NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 1 agosto 2018

Intervista ad Alessandro Sacchi, avvocato e presidente dell’Unione Monarchica Italiana.


di Antonio Menna

Il 15%. Tanti sarebbero, secondo un sondaggio, gli italiani favorevoli al ritorno della Monarchia come forma di Governo. A più di settant’anni dal Referendum che ne decretò la fine, tra sospetti mai sopiti e proteste che sfociarono nel sangue, come a Napoli in via Medina, pare destinato a riaprirsi il dibattito.

Proprio nel capoluogo campano incontriamo Alessandro Sacchi, presidente, dal 2010, dell’UMI (Unione Monarchica Italiana). Con più di 80000 iscritti, è ad oggi il più numeroso movimento di ispirazione monarchica del nostro paese.

Avvocato civilista, Sacchi ci accoglie nello studio di Chiaia in una torrida giornata di Luglio. Alle pareti spiccano foto e dediche da parte di esponenti di Casa Savoia tra cui Amedeo duca d’Aosta. Sulla scrivania ingombra di documenti un libro con in copertina Vittorio Emanuele III immortalato nell’atto di celebrare la vittoria della Grande Guerra.
“Un uomo dalla estrema frugalità, dormiva su un materasso militare, a pranzo mangiava un uovo sodo, si svegliava alle cinque del mattino e ogni giorno coglieva qualche fiorellino da Regalare alla moglie, unico affetto della sua vita” racconta Sacchi, che si definisce un testimone “auricolare” di quelle epoche per aver conosciuto e raccolto le testimonianze di chi visse e combattè sulle pietraie del Carso, “ma un grande servitore dello Stato. La Prima Guerra Mondiale fu in fondo il primo conflitto bellico in cui gli italiani non si combatterono gli uni con gli altri. Dalla disfatta di Caporetto a Vittorio Veneto l’Italia ha vissuto il più grande momento di unione e fratellanza della sua storia. E quella guerra la vinse lui”, batte col dito sul volume, “il piccolo grande Re soldato”.



Nata nel 1944 nell’Italia appena liberata dai tedeschi, l’UMI è rimasta sempre un movimento trasversale al gioco dei partiti, ma ad oggi Ricca non esclude che possa diventarlo.
“Alle ultime elezioni siamo stati molto corteggiati, ma nessuno ha voluto sottoscrivere un documento sull’art.139 della Costituzione (che non prevede Revisione per la forma Repubblicana n.d.r.), solo chiacchiere. Sono state anche le prime in cui mi sono astenuto dal voto e ho espressamente chiesto ai monarchici di fare altrettanto. Mi è pesato, ma sono settantadue anni che i repubblicani chiedono voti ai monarchici. Non posso escludere, per il futuro, di presentare delle liste e creare un partito monarchico”.

Partito che però lo stesso Re Umberto II non volle nemmeno in occasione del Referendum del ’46.
“Vero, non lo volle e non vide mai di buon occhio i partiti monarchici. Umberto era affezionato all’UMI, che istituì come un fronte che perorasse le istanze della Monarchia quando tutti andavano schierandosi con la repubblica”.

Referendum che vinse la repubblica.
“Le racconterò una delle tante testimonianze legate a quei giorni. E’ la lettera di una suora al Questore di zona, in cui spiegava che essendo la prima volta che si recavano a votare lei e le altre sorelle del convento avevano deciso di consultarsi la sera precedente  e tutte avevano scelto di votare per la monarchia. In quel seggio non era stato scrutinato un solo voto a favore della Monarchia! “Posso pensare che tutte le mie sorelle abbiano cambiato idea”, scrisse, “ma almeno il mio voto ci doveva essere”“.
“Un broglio grossolano, documentato, scritto e ormai nemmeno più tanto dibattuto, e lo dico, guardi, senza alcun sentimento di rivincita. Non c’erano controlli all’epoca e Re Umberto si fidò. Quello è il passato, la monarchia che ho in mente io è un progetto per il futuro con in testa persone qualificate”.


[...]



4 commenti:

  1. Ma come fa l'Avv. Sacchi a dire che Emanuele Filiberto non è Principe? Si è dimenticato che Sua Maestà Umberto II gli conferì nel 1972 il titolo di Principe di Venezia? Adesso la volontà del Re non conta più,forse? Emanuele Filiberto si sta mostrando agli Italiani e son tantissimi quelli che stanno ammettendo di essersi sbagliati nel criticarlo. E questo spero faccia riflettere anche gli "aostani".

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    1. Noi lasciamo che ogni monarchico pensi con la propria testa. Non potremmo fare diversamente.
      Siamo dell'avviso che più che litigare per un Trono che non c'è i monarchici dovrebbero spendersi per fare sì che il problema istituzionale torni attuale.
      Le nostre divisioni, patetiche considerati i numeri, aiutano una repubblica che non merita nessun aiuto.

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  2. Mi spiace per il dottor Sacchi,ma Emanuele Filiberto ricevette la nomina a Principe di Venezia dal Re Umberto II,suo nonno. Quindi,è legittimamente Principe:le decisioni del Sovrano sono insindacabili e tutti i veri monarchici son tenuti a rispettarle.

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    1. Noi lasciamo che ogni monarchico pensi con la propria testa. Non potremmo fare diversamente.
      Siamo dell'avviso che più che litigare per un Trono che non c'è i monarchici dovrebbero spendersi per fare sì che il problema istituzionale torni attuale.
      Le nostre divisioni, patetiche considerati i numeri, aiutano una repubblica che non merita nessun aiuto.

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