NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 19 luglio 2020

Ennio Morricone: un giudizio sereno

La figura del maestro Morricone, recentemente scomparso ad oltre 91 anni è stata giustamente ricordata da stampa, radio, televisione, autorità e tutta la sua vita ed attività artistica sono state approfondite.

In Monarchia sarebbe stato onorato con l’Ordine Civile di Savoia”, come altri musicisti insigniti da Re Umbetro, ma la realtà oggi è un’altra.

Però in un articolo del Corriere della Sera, del 7 luglio scorso, a firma di Aldo Cazzullo è riportata una risposta di Morricone, che credo sia bene conoscere e diffondere in quanto, lui diciottenne nel 1946 ricorda che pianse per il Re Umberto quando, dopo il referendum, dovette andare in esilio, ma soprattutto perché “la Monarchia era l’Italia del Risorgimento, che finiva per sempre”.


 Dichiarazione che assume un particolare valore perché fatta in tempo di repubblica, quando parlare male della Monarchia è uno sport nazionale, e denota il carattere di questo musicista e la sua onestà intellettuale, merce sempre più rara.

Domenico Giglio

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