NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 29 settembre 2018

Sacra di San Michele: Santa Messa per San Michele


In onore della Festa Patronale di San Michele Arcangelo, Sabato 29 Settembre alle ore 11.30 si celebrerà la Santa Messa presso la Sacra di San Michele, monumento simbolo dei Piemonte.
Il Culto di San Michele approdò nella Val di Susa tra nei secoli V e VI.
La sua posizione in alto e lo scenario suggestivo circostante richiamano i due insediamenti micaelici del Gargano e della Normandia.
Fondata tra il 983 e 987 sullo sperone roccioso del monte Pirchiriano si trova al centro di un cammino di pellegrinaggio devozionale (oltre duemila chilometri) per il culto di San Michele: quasi tutta l’Europa da Mont-Saint Michel a Monte Sant’Angelo.

Il monte è stato sempre vissuto da insediamenti umani fin dai tempi preistorici.
Nelle epoche successive è stato fortificato dai Liguri e poi dai Celti.
Nel 63 d.C. quando le Alpi Cozie divennero Provincia Romana,l’impero sfruttò il luogo come area militare visto la sua posizione strategica.
Successivamente il monte fu invaso dai Longobardi i quali innalzarono muraglie e torri fino alla conquista del 888 d.C. dei saraceni che durò per ottant’anni.
Verso la fine del X secolo un discepolo di San Romualdo (San Giovanni Vincenzo) decise di dedicarsi alla vita eremitica in loco, grazie alle predisposizione del luogo e alla presenza di un’altra colonia eremitica su un altro monte.
Alle soglie dell’anno mille giunse nell’eremo di Giovanni il conte Ugo mandato dal Papa in esilio per penitenza.
Dopo l’edificazione del monastero, l’esempio di vita solitaria del Conte portò l’eremo ad essere centro di sosta di pellegriniquasi a livello internazionale.
Il continuo afflusso di fedeli gli fece ottenere l’autonomia e l’indipendenza come monastero benedettino.
In questo periodo la Sacra raggiunse il suo massimo splendore estendendo i proprio possedimenti in Italia e Europa con diritti spirituali, amministrativi e penali.
Nel 1379 iniziò la decadenza del monastero benedettino a causa della richiesta di Amedeo VI di Savoia di abolire la figura dell’abate monaco.
La Santa Sede accettò quindi i monaci furono sostituiti dai commendatari e da priori che governavano tutte le rendite.
Dopo 600 anni di vita benedettina, la Sacra restò abbandonata per oltre due secoli.
Nel 1836 Re Carlo Alberto di Savoia, desideroso di far risorgere il monumento dell’onore della Chiesa piemontese, decise di collocarvi stabilmente una congregazione religiosa.
Tale opportunità toccò al giovane fondatore dell’Istituto della Carità (Antonio Rosmini) il quale accettò.
Papa Gregorio XVI nell’agosto del 1836 nominò i Rosminiani amministratori della Sacra..
Carlo Albero decretò lo spostamento delle ventiquattro salme dei reali di Casa Savoia dal Duomo di Torino al Santuario, ora tumulate.
Affiancati dai Savoia, i Padri Rosminiani restano anche dopo la legge sui beni ecclesiastici che spogliavano le comunità religiose.
Ai Padri si sono uniti da qualche anno un gruppo di Ascritti rosminiani, membri dell’Istituto della Carità ma senza aver preso voti di povertà  castità e obbedienza.
Si uniscono alla Congregazione spiritualmente, partecipando alla comunione dei beni spirituali.
La storia attuale della Sacra prevede una grossa partecipazione di enti pubblici e privati per valorizzare questo monumento.

http://www.vaticano.com/sacra-di-san-michele-santa-messa-per-san-michele-2018/

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