NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 30 ottobre 2018

Il pilota Vincenzo Contratti nel centenario della sua morte


di Emilio Del Bel Belluz

Sono giorni che ho nel cuore la preghiera di Tommaso Gallarati Scotti, dedicata agli aviatori. 
Questa preghiera mi era talmente piaciuta che conoscevo questi versi a memoria. 
“ Volano per L’Italia e hanno una madre/in terra che li attende. Veglian su di noi dai cieli della Patria/ e tu su loro veglia,/o Vergine degli Angeli Maria!”. 
Questa parole così belle mi fecero venire in mente un pilota che, ironia della sorte, morì pochi giorni prima della fine del conflitto mondiale, a Ghirano di Pordenone, vicino a Portobuffolè. 
Il suo nome è Vincenzo Contratti ed è stato ricordato il 9 agosto 2018, a cent’anni dalla memorabile impresa dannunziana, il famoso volo su Vienna, cui aveva partecipato ma un guasto al motore l’aveva costretto a rientrare anticipatamente. 
Vincenzo è sepolto nel piccolo e raccolto cimitero di Portobuffolè. Questo aviatore del Re Vittorio Emanuele III, morì in un combattimento il 28 ottobre di cent’anni fa. Il suo aereo fu abbattuto da un pilota austriaco. 
Cadde e fu ricoverato nell’ospedale di Portobuffolé, dove trovò la morte da eroe, poco dopo. I vecchi narravano di questo aviatore, che fu composto da umili mani, che avevano nel cuore il dolore di madre. 
Ho trovato scritto che Emma Battistella con alcune profughe triestine, compose la salma. Non so se i piloti austriaci gli abbiano tributato gli onori, ma la guerra era ormai verso la soluzione finale. Non so se sulla sua bara fosse stata distesa la bandiera sabauda, quella del Re. 
L’aereo fu abbattuto dal pilota Luwdig Hautzmayer, comandante della squadriglia di caccia 61 Flick J di stanza a Motta di Livenza. Il pilota che vinse era alla sua settima vittoria, che fu anche l’ultima. Vincenzo Contratti morì a soli 24 anni, nel fiore della vita, ma sapeva che ogni volta che si sale su un aero la vita è consegnata nelle mani di Dio. 
Il cielo degli eroi è pieno di uomini che si sono immolati per la patria, ma spesso il destino è beffardo, come lo fu con lui. L’eroismo non conosce tramonto e ricordare i cent’ anni dalla sua morte è un dovere di ogni persona, come porre un fiore sulla sua tomba. 
Il pilota austriaco che lo abbatté, alla fine della guerra, ritornato nella sua terra, consapevole che il destino degli ufficiali non era più il cielo, lasciò l’esercito, morì al comando di un aereo passeggeri nel 1936. 
Strano destino che ha unito questi due eroi, che hanno combattuto con lealtà. Sulla tomba di Vincenzo Contratti vi sta scritto:  

VINCENZO CONTRATTI fu LUIGI
di anni 25
Tenente Pilota
della Serenissima
colpito da piombo micidiale
il 28 ottobre 1918
mentre arditamente dal cielo
inseguiva il nemico in rotta
attende l’Angelo della Resurrezione

A cent’ anni dalla sua morte ho voluto onorarlo ponendo sulla sua tomba, una rosa, la bandiera del Regno del Re Vittorio Emanuele III e la poesia – Un cespuglio di rose – dedicata a un caduto italiano, dello scrittore austriaco Walther Maria Neuwirth che combatté durante la Grande Guerra, a Motta di Livenza.

“ Riposa in pace, quieto mio nemico.
Io devo proseguire, chissà per quanto ancora.
A primavera rifiorirà la tua pianta di rose.
Forse un giorno verrà la ragazza
Che ora ti piange e inconsciamente
staccherà una rosa imbevuta di sangue”.


(foto di Carlo Verardo)

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