Vittorio Emanuele III era
più bravo a dipingere che a regnare in Italia
Secondo Degas «il disegno è
l' espressione più diretta e spontanea dell' artista: una specie di scrittura
che rivela - meglio della pittura - la sua vera personalità». Ecco perché
rivestono un interessante valore documentale i disegni da poco ritrovati e che
vi presentiamo in esclusiva: sono i lavori del giovane Vittorio Emanuele III di
Savoia, da lui realizzati tra i dodici e i diciotto anni di età. Un carattere
schivo, diffidente e malinconico quello del "Re soldato", amante di
discipline "da biblioteca", come storia, geografia e numismatica. Non
è difficile immaginarlo da ragazzo, mentre riprendeva dal vero i suoi paesaggi
nella beata solitudine campestre. Sulla sua figura di monarca la storia ha
espresso giudizi pesanti - per il voltafaccia dell' 8 settembre e lo sbando cui
furono abbandonati i nostri militari - che hanno spazzato via i suoi primi
discreti anni di regno e il merito di aver vinto la Grande Guerra. Il dileggio
si è poi spesso accanito sull'unica cosa della quale non aveva colpa, ovvero
il suo aspetto fisico. Forse a causa della consanguineità dei suoi genitori,
Umberto I e Margherita di Savoia-Genova, cugini fra loro, o forse per via di un
parto difficile, crebbe di statura solo fino ai 153 cm.
CAPRO ESPIATORIO
Per via di questi e altri
fattori, la storiografia non lo ha mai molto considerato, ritenendolo una
figura mediocre. Per larga parte degli ambienti monarchici e per storici più di
nicchia, invece, è stato un personaggio molto travisato, che ha fatto ciò che
poteva in una situazione di grave difficoltà, poi divenuto un capro espiatorio
per coprire altri e maggiori responsabili. Fatto sta che quando il sovrano, nel
1946, abdicò e scelse l' esilio, non poteva portare tutto con sé e donò parte
dei suoi archivi e dei suoi averi, tra cui uniformi e decorazioni, a funzionari
e cortigiani fedeli.
Parte di questo materiale è stato acquisito recentemente da un collezionista e, dato che era già molto ben catalogato, è stato da poco esposto a Roma, nel 150° della sua nascita, presso il Museo dei Granatieri di Sardegna. Diretto dal tenente colonnello Bruno Camarota, insieme all' appena riaperto Museo della Fanteria, quello dei Granatieri è una realtà molto attiva e da alcuni anni propone ricche e frequenti mostre su personaggi storici di primo piano.
Parte di questo materiale è stato acquisito recentemente da un collezionista e, dato che era già molto ben catalogato, è stato da poco esposto a Roma, nel 150° della sua nascita, presso il Museo dei Granatieri di Sardegna. Diretto dal tenente colonnello Bruno Camarota, insieme all' appena riaperto Museo della Fanteria, quello dei Granatieri è una realtà molto attiva e da alcuni anni propone ricche e frequenti mostre su personaggi storici di primo piano.
Le fotografie del Savoia,
per grandissima parte completamente inedite, erano già ordinate in buste divise
per soggetto e situazione: vi sono quelle relative ai figli, alla consorte
regina Elena, a scene di quella intimità familiare che regalò a Vittorio
Emanuele i pochi momenti davvero felici della sua esistenza. Vi è persino una
busta del medico personale del Re, conte Quirico, che, tra le altre cose,
custodisce ancora gli aghi utilizzati per le vaccinazioni del sovrano e dei
suoi figli. Si può dire, quindi, che l' esposizione al Museo dei Granatieri
conserva anche un campione del Dna della famiglia reale.
Una componente cospicua del
materiale cartaceo è costituita da sessantanove, tra acquerelli e disegni a
matita, che ritraggono paesaggi, castelli, capanne contadine, ponticelli,
rovine romanticheggianti.
«Mentre i dipinti di
Hitler», commenta Vittorio Sgarbi, «stupiscono di più, per il solo fatto che
una personalità come quella del dittatore tedesco amasse la pittura e l' arte,
i lavori di Vittorio Emanuele III sostanzialmente confermano un' individualità
"diminutiva" e poco originale, certamente bene educata, col suo
vedutismo alla Massimo d' Azeglio, o le copie accademiche di ritratti forse
ripresi da Benozzo Gozzoli o da qualche altro pittore fiorentino. Del resto,
Casa Savoia è stata grande fino a Umberto I, ma con Vittorio Emanuele III ha
segnato la sua fine».
PROSPETTIVA
Un accademismo scolastico
non privo di qualche pregio, tuttavia. Secondo il pittore Giorgio Dante,
affermato esponente del figurativismo contemporaneo: «Sebbene di qualità
variabile, i disegni sono interessanti e ben fatti, quasi certamente eseguiti
dal vero e denotano un ottimo studio prospettico delle complesse architetture.
Le poche cancellature mostrano una mano sicura, il segno nitido e leggero è
attento al rispetto delle luci. Nonostante il soggetto difficile, l' acquerello
monocromo è un bellissimo lavoro. Certamente il giovane principe assorbì i
dettami di un' Accademia che, a fine '800, era giunta al culmine della
tecnica». La grafologa Marilena Cremaschini, specializzata nell' analisi delle
personalità attraverso il disegno, offre questa interpretazione: «I disegni evocano
momenti di pace al volgersi della sera, come a voler ricercare la lentezza e la
serenità dopo le avversità del giorno. Colpisce l' assenza assoluta di figure
umane nei suoi paesaggi, espressione di un bisogno di ritirarsi proprio dal
contatto con gli altri. Questa esigenza di privacy emerge anche dalla
"insularità" dei disegni, raccolti e concentrati al centro del foglio
con un ampio margine bianco intorno. I soggetti riguardano spesso edifici
antichi, o rovine, segno che i fatti del passato erano davvero importanti per
il futuro Re.
L' uso dei colori o della
scala di grigi denota una spiccata sensibilità, ma il chiaroscuro è molto
controllato come se tutto quello che lui avrebbe voluto fare od essere fosse
stato impedito dal suo ruolo, o forse anche dalla sua fisicità».
Che siano artisticamente
validi, o meno, su quei fogli ingialliti, rimangono fissate le luci e le ombre
- per quanto tenui - di una personalità che ha tenuto in mano le sorti della
Patria per ben 46 anni e che per questo meriterebbe di essere studiata più a
fondo.
di Andrea Cionci
di Andrea Cionci
https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13546958/vittorio-emanuele-iii-era-piu-bravo-a-dipingere-che-a-regnare-in-italia.html
Spunti di verità emergono comunque dall'articolo.
Si
salva la conclusione...
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