di Giovanna Francesconi

Nonostante il loro fosse
definito un matrimonio d’amore non lo fu affatto
Umberto aveva ricevuto
un’educazione molto severa, era religioso, ligio all’etichetta, alla vita di
corte, obbediva ciecamente al padre anche quando era in disaccordo, Maria José,
cresciuta in una corte libera e illuminata, non amava i cerimoniali di corte,
le occasioni mondane, preferiva la vita semplice in compagnia di amici e persone
che la interessavano veramente, era indifferente alla religione e
scandalosamente ”moderna”, fumatrice e bevitrice. Non erano davvero una coppia
ben assortita.
A Torino Maria Josè fece
‘salotto’ per conto suo, ricevendo artisti, filosofi e personalità di vario
tipo in completa indipendenza dal marito, occupato con la vita militare e
disinteressato alle frequentazioni della moglie. Nel 1933 si trasferirono a
Napoli, dove restarono fino all’inizio della seconda guerra mondiale. Qui
nacquero Maria Pia nel 1934, Vittorio Emanuele nel 1937 e Maria Gabriella nel
1940. L’ultima figlia, Maria Beatrice, nacque a Roma nel 1943, dopo il
trasferimento al Quirinale.
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