di Gianluigi Chiaserotti
Giuseppe Cesare Abba [Cairo Montenotte (Savona) 6 ottobre
1838 - Brescia 6 novembre 1910) [allievo dei Padri Scolopi nel Collegio di
Genova, ed esattamente del padre Atanasio Canata (1811-1867) (l’ispiratore di
alcuni versi dell’ inno ”Fratelli
d’Italia” del Mameli)], scrittore e patriota, partecipò all’impresa dei
Mille, combattendo eroicamente a Calatafimi e Palermo e, poi, alla battaglia
del Volturno.
Ritiratosi in quel di Pisa nel 1862, al fine di dedicarsi
agli studi, se ne allontanò nel 1866, e nella giornata di Bezzecca si comportò
con grande eroismo.
Successivamente l’Abba, fino a tarda età, fu docente di
lettere e preside a Faenza ed a Brescia.
Il Nostro, dopo un faticoso poemetto, di stile aleardiano
(passato inosservato) in cinque canti (“Arrigo. Da Quarto al Volturno”, 1866) ed
un racconto (“Le rive della Bormida nel
1794”, 1875), pubblicò nel 1880 le “Noterelle
d’uno dei Mille edite dopo vent’anni”, che nel 1882 furono ristampate con
il titolo “Da Quarto al Faro. Noterelle
d’uno dei Mille”, eppoi, nel 1891, con il titolo definitivo: “Da Quarto al Volturno. Noterelle d’uno dei
Mille” (in cui ricordò patriotticamente il suo antico maestro di Carcare,
padre Canata).
L’incisiva semplicità delle prime rapide note è ancora
viva nell’edizione, sebbene sia ravvisabile una paziente elaborazione
letteraria del “piccolo capolavoro”,
come lo definì Giosuè Carducci e sollecitò il nostro a ricavarci qualcosa di
più.
E sicuramente divenne un libro che, con “I Mille” di Giuseppe Bandi (1834-1894),
scrittore, patriota e giornalista, è certamente il più significativo della
copiosissima letteratura garibaldina fiorita, in un clima di leggenda, di già
contemporaneamente alle imprese dei Mille [come gli scritti di Giuseppe
Guerzoni (1835-1886), di Jessie Jane Meriton White (1832-1906) e di Alexandre
Dumas (figlio) (1824-1895)].
Scarso valore hanno le novelle (“Cose vedute”, 1887) ed i versi (“Romagna”, 1887); di più ampio respiro “Cose Garibaldine” (1907) e “Pagine
di Storia”, tre voll. post. (1912-1913). L’Abba scrisse anche: “Storia dei Mille narrata ai giovanetti”
(1904) e “Vita di Nino Bixio” (1905)
.
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