NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 25 dicembre 2019

Il primo Natale del Re d’Italia Umberto II in esilio.


 di Emilio Del Bel Belluz

Il Natale 1946 fu il primo Santo Natale che il Re d’Italia passò in Portogallo dopo la sua partenza per l’esilio. Nella vita di ognuno ci sono dei periodi particolari che non si dimenticano mai, specialmente quando si deve cambiare vita completamente, come lasciare il proprio Paese natio.  
L’esilio avrebbe dovuto finire dopo qualche tempo come gli era stato promesso, invece durò trentasette anni. Il sovrano aveva lasciato l’Italia per evitare la guerra civile. Il Re che era un galantuomo, un uomo d’onore e leale si era fidato. 
Quel Natale non fu lo stesso per molti che amavano i Savoia, perché si sentivano truffati dal risultato del referendum e dal modo in cui il Re era stato allontanato dall’Italia. 
Difficile comprendere e sentire quello che provano gli altri, ma immagino che la malinconia nel cuore del sovrano fosse grande. La terra del Portogallo fu ospitale per Umberto II, la gente incominciò subito ad amarlo, specialmente le persone più bisognose che avevano saputo che il Sovrano aveva un grande cuore e  vedeva in loro l’immagine del Signore. 
Il primo Natale da esule non lo avrebbe mai dimenticato, perché le ferite inferte dal destino lasciano una traccia. In questi giorni ho trovato grazie al mio amico Umberto un articolo scritto dal giornalista Luis C. Lupi nel settimanale Oggi del 7 gennaio 1947 che ripropongo: “ Primo Natale in esilio di Umberto II” “Non c’è stato sciampagna il giorno di Natale alla mensa dei sovrani d’Italia; e nemmeno vino o cibi italiani. Il cuoco portoghese ha preparato per i bambini i caratteristici canditi locali e paste dolci; biscotti e vino di Porto per gli altri commensali.« Tuttavia è stato un giorno lieto per tutti , specie per i bimbi», ha detto il generale Graziani, che fa parte della casa del Re. 
« Essi erano in grande felicità per i giocattoli e i regalini che hanno ricevuto; ed anche il re non nascondeva la gioia per un messaggio che gli era pervenuto dai suoi congiunti in Egitto; i quali hanno pure inviato alcuni doni ai nipotini». La principessa Maria Pia e il principe Vittorio Emanuele hanno voluto essi stessi partecipare alla preparazione dell’albero natalizio che era stato regalato loro da un gentile signore di Cintra ove sono i più grandi boschi di pini del Portogallo. Essi stessi vi hanno attaccato le candeline, i calendarietti e tutti i ninnoli che costituiscono la ricchezza e l’ornamento di ogni albero natalizio.I principini hanno ricevuto in questi giorni affettuose lettere di augurio dai loro piccoli amici italiani, e la principessa Maria Pia, in particolare, dalle amichette con le quali prestava servizio nelle “Guide”. 
Il mattino di Natale i quattro figli di Umberto e di Maria José sono entrati nella stanza ov’era allestito l’albero tutto illuminato. I doni erano disposti su quattro tavolinetti; uno per ciascun bambino. Su tutti e quattro c’era una piccola lampada da letto regalata dal padre, poi Vittorio Emanuele ha avuto una scatola di compassi dalla mamma e un impermeabile giunto con un pacco di doni dai nonni paterni. A Maria Pia il babbo ha regalato una sciarpa da collo, la mamma un pullover e una sciarpa: ma anch’essa ha avuto dai nonni un impermeabile. A Maria Gabriella è toccata una minuscola vestaglia da camera, mentre alla più piccola, Maria Beatrice, che ha soltanto tre anni, il babbo ha regalato una bambola e la mamma una carrozzina. Anche la nonna, Elisabetta del Belgio, che da qualche giorno si trova non molto lontano dalla figliola, a Monteroil, ha fatto a ciascuno dei nipotini un piccolo dono. 
Ma un regalo, che si può dire simbolico, come ha detto il generale Graziani e che tale doveva certamente essere nell’intenzione del donatore, è giunto a tutta la famiglia da parte di un ricco italiano, da molti anni residente in Portogallo, ove si è acquistata una posizione preminente: si tratta di una minuscola gabbia dalla quale sei rondini con un nastro azzurro al collo, spiccano il volo per ritornare al nido.

«Sei sono anche gli esiliati », ha commentato il generale Graziani, «e tutti sperano ancora di far ritorno, un giorno, in patria». Nella settimana di Natale i principini hanno chiuso i loro libri ed hanno avuto vacanza, anche perché la loro istitutrice italiana ha subito nei giorni scorsi una leggera operazione ed è ancora in convalescenza. Il mattino della vigilia essi sono scesi ad Estoril per acquistare doni da scambiarsi tra loro o da inviare ai loro piccoli amici. Nel pomeriggio, accompagnati dai loro genitori, sono andati tutti insieme a far visita ai quattro figli del conte e dalla contessa di Barcellona, che li hanno accolti intorno al loro albero ed hanno offerto a ciascuno di loro un regalino. 
La sera hanno partecipato al pranzo della vigilia tra il babbo, la mamma e la nonna Elisabetta. Un padre italiano dei Salesiani, che vive ad Estoril, ha celebrato nella minuscola cappella della villa la messa di mezzanotte, cui hanno assistito, oltre Umberto e Maria José, anche Elisabetta del Belgio, il duca e la duchessa di Genova, giunti poco prima da Estoril ove normalmente risiedono, le tre o le quattro persone del seguito e tutto il personale di servizio. Nella giornata di Natale  ̶  una bellissima luminosa giornata dal cielo intensamente azzurro come quello italiano  ̶  il Re si è alzato, come consueto, di buon’ora. Alle 8,30 coi figli Maria Pia, Vittorio Emanuele e Gabriella si è recato a messa nella chiesa di Cascais, ove la principessa Maria Pia ha fatto anche la comunione. 
Quindi, dopo una rapida colazione, tutti i principini, accompagnati da miss Smith, la istitutrice inglese, hanno fatto una lunga passeggiata fin oltre la “Bocca dell’inferno”, seguiti da Boneca e Cintra, i due cani, fedeli compagni inseparabili dei loro giochi. Sotto queste alture, a cavaliere della baia di Cascais, poco lungi dal gaio e notissimo centro internazionale di Estoril, si trova la nuova dimora che ospita gli ex reali d’Italia nel loro esilio portoghese: un castello, già di proprietà del primo ministro conte di Montereale, un autentico borghese che mostrò gran talento, durante la vita, nell’accumulare un’immensa fortuna con danari di tutti i paesi, ma che non rivelò altrettanta disposizione nel formare la sua sensibilità artistica. Ad ogni modo la nuova abitazione degli ex sovrani d’Italia è certamente assai più comoda della casa della marchesa di Cavadal, nella quale essi avevano trovato ospitalità al loro giungere in Portogallo. 
La casa di Colares era ricca di tradizioni; ma questa è ben più vasta, ha una grande sala centrale da pranzo ed una incantevole veduta di tutta la baia. I pescatori, che tengono le loro barche nella minuscola spiaggia sottostante al castello, hanno ormai imparato a conoscere la famiglia; e, sia Umberto che i figli, sono già popolari tra la gente del villaggio. 
In questo ambiente sereno e riposante è trascorsa la festività del Natale. Unici ospiti del tradizionale pranzo natalizio sono stati il duca e la duchessa di Genova. Nel pomeriggio i tre principini più grandi, accompagnati da miss Smith, sono scesi ad Estoril per salutare, nella clinica ov’è ricoverata, la loro istitutrice italiana, e portarle qualche piccolo dono. Sono tornati stanchi e ridenti, come tutti i bambini dopo le emozioni di un giorno tanto atteso. Gli ospiti erano partiti. 
Nella semplice sala da pranzo, intorno alla tavola modesta, la sera di Natale è trascorsa nella più assoluta intimità familiare: Umberto, Maria José ed i loro quattro figlioli.

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