NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

lunedì 24 settembre 2018

Articolo del Presidente Semerano sulla Maschera funebre di San Pio


LA STORIA DELLA MASCHERA FUNEBRE DEL FRATE DEL GARGANO

di Giovanni Semerano
“Ho sempre creduto che i Santi non sarebbero mai morti!” Padre Pio, Santo lo fu già da subito, e il giovane Michele Miglionico incredulo, quasi immobile dal dolore, era impietrito davanti alla salma del Frate del Gargano.
Questa storia cominciò così, con la frase infantile di un giovane artista, che sempre, poi, resterà “legato” all'icona del Santo.Tatto cominciò all’alba del 24 settembre 1968, una mattina grigia e pesante, quando alle ore 3, insieme al professore Francesco Paolo Fiorentino, Michele Miglionico fu chiamato da Padre Pellegrino, dal guardiano Padre Carmelo di San Giovanni in Galdo e da Padre Giacomo (fotografo dell'evento delle stimmate scomparse), a recarsi presso il Santuario. L'intento era quello di far eseguire a Miglionico, già noto in paese per il suo talento e i suoi studi presso le accademie parigine, un calco funebre dal volto di Padre Pio. Ma data l'impossibilità dell’operazione, il professore Fiorentino disse che la cosa più semplice era quella di fare un disegno della salma. Essere davanti al corpo senza vita di Padre Pio, però non era come fare un ritratto qualsiasi, e l'emozione aveva preso tutti i protagonisti. Al professore Fiorentino, d'improvviso cadde la matita in terra e disse che non poteva, dalla commozione disegnare e pregò Miglionico di fare lui il disegno.
Dopo tanti anni a Taranto nel 1974, la Galleria l'Incontro organizzò una personale di Michele Miglionico, che per l'occasione, oltre ai lavori olio su tela, espose una ricca cartella di disegni a matita, ritratti, fiori, piazze e strade di Parigi e altro, e infilato tra i vari fogli, la Maschera Funebre di Padre Pio. Era un pomeriggio assolato di luglio, quando una distinta signora entrò in galleria. Molto attentamente pose il suo sguardo sui quadri esposti, ma la sua attenzione fu rivolta ai disegni. Tra questi scelse quello della Maschera Funebre e volgendosi verso Miglionico chiese quanto costasse.
Miglionico fu sorpreso che la signora potesse essere proprio interessata a quel ritratto e non volendosene liberare, chiese una cifra che, per come erano allora quotate e sue opere, era oltre modo inverosimile. Ma la signora, senza battere ciglio firmò un assegno.
Quella signora era la contessa Concetta Lanfranchi, dirigente nazionale del Movimento Femminile dell' U.M.I.. La contessa, acquistava l'opera, per farne omaggio a Sua Maestà Umberto II, in esilio in Portogallo, devoto come tutta Casa Savoia, di Padre Pio.

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