di Domenico Giglio
-Il regalo per i novant’anni della Regina Elisabetta.
Chi ha votato per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ha pensato forse, inconsciamente, anche
di rendere un omaggio alla sua Regina, ma, per l’eterogenesi dei
fini, ha forse innescato la dissoluzione del Regno Unito, come abbiamo visto quando Scozia e Irlanda del Nord,
hanno precisato che loro intendono rimanere giuridicamente nell’Europa comunitaria
e quindi staccarsi dal resto del Regno che diventerà non più “Unito”, cambiando
necessariamente anche la bandiera per la quale avevano combattuto ed erano morti
in centinaia di migliaia di soldati e marinai, anche scozzesi e irlandesi. Qualcuno ha poi notato
che nell’arco di
400 anni si sta probabilmente
compiendo con l’attuale
Regina Elisabetta II,un
ciclo storico con il
ritorno ad un
Regno d’ Inghilterra , quale era
quello su cui
regnava la prima
Elisabetta ? Se così fosse, non potevano fare regalo peggiore per i novant’anni
della loro Sovrana!
-Similitudini tra referendum.
L’esito del referendum circa la permanenza del Regno Unito nell’unione europea ha visto un’esplosione,
da parte
di analisti e commentatori, sui giornali italiani, di commenti negativi e
disgustati per il risultato, e insieme con argomenti seri, specie di carattere economico,
vi sono stati interessanti articoli sulla validità di questo voto, per la modesta
differenza tra i “sì” e i “no”, quando per eventi del genere, sarebbe stata necessaria,
così hanno scritto, una maggioranza
qualificata e alcuni, tenendo conto che i votanti sono stati poco più del
72% del corpo elettorale, hanno rilevato
che quindi solo il 37% si è espresso a
favore dell’uscita dall’U.E. distanza
di settanta anni, questi articolisti, che dai loro nomi escludo abbiano simpatie
monarchiche, con queste considerazioni m hanno dato un’autorevole conferma che il
referendum istituzionale del 1946, lascia
molti dubbi sull’effettiva vittoria repubblicana, il cui vantaggio di circa due
milioni di voti, si sarebbe ridotto tenendo
conto del milione e cinquecentomila voti annullati e minoritario rispetto
al totale degli iscritti nelle liste elettorali, e che un evento di tale genere
con le conseguenze che abbiamo visto e che viviamo, si sarebbe dovuto tenere quando
a votare dovevano essere tutti i cittadini italiani, di tutte le provincie,
comprese le centinaia di migliaia di ex prigionieri, ancora non rientrati in patria.
-Anglofobia e anglomania.
Sempre con questo referendum sono tornati a
galla sentimenti per lo più anglofobi, fino a riesumare il termine della perfida “Albione”,
dovuto a Vincenzo Monti, certamente poeta
famoso, ma non certo esempio di coerenza politica, ma anche sentimenti di amore
e ammirazione per istituzioni, tradizioni, usi
e costumi degli “angeli”, non “angli”,
come li aveva definiti un antico Pontefice. E’ possibile che non si possa ragionare
e valutare avvenimenti e popoli, con equilibrio e serenità, tirando invece fuori
luoghi comuni, se non addirittura barzellette,
e questo dopo settantuno anni dalla fine della seconda guerra
mondiale quando le ferite dovrebbero essere storicizzate e non più eventi
sui quali ancora basarsi nei rapporti reciproci tra le nazioni europee. La scena evangelica dell’adultera e la
frase di Gesù Cristo, che chi era senza peccato
scagliasse la “prima pietra”, hanno una validità universale, per cui lasciamo agli
storici, quelli veri e non ideologicità che scrive per dimostrare una tesi precostituita,
di definire i rapporti avuti dall’Italia con la Gran Bretagna e altre nazioni europee, poiché è l’Europa tutta a essere oggi
sotto attacco.
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