Siamo in un’Italia unificata da pochi decenni e la massima autorità dello
stato è rappresentata dal re: il monarca Umberto I di Savoia.
Monza ha la fortuna di annoverare tra le proprie bellezze anche l’alloggio scelto dalla RealCasa per trascorrervi il periodo estivo; eredità asburgica da tenere in considerazione per la sua vicinanza con Milano pur essendo immersa nel verde. La Villa Reale rappresentava per Re Umberto una seconda dimora, ed è appunto qui che si trova nella giornata del 29 luglio 1900.
Monza ha la fortuna di annoverare tra le proprie bellezze anche l’alloggio scelto dalla RealCasa per trascorrervi il periodo estivo; eredità asburgica da tenere in considerazione per la sua vicinanza con Milano pur essendo immersa nel verde. La Villa Reale rappresentava per Re Umberto una seconda dimora, ed è appunto qui che si trova nella giornata del 29 luglio 1900.
Anzi, quel giorno non è proprio in Villa, ma qualche centinaio di metri più
avanti. Si svolge infatti, lungo l’attuale Viale Cesare Battisti, un evento
sportivo organizzato dalla società ‘’Forti e Liberi’’, e l’ospite
d’onore è proprio sua maestà il re. Lo sa bene il signor Gaetano che vorrebbe
incontrarlo, ma non per semplice adorazione istituzionale.
Il signor Gaetano ha un pensiero fisso nella testa e una
pistola nella tasca. Soprattutto ha un cognome celebre tra le fila degli
anarchici: si chiama Bresci. I suoi ideali erano contro ogni forma
di governo, e il fatto che in Italia ci fosse la monarchia, rendeva più
semplice individuare un obiettivo, un solo capro espiatorio verso cui
rivolgersi. Per giunta Umberto si era da poco reso protagonista di un gesto che
aveva fatto ribollire ulteriormente gli animi già infuocati degli anarchici:
aveva decorato con medaglie e titoli onorifici il generale Fiorenzo
Bava Beccaris per aver represso con il fuoco una rivolta popolare a
Milano.
Così Gaetano Bresci si era ‘’immolato’’ alla causa antimonarchica, e la
sera di quel 29 Luglio intendeva colpire.
La giornata era trascorsa liscia con le prove ginniche dei ragazzi che
avevano saputo sorprendere il Re, il quale si rivolse agli atleti dichiarandosi
”lieto di essere tra italiani” nonostante fossero presenti anche i
rappresentanti di Trento e Trieste, territori austroungarici.
Sarebbe stata questa la notizia del giorno. Ma quel giorno era destinato ad
essere consegnato ai posteri per un’altra ragione; perché appena salito sulla
carrozza per tornarsene alla vicina Villa Reale, Re Umberto fu avvicinato da
Gaetano Bresci che gli sparò addosso tre colpi di pistola (qualcuno
dice quattro).
Lo sfortunato Savoia ebbe appena il tempo di rendersi conto dell’agguato
subito. Umberto I morì poco dopo a causa delle ferite riportate al cuore e a un
polmone. Erano le 22,30 del 29 Luglio 1900.
A perenne ricordo di
quel fatto, sul luogo esatto del regicidio, svetta ancora oggi un grande
monumento a forma di croce chiamato Cappella Espiatoria.
Pare che
alla sua inaugurazione nel 1910 un ragazzo si mise a incidere sulla cancellata
la frase ‘’monumento a Bresci’’. Quel ragazzo aveva un animo turbolento che si
sarebbe manifestato nella sua interezza qualche anno dopo. Si chiamava Benito
Mussolini.
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