NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 15 aprile 2020

Pudicizia o impudicizia politica


E’ ormai ben noto che la grande stampa, la televisione di stato e giornalisti, sedicenti storici, cerchino di non parlare, se non male, della Monarchia Sabauda, dei suoi Re, anche quando trattano eventi che li videro protagonisti e non comparse, e di ignorare coloro che, dopo il 1946, si batterono, ed ancor oggi si battono, per questo istituto e per la storia, cioè i monarchici, che paiono non essere mai politicamente esistiti.

Uno dei tanti esempi, in una trasmissione, riproposta il 14 aprile su RAISTORIA, relativa alla vicenda del bandito Giuliano, che nel referendum del 1946, è bene sottolinearlo,votò e fece votare per la repubblica, parlando delle prime elezioni regionali siciliane del 1947, si afferma che la Democrazia Cristiana, duramente ridimensionata dal voto popolare, che aveva premiato il blocco social comunista, fece il governo con “le forze di destra”, senza altre specificazioni. 

Ora, nel 1947 e particolarmente in Sicilia ed in tutta l’Italia Meridionale tra queste forze di destra era determinante il Partito Nazionale Monarchico, simbolo “Stella e Corona”, e qui si dovrebbe aprire un lungo discorso sulla collocazione a destra dei monarchici, fondato appena un anno prima, la cui base elettorale era in gran parte popolare.  
Perciò il primo governo regionale fu un governo, presieduto da un democristiano, Giuseppe Alessi, a cui nel 1949 subentrò, un altro democristiano, Restivo, con il PNM, che ebbe nello stesso due importanti assessorati, l’Industria assegnata all’onorevole Annibale Bianco, e l’istruzione al’on. Pietro Castiglia che li ressero per tutta la legislatura fino al 1951. 
Questo avrebbe dovuto dire il conduttore della trasmissione per quella precisione che un vero storico deve avere e che invece evidentemente, spesso, non ha.

Domenico Giglio

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