
NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.
lunedì 11 luglio 2011
Hugo Pratt Salpò dal fumetto e approdò all’arte
di Luca Beatrice
Si apre oggi al Museo d’Arte di Lugano una delle più
complete retrospettive sull’opera di Hugo Pratt dopo la sua scomparsa, avvenuta
a Lugano nel 1995. Questo appuntamento offre l’occasione per tentare di
rispondere a due interrogativi finora irrisolti. Il primo: Pratt è «soltanto»
il maestro assoluto del fumetto moderno oppure può aspirare a qualcosa di più?
Il secondo: perché ci si divide ancora sul «background» del nostro autore,
strattonandolo a manca e destra? Ovvero, lui e il suo immortale personaggio
Corto Maltese erano davvero uomini di destra?
Andiamo per ordine. Pratt parte dal fumetto e arriva
all’arte. La sua bravura nell’acquarello non ha uguali in Italia - forse il
solo Francesco Clemente, pittore della Transavanguardia, gli sta dietro - ma
nel nostro Paese, a differenza che in America o in Francia, la critica ragiona
ancora per compartimenti stagni per cui esporre un illustratore in un museo
risulta comunque un’anomalia. Tra il 1967, anno di Una ballata del mare salato,
primo albo di Corto, e il 1974, il secondo episodio, un capolavoro, Corte
Sconta detta Arcana, non c’è sulle nostre sponde alcun pittore così avanti,
così visionario e di gusto internazionale. All'epoca, aspettando
l’esplosione dell’Arte Povera, la pittura si divideva tra resistenza
dell’Informale astratto ed episodi marginali di Pop Art (Mario Schifano a
parte), e i quadri risultavano meri esercizi stilistici e accademici. Per
contro, il mondo del fumetto (con la celebre triade Guido Crepax - Milo Manara
- Hugo Pratt) fu capace di rivoluzionare l’organizzazione della tavola, non più
lineare come nei comics americani. Questi tre maestri provengono dai
giornaletti di massa e approdano alla cosiddetta autorialità, che proprio negli
anni ’60 stabilisce un netto discrimine tra il commerciale e il ricercato.
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È uno dei miei favoriti. Una certa parte posteriore di tempo ho inviato un video (francese) di Corto maltese in Siberia, la storia che ho gradetto il più bene dovuto i caratteri della priorità bassa. Ha avuto grande talento certamente.
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