Favria, 3.12.2019 Giorgio Cortese
Il Reggimento “Savoia
Cavalleria” è uno dei più antichi e gloriosi della cavalleria dell’Esercito
Italiano ed attualmente è inquadrato nella Brigata paracadutisti “Folgore”.
Le
sue origini risalgono alla fine del Seicento, quando avviene la trasformazione delle
Gens d’Armes, formazioni di cavalleria pesante legate da rapporti feduali,
milizie private dal feudatario.
Nel 1692 viene discolta la Brigata di Gens
d’Armes del Piemonte vennero costituiti due diversi Reggimenti, uno dei quali
venne in un primo momento denominato Mombrison e poi None, dal nome dei
comandanti.
Nel medesimo anno assunse la denominazione di “Savoia Cavalleria”,
dalla regione dove venivano reclutati i cavalieri. Durante l’assedio di Torino
da parte degli ispano-francesi, durato ben cinque mesi, maggio – settembre
1706. Durante la battaglia la battaglia per liberare Torino un portaordini di
Savoia Cavalleria, incaricato di recare informazioni sull’esito vittorioso
dello scontro, pur gravemente ferito alla gola da un drappello avversario, riuscì
a raggiungere Vittorio Amedeo dandogli la notizia prima di spirare.
L’esclamazione del duca “Savoye, bonnes nouvelles” divenne da allora il nuovo
motto del reggimento, così come si vuole che il filetto rosso che borda il
bavero nero dello stesso reggimento, o per talune epoche, come l’attuale
cravatta rossa, non sia altro che il simbolo del sangue che ha arrossato il
colletto dell’ignoto portaordine.
Perché questa storia con la maglia del Toro?
[...]
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