlare  di  colpo  di  stato nel  1922, che  avrebbe  aperto  la  strada  al  fascismo, quando  dovrebbe  essere  notorio  che l’incarico  a  Mussolini   avvenne  dopo  regolari  consultazioni  e  che  nessun  fascista  entrò  in armi  a  Roma, il  28  ottobre , ma  solo tre giorni dopo i fascisti entrarono per sfilare  disciplinatamente  nella città, arrivando fino al Quirinale, e che  il governo  Mussolini  fu  un governo  di  coalizione, con  indipendenti, liberali , demo sociali  e  soprattutto  con  i “popolari”, la  democrazia  cristiana  dell’epoca, avendo alla Camera  un  larghissimo  voto  di  fiducia. Ignoranza, voluta, è  non  ricordare  che  il  fascismo  cadde, non  certo  ad  opera  degli  antifascisti, ma  ad  opera  del  Re , il 25  luglio  1943, a  seguito  di  un voto  espresso  dal  Gran  Consiglio  e  che  il  tutto  avvenne  senza  lo  spargimento  di una  goccia  di  sangue  e senza  un colpo  di  fucile. Sempre  ignoranza, se  non  peggio, è scrivere  di  aver  “consegnato  alle  SS “ i  cittadini  italiani  di religione  ebraica , confondendo  le  leggi  razziali del  1938, che privavano  di  alcuni  diritti, ma  non  perseguitavano, come  era avvenuto  in Germania, con  quanto  avvenne  solo   dopo  l’8 settembre  1943, nella  parte  del territorio  nazionale  governato  dai tedeschi  e  dalla RSI, ovvero le deportazioni  nei  lager ed  il conseguente  olocausto. 
Infine   come  faziosità  e deformazione della  storia sono gli articoli  di  neoborbonici, ospitati su “Il  Giornale “, che  si  fregia essere  stato  “fondato  da   Indro Montanelli”, che  si  rivolterà nella  tomba , dove  si  parla dei Savoia, come “pessima  dinastia”, evidentemente  fin  dall’anno  1000 !), si  scrive , almeno nel  titolo,  i  altra  dinastia  con  sovrani “coraggiosi” (dove ? quando ? protetti  agli  inglesi  o  dai soldati austriaci),”generosi” (con i  Caracciolo, Pagano, la  Sanfelice, e centinaia di  altri, e  con  i  messinesi ),”illuminati” (forse  dalle candele dei bellissimi candelabri della Reggia di Caserta), e  più  italiani, pur essendo  giunti  a  Napoli, per  vittoria  sugli  austriaci solo nel  1734 ! Forse  il culmine lo ha raggiunto un articolista  del  “Secolo   XIX”, definendo  Vittorio Emanuele  III, come  il  peggiore   monarca  dell’Europa, “lasciando massacrare  i  soldati, guidati  da  generali  indegni”. E  allora  il presidente  della  repubblica  francese  ed  i  generali francesi? Certa  terminologia  non  dovrebbe  più  trovare  spazio  in  una stampa  “democratica”  e  non è degna di giornali che abbiano decenni e decenni di anzianità,  ignorando  volutamente che  quel Re d’Italia è  stato  per  più  di  tre  anni  vicino  a  quei  soldati, visitandoli  nelle  prime  linee a suo rischio  e  pericolo. Ed un esponente  dell’ANPI  che  dimentica  essere stati i primi patrioti della Resistenza  gli ufficiali, compresi anche  generali,  e  soldati trovatisi  nei  territori  occupati  a  riprendere  le  armi  contro i tedeschi, per  fedeltà  ad  un giuramento prestato  proprio  a  quel Re, cui  si  vuole  contestare la sepoltura al Pantheon, e sempre per quel  giuramento più di seicentomila  militari  subirono  i  campi  di concentramento in Germania, non accettando il rientro  in Italia sotto  bandiera  diversa dal tricolore con lo Scudo Sabaudo e Corona  Reale!
Tra tutte le voci si è poi levata sulla “Stampa”, quella  del Sindaco di Alba, forse geloso di Vicoforte, (nel  referendum 953 voti per  la monarchia e 734 repubblicani ) perché nel  suo  Santuario voluto dal Duca di Savoia, Carlo  Emanuele  I,  hanno  trovato  il  riposo  le salme  dei   Reali, ( almeno  provvisoriamente) accusando  il  Re  di aver   lasciato  Roma , dopo  l’8  settembre, senza  “proteggere” gli italiani, non  pensando  minimamente  a  cosa  sarebbe  accaduto di ben  peggio  allo  Stato Italiano,  se  fosse stato  catturato  dai tedeschi   e  dimenticando che nel  referendum  istituzionale  il  suo comune, (altro  che  “repubblica  di  Alba”) vide  una  netta maggioranza  per  la  Monarchia  dei  Savoia  con  6.709  voti  contro 3.334. Così che tutta  la  Provincia  di  Cuneo  dette   188.876  voti monarchici, contro 147.480  repubblicani, per cui insieme  con  Asti e  Padova, furono  le  tre  provincie del  Nord, dove  malgrado  la massiccia propaganda repubblicana e l’impedimento a quella monarchica, la Monarchia sia risultata vincitrice.

Domenico Giglio

1 commento:

  1. Complimenti per l'articolo ! Sarebbe opportuno che si desse maggiore pubblicità a quanto con onesta e sapiente ricostruzione storica Lei testè ha provveduto !

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