Gentile Carioti,
nel numero del 30 gennaio 1944 del quotidiano Il regime fascista, fondato da Roberto Farinacci, ho trovato un articolo intitolato: «Le foibe istriane». In esso è riportato l’elenco di condizioni che agli slavi servivano per l’uccisione degli italiani e di altri combattenti. «Da una dichiarazione del partito comunista jugoslavo trovata nelle tasche di un corriere comunista sloveno ucciso e pubblicata dal giornale filtro di Lubiana il 5 gennaio 1944, vi si legge un programma che vale la pena di far conoscere a tutti, e specialmente a taluni nostrani bolscevichi da salotto che hanno l’aria di simpatizzare con le idee e con i metodi di Mosca». Questo elenco comprende sedici punti piuttosto interessanti, in particolare per coloro che hanno sempre ribadito che a venir infoibati erano solo i soldati fascisti. Il punto 16 dice: «Tutte le liquidazioni dovranno venire eseguite da speciali reparti del partito». Nell’articolo si legge che «così sono stati liquidati non i borghesi e i capitalisti, che non esistevano, ma semplicemente e solamente Italiani dell’Istria e della Dalmazia dopo l’armistizio dell’8 settembre. Altra tremenda responsabilità che bolla ancora una volta con il marchio dell’infamia gli artefici della resa a discrezione. Domani, in tutte le città d’Italia, i Martiri Istriani e Dalmati verranno solennemente commemorati». Negli anni successivi è prevalsa la volontà di non ricordare questi martiri e tutti gli istriani, dalmati e fiumani che sono stati costretti ad abbandonare le loro terre.
nel numero del 30 gennaio 1944 del quotidiano Il regime fascista, fondato da Roberto Farinacci, ho trovato un articolo intitolato: «Le foibe istriane». In esso è riportato l’elenco di condizioni che agli slavi servivano per l’uccisione degli italiani e di altri combattenti. «Da una dichiarazione del partito comunista jugoslavo trovata nelle tasche di un corriere comunista sloveno ucciso e pubblicata dal giornale filtro di Lubiana il 5 gennaio 1944, vi si legge un programma che vale la pena di far conoscere a tutti, e specialmente a taluni nostrani bolscevichi da salotto che hanno l’aria di simpatizzare con le idee e con i metodi di Mosca». Questo elenco comprende sedici punti piuttosto interessanti, in particolare per coloro che hanno sempre ribadito che a venir infoibati erano solo i soldati fascisti. Il punto 16 dice: «Tutte le liquidazioni dovranno venire eseguite da speciali reparti del partito». Nell’articolo si legge che «così sono stati liquidati non i borghesi e i capitalisti, che non esistevano, ma semplicemente e solamente Italiani dell’Istria e della Dalmazia dopo l’armistizio dell’8 settembre. Altra tremenda responsabilità che bolla ancora una volta con il marchio dell’infamia gli artefici della resa a discrezione. Domani, in tutte le città d’Italia, i Martiri Istriani e Dalmati verranno solennemente commemorati». Negli anni successivi è prevalsa la volontà di non ricordare questi martiri e tutti gli istriani, dalmati e fiumani che sono stati costretti ad abbandonare le loro terre.
Emilio Del Bel Belluz
Nel testo dell’articolo che lei mi
ha allegato leggo le altre direttive: «Si debbono liquidare tutti i dirigenti
appartenenti a correnti borghesi; si debbono liquidare tutti i grandi
possidenti, capitalisti, industriali e kulaki (contadini benestanti); (...) si
debbono liquidare tutti gli intellettuali, gli studenti e i politici da caffè;
si debbono liquidare tutti i sacerdoti che si sono dichiarati contro il
proletariato...». Farinacci, avversario interno di Mussolini, fu uno dei volti
peggiori del Fascismo, ma lo scoop del suo quotidiano pare credibile, perché
proprio così si comportarono i partigiani di Tito. Ha ragione lei, la cosa più
impressionante è il silenzio omertoso che calò dopo quegli anni, durato oltre
mezzo secolo. Che nazione è quella che si vergogna di ricordare i propri
martiri?
Fausto Carioti
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