NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 28 aprile 2020

L’antifascismo è anche di destra

Interessantissima lettura trovata per caso in rete

I fratelli Di Dio
L’antifascismo non è un’ideologia politica, non risiede in questa o quella parte e non ha depositari privilegiati. Fin dalle origini l’antifascismo e lotta di Resistenza hanno rappresentato una pluralità di posizioni che andava dai liberali ai socialisti, dagli azionisti ai cattolici, dai conservatori ai comunisti. Persino i monarchici, fin quando sono esistiti, vi facevano parte.
La Resistenza di destra
Il contributo della destra alla lotta di liberazione è stato rilevante. Alcune delle pagine più epiche della Resistenza italiana, fissate sulla carta dalla nostra letteratura – che conserva fresca e intatta la memoria di quell’esperienza – si devono a gruppi armati orientati a destra. La celebre presa delle città di Alba – raccontata da Beppe Fenoglio in un altrettanto celebre racconto – fu guidata da Enrico Martini e dalle sue divisioni ‘azzurre‘, ovvero badogliani, monarchici, cattolici, ex-ufficiali del Regio esercito e giovani, come Beppe Fenoglio appunto.
La meno celebre, ma altrettanto grandiosa, liberazione di Domodossola e successiva costituzione della Repubblica partigiana dell’Ossola, avvenne ad opera dei ‘verdi‘, partigiani cattolici, guidati da Alfredo Di Dio, militare palermitano. In generale, l’apporto dei liberali, dei cattolici conservatori, dei monarchici, dei militari è stato, in alcune aree dell’Italia settentrionale, prevalente rispetto a quello comunista.
Se è vero che il liberalismo giolittiamo ebbe gravi responsabilità nell’ascesa del fascismo, è anche vero che intellettuali come Giovanni Amendola, Calamadrei, Albertini, Einaudi, si raccolsero attorno al liberale Benedetto Croce firmando, già nel 1925, il noto Manifesto degli intellettuali antifascisti. Una figura come Piero Gobetti, teorico della Rivoluzione liberale, testimonia anche la presenza di una cultura liberale, marcatamente antifascista, capace di avvicinarsi alle istanze del socialismo e del mondo operaio.
Infine, se guardiamo all’Europa – essendo la Resistenza un fenomeno europeo – ci accorgiamo quanto importante sia stato l’antifascismo di destra in Francia e in Germania, e quanto sia coinciso con ideali nazionalisti nell’Europa orientale, arrivando a scontrarsi con i comunisti sovietici, presto passati da liberatori a occupanti.

Nessun commento:

Posta un commento