Grand'Italia , la nuova galleria di italiani illustri allestita da Pier Franco
Quaglieni - fondatore e animatore del Centro Pannunzio di Torino - è un degno
seguito di Figure dell'Italia civile (Ed. Golem) uscito lo scorso anno. Anche
qui 31 profili la cui metà è costituita da piemontesi, a testimonianza del
grande e giustificato amore dell'autore per la sua regione.
Quaglieni ha, non da
oggi, il coraggio di andare controcorrente e se dichiara apertamente quali sono
gli uomini di pensiero ai quali il Paese deve ancora oggi ispirarsi (Francesco
Ruffini, Benedetto Croce, Adolfo Omodeo, Aldo Garosci, Carlo Antoni, Alessandro
Passerin d'Entrèves, Giuseppe Galasso, Giovanni Sartori) non esita poi a
rendere omaggio a figure scomode o controverse come Umberto II di Savoia,
Giovannino Guareschi, Leonardo Sciascia, Giorgio Albertazzi, Enrico Martini
Mauri, di cui mostra la forza morale e l'impegno civile, pur non nascondendosi
talora limiti per lui vistosi. Della Fallaci, ad esempio, scrive che «il suo
manicheismo ci impedisce di comprendere a pieno la realtà del secondo
millennio» e che, portata dal suo «furore antislamico» a definirsi un'«atea
cristiana», non credeva nel dialogo interreligioso proprio come Benedetto XVI
le cui posizioni Francesco I avrebbe superato.
[...]
Su un punto, però, il
mio dissenso con Quaglieni diventa insanabile, quello riguardante il ritorno
delle salme di Vittorio Emanuele III e di sua moglie in «un santuario
periferico cuneese secondo modalità che non hanno accontentato nessun
monarchico e hanno suscitato la critica di molti repubblicani». A mio avviso,
si è trattato, invece, di una soluzione - peraltro patrocinata dalla donna più
colta, sensibile e intelligente di Casa Savoia, Maria Gabriella - felicissima e
saggia.
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/gobetti-croce-e-guareschi-i-veri-maestri-nostro-pensiero-1587061.html
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