NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 27 giugno 2016

Lo “splendido isolamento“

Quante volte abbiamo ripetuto la frase di Foscolo, “Italiani vi esorto alla storia”, ma questa frase è valida per tutti le nazioni che hanno una storia, e nella vecchia Europa gli stati affondano le loro radici in secoli e secoli per cui l’invito era valido anche per la Gran Bretagna, che dell’Europa fa  parte, almeno dall’epoca di Giulio  Cesare, dovendo affrontare un “referendum” sull’uscita dall’attuale Unione  Europea, di cui possiamo essere insoddisfatti, ma che aveva posto  fine a quelle guerre, che in un secolo dal  1914  al  2016, l’avevano fatta  retrocedere dalla continente guida e “signore” del mondo da tutti i punti  di vista dalla politica, alla cultura all’economia, alla finanza, e a tutti gli altri settori della vita civile, a un continente ormai minoritario come popolazione, con ricorrenti crisi economiche, in crisi  d’identità spirituale e di quei valori morali, che lo avevano reso grande, e accerchiato da nazioni emergenti, oltre a tutto di religione differente, molte del quale, a  loro volta, in crisi, di carattere politico e istituzionale, anche con guerre  civili d’inaudita violenza, che hanno reso endemico un fenomeno, quello dell’emigrazione, che esisteva da qualche tempo, ma che non aveva assunto le dimensioni attuali.

Ebbene in tutto questo scenario brevemente tratteggiato gli elettori britannici, accorsi massicciamente alle urne, hanno deciso, con una modesta maggioranza, che oggi molti contestano, di abbandonare l’Unione  europea, senza minimamente pensare alle conseguenze anche interne, vedi Scozia e Irlanda  del  Nord, che minacciano secessioni, avendo votato per il mantenimento dell’adesione all’Europa, inseguendo un sogno antistorico di splendido  isolamento, sul quale c’è molto da discutere. Senza andare, infatti, troppo lontano nel tempo, ma partendo da quei 1700, che vide anche ufficialmente l’unione della Scozia, all’Inghilterra, il Regno  Unito, ha partecipato a tutte le dispute e le guerre che si svolsero nel continente, toccando il loro culmine nelle guerre napoleoniche, alle quali proprio l’esercito britannico pose  fine nella giornata di Waterloo, e solo da allora, fino al 1914, si estraniarono, almeno ufficialmente dalle vicende europee, anche considerando quella strana guerra contro l’impero russo, in Crimea, insieme  con la Francia e il Regno  di  Sardegna, lungimiranti Cavour e Vittorio  Emanuele  II, dedicandosi invece a ingrandire e rafforzare il suo impero, con guerre  coloniali, vedi repressioni delle rivolte in India o nel Sudafrica, contro i boeri, impero che così raggiunse una dimensione mondiale, mai vista fino allora, e oggi unico. Quanto  al periodo successivo al 1914 e alle due guerre  mondiali la partecipazione alle stesse del Regno, Unito, anche come protagonista, in entrambi i casi alleato con la Francia, è storia recente che dimostra il suo stretto legame con l’Europa, la prima volta mosso in soccorso del Belgio e la seconda volta per la Polonia, entrambi Stati Europei, purtroppo aggrediti da un altro paese  europeo, eventi questi che l’unione dovrebbe avere esorcizzato.

Quali siano state perciò le  argomentazioni  portate  invece a  favore  dell’uscita , abbiamo  letto e  constatato  la  loro  povertà  in  termini  ideali  e  pratici , quando il  governo  Cameron  aveva   già ottenuto  condizioni  invidiabili  ed  eccezionali, per  cui  un  voto  positivo  per  il  mantenimento  della  adesione, anche e  proprio   con  una  forte  minoranza  favorevole  all’uscita, sarebbe  risuonato  egualmente  alto  e  forte  come  monito  ai  burosauri   di  Bruxelles, ed  avrebbe  spinto  le  altre  nazioni  europee  ad  una  radicale  revisione  della  politica  comunitaria, in  quei  settori in  cui  è  sotto  accusa  in  vari  altri  paesi  europei, ed  invece  spinto   al rafforzamento  della  politica  estera  comune , oggi  quasi  inesistente ,  e degli  organismi  militari  ed  antiterroristici  che  rispondano  alle  attuali  esigenze, anche  se, fortunatamente  esiste, ma  nessuno  lo  ha  ricordato, pur  sempre  la  NATO, di  cui  il  Regno  Unito, è  stato   ed  è  parte  non  secondaria.


Domenico  Giglio

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