di Emilio
Del Bel Belluz .
Il 15
ottobre del 1920 nasceva a Napoli il Vice Brigadiere dei
Carabinieri Reali Salvo Rosario Antonio d’Acquisto. Sono passati cent’ anni
dalla sua nascita e il suo esempio luminoso di eroismo non potrà mai essere in
nessun modo dimenticato e il suo sacrificio dovrebbe essere raccontato
soprattutto alle nuove generazioni. Il Vice Brigadiere Salvo d’Acquisto si
consegnò ai tedeschi per evitare che fossero uccise per rappresaglia 22
persone. La causa di questo rastrellamento pare sia dovuta ad un attentato a
Torre Perla di Palidoro a Roma. Una esplosione che uccise due soldati tedeschi
e ne ferì altri due. L’attentato si svolse il giorno 23 settembre del 1943,
pochi giorni dopo l’armistizio. Il Carabiniere Reale non volle che alcuno
pagasse per quanto era accaduto, cercò in tutti i modi di spiegare ai tedeschi
che non si trattava di un attentato ma di una esplosione accidentale di
materiale bellico. Questa versione dei fatti non venne accettata dai tedeschi
che confermarono quello che avevano sempre sostenuto: si trattava di una atto
ostile alla Germania di Hitler. Il clima tra italiani e tedeschi era diventato
ostile, non essendo più alleati. L’arma dei Carabinieri vanta molti atti di
eroismo dalla sua nascita, e continua a scrivere delle pagine difficili in
questo Paese non sempre grato come dovrebbe a questi uomini valorosi. L’ultimo
Re d’Italia volle conferire a questo eroe, Motu Proprio la Medaglia d’oro al
valor Militare.
“Nel
rapporto del 25 gennaio 1945 n. 20/7-11 di protocollo riservato, inviato dal
comandante della Legione di Roma al Comando Generale dell'Arma, si legge che la
sera del giorno dell'esecuzione di Salvo D'Acquisto alcuni militari tedeschi,
parlando con una giovane del luogo, affermarono che il sottufficiale era "morto
da eroe, impassibile di fronte alla morte". Alla Memoria del vice
brigadiere Salvo D'Acquisto il Luogotenente Generale del Regno, con Decreto
"Motu Proprio" del 25 febbraio 1945, conferì la Medaglia d'Oro al
Valor Militare con la seguente motivazione: "Esempio luminoso di
altruismo, spinto fino alla suprema rinunzia della vita, sul luogo stesso del
supplizio, dove, per barbara rappresaglia, era stato condotto dalle orde
naziste, insieme con 22 ostaggi civili del territorio della sua stazione, pur
essi innocenti, non esitava a dichiararsi unico responsabile d'un presunto
attentato contro le forze armate tedesche. Affrontava così, da solo, impavido
la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una
nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa
dell'Arma". Il Re aveva sempre avuto nel cuore tutti i soldati italiani, e
comprendeva i loro sacrifici. Prima di partire per l’esilio, provatamente
commosso, salutò i suoi Corazzieri e strinse la mano al comandante dei Carabinieri.
L’eroe Salvo d’Acquisto è già stato riconosciuto Servo di Dio e presso
l’Ordinariato Militare d’Italia si è svolto l’accertamento dell’eroicità delle
sue virtù per la causa della sua beatificazione. Per indagare la possibilità di
un martirio “per testimonium caritatis heroicis” si è resa utile una nuova
indagine nel 1999. Le sue spoglie mortali riposano dal 1986 nella basilica di
Santa Chiara a Napoli.
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