di Antonio Menna
Il 15%. Tanti sarebbero,
secondo un sondaggio, gli italiani favorevoli al ritorno della Monarchia come
forma di Governo. A più di settant’anni dal Referendum che ne decretò la fine,
tra sospetti mai sopiti e proteste che sfociarono nel sangue, come a Napoli in
via Medina, pare destinato a riaprirsi il dibattito.
Proprio nel capoluogo
campano incontriamo Alessandro Sacchi, presidente, dal 2010, dell’UMI (Unione
Monarchica Italiana). Con più di 80000 iscritti, è ad oggi il più numeroso
movimento di ispirazione monarchica del nostro paese.
Avvocato civilista, Sacchi
ci accoglie nello studio di Chiaia in una torrida giornata di Luglio. Alle
pareti spiccano foto e dediche da parte di esponenti di Casa Savoia tra cui
Amedeo duca d’Aosta. Sulla scrivania ingombra di documenti un libro con in
copertina Vittorio Emanuele III immortalato nell’atto di celebrare la vittoria
della Grande Guerra.
“Un uomo dalla estrema
frugalità, dormiva su un materasso militare, a pranzo mangiava un uovo sodo, si
svegliava alle cinque del mattino e ogni giorno coglieva qualche fiorellino da
Regalare alla moglie, unico affetto della sua vita” racconta Sacchi, che si
definisce un testimone “auricolare” di quelle epoche per aver conosciuto e
raccolto le testimonianze di chi visse e combattè sulle pietraie del Carso, “ma
un grande servitore dello Stato. La Prima Guerra Mondiale fu in fondo il primo
conflitto bellico in cui gli italiani non si combatterono gli uni con gli
altri. Dalla disfatta di Caporetto a Vittorio Veneto l’Italia ha vissuto il più
grande momento di unione e fratellanza della sua storia. E quella guerra la
vinse lui”, batte col dito sul volume, “il piccolo grande Re soldato”.
Nata nel 1944 nell’Italia
appena liberata dai tedeschi, l’UMI è rimasta sempre un movimento trasversale
al gioco dei partiti, ma ad oggi Ricca non esclude che possa diventarlo.
“Alle ultime elezioni siamo
stati molto corteggiati, ma nessuno ha voluto sottoscrivere un documento
sull’art.139 della Costituzione (che non prevede Revisione per la forma Repubblicana
n.d.r.), solo chiacchiere. Sono state anche le prime in cui mi sono astenuto
dal voto e ho espressamente chiesto ai monarchici di fare altrettanto. Mi è
pesato, ma sono settantadue anni che i repubblicani chiedono voti ai
monarchici. Non posso escludere, per il futuro, di presentare delle liste e creare
un partito monarchico”.
Partito che però lo stesso
Re Umberto II non volle nemmeno in occasione del Referendum del ’46.
“Vero, non lo volle e non
vide mai di buon occhio i partiti monarchici. Umberto era affezionato all’UMI,
che istituì come un fronte che perorasse le istanze della Monarchia quando
tutti andavano schierandosi con la repubblica”.
Referendum che vinse la repubblica.
“Le racconterò una delle
tante testimonianze legate a quei giorni. E’ la lettera di una suora al
Questore di zona, in cui spiegava che essendo la prima volta che si recavano a
votare lei e le altre sorelle del convento avevano deciso di consultarsi la
sera precedente e tutte avevano scelto
di votare per la monarchia. In quel seggio non era stato scrutinato un solo voto
a favore della Monarchia! “Posso pensare che tutte le mie sorelle abbiano
cambiato idea”, scrisse, “ma almeno il mio voto ci doveva essere”“.
“Un broglio grossolano,
documentato, scritto e ormai nemmeno più tanto dibattuto, e lo dico, guardi,
senza alcun sentimento di rivincita. Non c’erano controlli all’epoca e Re
Umberto si fidò. Quello è il passato, la monarchia che ho in mente io è un
progetto per il futuro con in testa persone qualificate”.
[...]
Ma come fa l'Avv. Sacchi a dire che Emanuele Filiberto non è Principe? Si è dimenticato che Sua Maestà Umberto II gli conferì nel 1972 il titolo di Principe di Venezia? Adesso la volontà del Re non conta più,forse? Emanuele Filiberto si sta mostrando agli Italiani e son tantissimi quelli che stanno ammettendo di essersi sbagliati nel criticarlo. E questo spero faccia riflettere anche gli "aostani".
RispondiEliminaNoi lasciamo che ogni monarchico pensi con la propria testa. Non potremmo fare diversamente.
EliminaSiamo dell'avviso che più che litigare per un Trono che non c'è i monarchici dovrebbero spendersi per fare sì che il problema istituzionale torni attuale.
Le nostre divisioni, patetiche considerati i numeri, aiutano una repubblica che non merita nessun aiuto.
Mi spiace per il dottor Sacchi,ma Emanuele Filiberto ricevette la nomina a Principe di Venezia dal Re Umberto II,suo nonno. Quindi,è legittimamente Principe:le decisioni del Sovrano sono insindacabili e tutti i veri monarchici son tenuti a rispettarle.
RispondiEliminaNoi lasciamo che ogni monarchico pensi con la propria testa. Non potremmo fare diversamente.
EliminaSiamo dell'avviso che più che litigare per un Trono che non c'è i monarchici dovrebbero spendersi per fare sì che il problema istituzionale torni attuale.
Le nostre divisioni, patetiche considerati i numeri, aiutano una repubblica che non merita nessun aiuto.