In
onore della Festa Patronale di San Michele Arcangelo, Sabato 29 Settembre alle
ore 11.30 si celebrerà la Santa Messa presso la Sacra di San Michele, monumento
simbolo dei Piemonte.
Il Culto di San Michele approdò nella Val di Susa tra nei secoli
V e VI.
La sua posizione in alto e lo scenario suggestivo circostante
richiamano i due insediamenti micaelici del Gargano e
della Normandia.
Fondata
tra il 983 e 987 sullo sperone roccioso del monte Pirchiriano si trova al
centro di un cammino di pellegrinaggio devozionale (oltre duemila chilometri)
per il culto di San Michele: quasi tutta l’Europa da Mont-Saint Michel a Monte
Sant’Angelo.
Il monte è stato sempre vissuto da insediamenti umani fin dai
tempi preistorici.
Nelle epoche successive è stato fortificato dai Liguri e poi dai
Celti.
Nel 63 d.C. quando le Alpi Cozie divennero Provincia
Romana,l’impero sfruttò il luogo come area militare visto la
sua posizione strategica.
Successivamente il monte fu invaso dai Longobardi i quali
innalzarono muraglie e torri fino alla conquista del 888 d.C. dei saraceni che
durò per ottant’anni.
Verso la fine del X secolo un discepolo di San Romualdo (San
Giovanni Vincenzo) decise di dedicarsi alla vita eremitica in
loco, grazie alle predisposizione del luogo e alla presenza di un’altra colonia
eremitica su un altro monte.
Alle soglie dell’anno mille giunse nell’eremo di Giovanni il
conte Ugo mandato dal Papa in esilio per penitenza.
Dopo l’edificazione del monastero, l’esempio di vita solitaria
del Conte portò l’eremo ad essere centro di sosta di pellegriniquasi
a livello internazionale.
Il continuo afflusso di fedeli gli fece ottenere l’autonomia e
l’indipendenza come monastero benedettino.
In questo periodo la Sacra raggiunse il
suo massimo splendore estendendo i proprio possedimenti in Italia e Europa con
diritti spirituali, amministrativi e penali.
Nel 1379 iniziò la decadenza del monastero benedettino a
causa della richiesta di Amedeo VI di Savoia di abolire la figura dell’abate
monaco.
La Santa Sede accettò quindi i monaci furono sostituiti dai
commendatari e da priori che governavano tutte le rendite.
Dopo 600 anni di vita benedettina, la Sacra restò abbandonata
per oltre due secoli.
Nel 1836 Re Carlo Alberto di Savoia, desideroso
di far
risorgere il monumento dell’onore della Chiesa piemontese,
decise di collocarvi stabilmente una congregazione religiosa.
Tale opportunità toccò al giovane fondatore dell’Istituto della Carità (Antonio
Rosmini) il quale accettò.
Papa Gregorio XVI nell’agosto del 1836 nominò i Rosminiani
amministratori della Sacra..
Carlo Albero decretò lo spostamento delle ventiquattro salme dei
reali di Casa Savoia dal Duomo di Torino al Santuario, ora tumulate.
Affiancati dai Savoia, i Padri Rosminiani restano anche dopo la
legge sui beni ecclesiastici che spogliavano le comunità religiose.
Ai Padri si sono uniti da qualche anno un gruppo di Ascritti
rosminiani, membri dell’Istituto della Carità ma senza
aver preso voti di povertà castità e
obbedienza.
Si uniscono alla Congregazione spiritualmente, partecipando alla comunione
dei beni spirituali.
La storia attuale della Sacra prevede una grossa partecipazione
di enti pubblici e privati per valorizzare questo monumento.
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