NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 17 giugno 2011

La Regina Margherita. Colta e comunicativa, fu un'icona dell'Italia unita

Su segnalazione del nostro Amico Ing. Domenico Giglio riportiamo questo bell'articolo di Giuseppe Galasso comparso sul Corriere della Sera

Con il re un legame poco felice che però aiutò il sentimento nazionale. Impeccabile nel ruolo anche dopo l'assassinio di Umberto I




L'Italia dei tempi di Margherita apparve, a nazionalisti e fascisti, come una Italietta dimessa e modesta rispetto alle attese risorgimentali. Lo si diceva sul piano diplomatico e militare (Custoza e Lissa nel 1866, Adua nel 1896) ma anche per una permanente conflittualità interna; per la torrenziale emigrazione dilagata dagli anni 70; per la grande distanza tra il «Paese reale» e il «Paese legale»; per la bassa opinione della politica come non adatta alle persone perbene; per la diffusione di tendenze e movimenti protestatari o anarchici o estremistici; per le continue agitazioni e disordini che diffusero un'idea dell'Italia come Paese instabile, inadatto a un libero regime.

Eppure quell'Italietta, fino al 1876 con la Destra, poi con la Sinistra, fu subito audace anche in politica estera, potenziò molto le sue attrezzature e infrastrutture e modernizzò la sua struttura amministrativa, legislativa e culturale, pur non riuscendo a risolvere problemi essenziali come quello del Mezzogiorno.


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