Un po’ André Malraux, senza la vena del grande scrittore; nobile per lignaggio, classe 1915, guascone nella vita e al tempo stesso gentiluomo di antico stampo, sensibile alla regola e alla sostanza

Un altro personaggio (che non per
caso spesso si intreccia con le vicende, i luoghi, e il “fare” di Pacciardi), è
Edgardo Sogno. Anche lui intrigante: un po’ André Malraux, senza averne la vena
del grande scrittore; nobile per lignaggio, classe 1915, guascone nella vita e
al tempo stesso gentiluomo di antico stampo, attentissimo e sensibile alla
regola e alla sostanza.
Edgardo Sogno Rata del Vallino
(questo il nome completo), sabaudo fino al midollo, tre lauree (giurisprudenza,
scienze politiche, lettere), negli anni del fascismo è ufficiale di cavalleria:
partecipa alla guerra di Spagna, ma lui, a differenza di Pacciardi, combatte
con le milizie franchiste. Poi, anni dopo, lo troviamo a capo di una formazione
partigiana autonoma, liberale e monarchica, la “Franchi”; salva la vita a uno
dei padri della Repubblica, Ferruccio Parri e viene insignito della Medaglia
d’oro al valore militare.
Dichiaratamente liberale e
monarchico lo troviamo a fianco di quanti si oppongono ai rigurgiti del
neo-fascismo nostalgico, ma ancor più mobilitato contro i comunisti: «Sono
contro tutte le dittature, nere o rosse che siano», il suo motto e il suo
credo. Membro della Consulta in rappresentanza del Partito Liberale, con Angelo
Marigliano fonda Il Corriere Lombardo; si batte, nei giorni del referendum a
favore della monarchia, poi entra in diplomazia: Parigi, Washington, Buenos
Aires, Rangoon.
Un anticomunismo dichiarato,
esplicito; accompagnato da un giudizio severo sulla Repubblica “nata dalla
Resistenza” che lui, grande ammiratore di De Gaulle, giudicava un qualcosa di
avvelenato dalla presenza dei comunisti e dal pavido cedimento dei liberali.
Nel 1954 Mario Scelba diventa presidente del Consiglio. Sogno viene richiamato
in Italia per organizzare il movimento“Pace e Libertà”, finanziato dal
ministero dell’Interno. Sollecitato, molti anni dopo a spiegarne le ragioni,
Scelba racconta che si tratta di “un presidio democratico per difendere
l’Italia dai pericoli dello stalinismo”. In quel periodo i collaboratori
diretti di Sogno sono Luigi Cavallo, ex giornalista dell’“Unità” che con una
piroetta di centottanta gradi passa all’anticomunismo più acceso; e un altro
“ex”, Roberto Dotti, già capo dell’ufficio quadri del PCI a Torino.
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http://www.ildubbio.news/stories/libri/27689_edgardo_sogno_lestremista_liberale/#.VytQ5S1xe0c.facebook
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