di Emilio Del Bel Belluz
Sono giorni che ho nel cuore
la preghiera di Tommaso Gallarati Scotti, dedicata agli aviatori.
Questa
preghiera mi era talmente piaciuta che conoscevo questi versi a memoria.
“
Volano per L’Italia e hanno una madre/in terra che li attende. Veglian su di noi
dai cieli della Patria/ e tu su loro veglia,/o Vergine degli Angeli Maria!”.
Questa parole così belle mi fecero venire in mente un pilota che, ironia della
sorte, morì pochi giorni prima della fine del conflitto mondiale, a Ghirano di
Pordenone, vicino a Portobuffolè.
Il suo nome è Vincenzo Contratti ed è stato
ricordato il 9 agosto 2018, a cent’anni dalla memorabile impresa dannunziana,
il famoso volo su Vienna, cui aveva partecipato ma un guasto al motore l’aveva
costretto a rientrare anticipatamente.
Vincenzo è sepolto nel piccolo e
raccolto cimitero di Portobuffolè. Questo aviatore del Re Vittorio Emanuele
III, morì in un combattimento il 28 ottobre di cent’anni fa. Il suo aereo fu
abbattuto da un pilota austriaco.
Cadde e fu ricoverato nell’ospedale di
Portobuffolé, dove trovò la morte da eroe, poco dopo. I vecchi narravano di
questo aviatore, che fu composto da umili mani, che avevano nel cuore il dolore
di madre.
Ho trovato scritto che Emma Battistella con alcune profughe
triestine, compose la salma. Non so se i piloti austriaci gli abbiano tributato
gli onori, ma la guerra era ormai verso la soluzione finale. Non so se sulla
sua bara fosse stata distesa la bandiera sabauda, quella del Re.
L’aereo fu
abbattuto dal pilota Luwdig Hautzmayer, comandante della squadriglia di caccia
61 Flick J di stanza a Motta di Livenza. Il pilota che vinse era alla sua
settima vittoria, che fu anche l’ultima. Vincenzo Contratti morì a soli 24
anni, nel fiore della vita, ma sapeva che ogni volta che si sale su un aero la
vita è consegnata nelle mani di Dio.
Il cielo degli eroi è pieno di uomini che
si sono immolati per la patria, ma spesso il destino è beffardo, come lo fu con
lui. L’eroismo non conosce tramonto e ricordare i cent’ anni dalla sua morte è
un dovere di ogni persona, come porre un fiore sulla sua tomba.
Il pilota
austriaco che lo abbatté, alla fine della guerra, ritornato nella sua terra,
consapevole che il destino degli ufficiali non era più il cielo, lasciò
l’esercito, morì al comando di un aereo passeggeri nel 1936.
Strano destino che
ha unito questi due eroi, che hanno combattuto con lealtà. Sulla tomba di
Vincenzo Contratti vi sta scritto:
VINCENZO CONTRATTI fu LUIGI
di anni 25
Tenente Pilota
della Serenissima
colpito da piombo micidiale
il 28 ottobre 1918
mentre arditamente dal cielo
inseguiva il nemico in rotta
attende l’Angelo della
Resurrezione
A cent’ anni dalla sua morte
ho voluto onorarlo ponendo sulla sua tomba, una rosa, la bandiera del Regno del
Re Vittorio Emanuele III e la poesia – Un cespuglio di rose – dedicata a un
caduto italiano, dello scrittore austriaco Walther Maria Neuwirth che combatté
durante la Grande Guerra, a Motta di Livenza.
“ Riposa in pace, quieto mio
nemico.
Io devo proseguire, chissà
per quanto ancora.
A primavera rifiorirà la tua
pianta di rose.
Forse un giorno verrà la
ragazza
Che ora ti piange e
inconsciamente
staccherà una rosa imbevuta
di sangue”.
(foto di Carlo Verardo)
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