NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 4 gennaio 2012

I revisionisti non ci stanno

di Federico Catani


Con il 2011 appena trascorso, se ne sono andati anche i clamori per le celebrazioni del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Meno male. A dir la verità, il pensiero degli italiani, almeno nella seconda metà dell'anno ormai alle spalle, si sono rivolti all'economia più che alla storia. Spiace dirlo, ma è quasi un sollievo. Le commemorazioni per l'Unità sono state contraddistinte, com'era peraltro facilmente prevedibile, da un vuota e stucchevole retorica, incarnatain primisdal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, seguito ovviamente a ruota da quasi tutta la nostra mediocre classe politica.
Proprio per questo, forse l'unico evento che gli italiani ricorderanno delle celebrazioni sarà il giorno di festa del 17 marzo, data della proclamazione ufficiale dell'allora Regno d'Italia. Per il resto, la maggior parte continuerà a tenere a mente le quattro o cinque nozioni agiografiche sul Risorgimento imparate sui banchi di scuola e ripetute ossessivamente in ogni manifestazione istituzionale. Le occasioni per ripercorrere la storia del nostro paese non sono certo mancate. Quasi ogni giorno, in tutto il territorio nazionale, vi sono state inaugurazioni di monumenti, mostre, convegni e discorsi ufficiali con grande partecipazione di popolo. Ogni tappa del Risorgimento è stata ricordata con dovizia di particolari.
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