NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 23 settembre 2018

La Maschera funebre di Padre Pio, racconto

Antonio Del Vecchio Cultura 22 Settembre 2018



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Ad un certo momento entrò in sala, una signora dall’abbigliamento e comportamento assai distinto, che dopo aver sostato presso ogni singolo quadro, come se ne volesse saggiare con il suo sguardo da esperta non solo l’insieme, ma anche il più trascurabile particolare. Al termine del suo veloce girovagare, anche lei fu attirata  dalla cartella dei disegni. Li scartabellò e fu attratta subito dalla “Maschera”, quadro che l’artista amava far vedere, ma mai vendere, perché in  esso   era racchiusa tutta la sua anima e sentimento di quegli attimi vissuti a stretto contatto con l’essenza terrena del Santo, quello che lo aveva attratto a sé come un inimitabile, difficile da gestire e da riprodurre. 
La donna gli chiese quando costasse il disegno e Michele, stupito per la richiesta che non si aspettava, quasi per liberarsene, le rispose, sparando una cifra esorbitante rispetto a quella del “Bolaffi”, il catalogo che ‘misurava’ le opere e gli artisti italiani e stranieri di grido del momento. La misteriosa interlocutrice, prese subito il libretto degli assegni e firmò subito quanto richiesto. A che l’autore fu costretto a cedere, per non fare una brutta figura. Seppe dopo che quella signora non era nientìaltro che la contessa Concetta Lanfranchi, la presidentessa del settore femminile dell’Unione Monarchica Italiana, braccio visibile nello Stivale, della Casa Reale dei Savoia e del cosiddetto ‘Re di maggio’,  Umberto II. Tanto per il breve regno sopportato, prima di essere esiliato a Cascais in Portogallo. Al disegno, quest’ultimo, come per il resto l’intera famiglia, ci teneva assai, in quanto era legata a doppio filo con la devozione verso la religione cattolica e in particolare verso i suoi personaggi più prestigiosi, quale era appunto, Padre Pio. E questo possedendo tra i suoi avi  dei personaggi canonizzati di un certo rilievo. Prima di morire, Umberto II  affiderà  la custodia del disegno al deputato. Filippo Benedettini, Presidente dell’UMI, che lo metterà in mostra presso l’ufficio della presidenza dell’associazione a Roma. Saranno, poi, i suoi successori a restituire l’opera d’arte a Casa Sollievo. E questo dopo una intensa corrispondenza epistolare tenuta dall’arcivescovo Domenico D’Ambrosio con il segretario generale dell’Umi, Giovanni Semerano, prima, e dal suo successore Michele Castoro (vedi foto con l’artista Miglionico), di recente scomparso. Ora il disegno, ben sistemato in un quadro è esposto alla venerazione dei visitatori nell’apposito Museo, allestito presso la Cappella grande della predetta struttura ospedaliera. “Tanto per rendere onore e lustro – ci dice visibilmente commosso Miglionico - ad uno dei più grandi interpreti ed intercessori dei nostri tempi, qual è appunto Padre Pio da Pietrelcina, di cui il mio  maggiore cruccio di non essere riuscito, nonostante i miei innumerevoli tentativi, di tradurlo in calco. Pace e bene!”.    

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