NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 2 luglio 2011

Che ci facciamo là?

Un altro Caduto. Un altro Soldato d'Italia perso in un paese lontano.
Non possiamo che associarci al cordoglio nei confronti della Famiglia e particolarmente della giovane vedova. Lo facciamo pubblicamente come lo abbiamo fatto silenziosamente tutte le altre volte.
Lo facciamo orgogliosi di aver vestito la stessa divisa, le stesse stellette, di aver fatto lo stesso giuramento di fedeltà all'Italia, checché repubblica, perché ce lo diceva il Re : l'Italia innanzitutto.
Ma adesso dopo anni, soldi, mezzi e soprattutto vite umane è doveroso chiedercelo. Che ci facciamo là? Che ci facciamo ancora là?
Va bene essere inseriti nelle alleanze e fare la propria parte, va bene non tirarsi indietro, va bene, ammesso che davvero vada bene, esserci stati. Ma adesso a che pro?
Spendiamo infinitamente di più di quanto un paese alla canna del gas come il nostro si possa permettere, sacrifichiamo vite, dolore, famiglie e cosa abbiamo in cambio?
Un seggio all'Onu? Un qualcuno che ci dia retta? Uno che ci prenda sul serio?
Nulla di tutto ciò: siamo un grande paese con un peso specifico pari ai numeri negativi.
Ci blandiscono quando c'è da fornire materiale umano altamente qualificato e ci voltano le spalle quando c'è da pagare qualcosa in termini di credito internazionale.
E' ora di riportare a casa i nostri militari. Di riportarli tutti e di impiegarli in Patria a fare il loro dovere.
Si risparmia di tutto. In primis la vita dei soldati. Poi anche un'infinità di danari che cacciamo di tasca nostra levandoli dalle tasche di tanta povera gente. E, purtroppo, quello che è peggio, senza niente in cambio.
Riportiamoli a casa!

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