Camillo Benso conte di Cavour. Dimenticato? Peggio che dimenticato. Calunniato, bistrattato, trattato da intrigante, cinico, imbroglione. Ma, soprattutto, da personaggio gretto, provinciale, privo di una qualsiasi visione politica diversa dal proposito di ingrandire il regno di Sardegna “piemontesizzando” ciò che era possibile di volta in volta “piemontesizzare”.
Prima la Lombardia, poi Modena, Parma e Piacenza, successivamente la Toscana, L’Emilia e la Romagna, l’Umbria ed, infine, grazie alla paralisi occasionale dell’Impero Asburgico, alle paure di Napoleone III ed al colpo di fortuna di Giuseppe Garibaldi, l’intera Italia meridionale.
Insomma, un uomo sopravvalutato dalla storiografia patriottarda ma in realtà un miope conservatore che non pensava affatto all’unità del paese ma solo a salvaguardare ed allargare gli interessi di casa Savoia. Le ragioni di questa rimozione calunniosa della figura di Cavour nell’anno del 150° sono molteplici.
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