Da un'intervista di Lamberti Sorrentino del 1966, dal sito www.reumberto.it
"Qui a Cascais sono divenuto un lettore dei viaggi in Italia che da Virgilio, a Montaigne, a Goethe, a Dumas fino a Lawrence, e tanti altri, hanno scritto sul nostro paese. Vi è un settore della mia biblioteca dedicato a quelle opere; e spesso vi metto mano. Perché così viaggio in Italia anch'io; viaggio in Italia pure ascoltando i concittadini che come lei vengono a trovarmi; o seguendo la stampa".
Dalla sua risposta mi rendo conto che la mia domanda era fuori di proposito, Maestà; non si rivolgono domande ai re così dirette. Ho una scusa: mi ero rivolto all'italiano all'estero. E tuttavia mi permetterei di insistere. Ecco: vuole consentirmi di immaginare che Vostra Maestà sia uno degli italiani all'estero più fortunati, quelli che posseggono un'utilitaria; e che guidando quella utilitaria entra in Italia da Ponte San Luigi, si porta subito a Torino, parcheggia in Piazza Castello, e passeggia sotto i portici....
"C'è ancora Baratti e Milano?"
Credo, Maestà. E' la confetteria dalle cui vetrine si vede Palazzo Reale?
"Sì, e dove sono andato qualche volta, durante anni felici, quando comandavo un reggimento a Torino. E' alla caserma di quel reggimento che mi piacerebbe andare nell'ora della libera uscita, per guardare i soldati e le loro nuove uniformi, più sciolte, più adatte ai nuovi compiti delle forze armate".
"L'una cosa e l'altra. Ho, dai militari che vengono a trovarmi, buone notizie delle forze armate, della loro tecnicizzazione, dell'interesse che prendono i giovani ai congegni, spesso complicati e costosi, loro affidati".
Il nostro Re serbava un buon ricordo di questo Caffè Storico di Torino anche a distanza di venti anni dalla sua partenza per l'esilio. E' stata una bella sorpresa vedere che la stessa "Confetteria" ricambia l'affettuoso ricordo del Re esponendo in bellissima mostra ben due Bandiere del Regno d'Italia, evidentemente orgogliosa delle sue tradizioni.
E visto che la gratitudine è cosa rara in Italia ne siamo ancora più soddisfatti.
A questo storico locale va quindi il nostro "grazie!" per non aver tradito il pensiero memore di Re Umberto II.
Noi ci faremo di sicuro una sosta ogni volta che sarà possibile.
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