NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 28 giugno 2011

Messina, culla della monarchia nel 1946


04/06/2011 di Elisabetta Raffa


Tra i primati meno invidiabili di Messina, c’è quello raggiunto il 2 giugno 1946. Una data che è una pietra miliare nella storia moderna del Paese, perché quel giorno gli italiani scelsero la repubblica e misero per sempre in soffitta il sistema monarchico. Con grande dispiacere dei messinesi, che dimentichi delle enormi responsabilità della dinastia sabauda rispetto allo sfascio in cui versava l’Italia dopo una dittatura ed una guerra atroce, votarono per i Savoia con percentuali che oggi definiremmo bulgare.
Il risultato delle urne fu molto chiaro: 12.717.923 voti per la repubblica e 10.719.284  per la monarchia. Nel Nord Italia repubblica e monarchia avevano incassato rispettivamente il 64,8 per cento ed il 35,2 per cento, al Centro ci fu un risultato simile con il 63, 4 per cento ed il 36,6 per cento. Dati che si capovolsero da Roma in giù, perché nel Meridione la monarchia vinse ovunque con il 67,4 per cento contro il 32,6 per cento di chi preferiva la repubblica. E se il capoluogo di provincia più repubblicano fu Ravenna con una percentuale del 91,2 per cento seguita da Forlì con l’88,3 per cento, i comuni più fedeli ai Savoia si trovavano in Sicilia. In testa Messina (con l’85,4 per cento dei voti a favore della monarchia) e Palermo (84,2 per cento).
[...]


Ovvio che a noi invece il primato di Messina piace. Eccome. n.d.staff

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