NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 10 gennaio 2020

Il libro azzurro sul referendum - XVI cap - 1 - 3


Il proclama del Re del 13 giugno

1) La decisione della partenza.
2) Il proclama.
3) Reazioni alla Partenza - Comunicato della Presidenza del Consiglio. - Reazioni di Londra, oltre Tevere, nei partiti.
4) Radio-discorso del Presidente del Consiglio.

Il Re respinse il consiglio di ritirarsi a Napoli: «La mia Casa ha unito l'Italia; andando à Napoli la dividerei».
«Non voglio un trono macchiato di sangue. Mi sono costantemente preoccupato di non intaccare la compattezza delle Forze Armate. E' soprattutto per questo che come militare cercai, finché fu possibile, di giungere ad un regolare passaggio di poteri».


«Intendo evitare la ripetizione dell'8 settembre. L'8 settembre fatalmente tornerebbe sul nostro infelice Paese, ove io non sciogliessi dal giuramento alla Corona tutti quanti lo hanno prestato ».
La partenza viene così decisa:
1) senza comunicazione al Governo né avere rapporti con esso;
2) senza comunicazione agli alleati in modo da far loro intendere la deplorazione del Sovrano per il loro contegno.
3) con riservatezza in modo da evitare dimostrazioni di protesta delle masse monarchiche (1);
4) con tutti gli onori dovuti al Re, ma solo al Quirinale.
Il Re a Scialoia: ore 46.09 del 13 Giugno a Ciampino:
«L'ordine e la concordia dell'Italia non siano turbati. Che i monarchici siano uniti. Se vorranno sostenere le loro convinzioni, lo facciano solo per le vie legali : il Parlamento, la stampa...».
Nello stesso momento il plotone d'onore dei granatieri presentava le armi al Vessillo del Risorgimento che scendeva dalla torretta del Quirinale...


(1) A Ciampino, una contadina del luogo tiene una piccola zolla erbosa, la porge al Re e dice a voce bassa appena percettibile: «Porta con te questo poco d'Italia » e si allontana, quasi fuggendo.
Il Re salutando un gruppo di avieri dice ad un sergente: «Salutami anche i tuoi compagni». Il sergente sull'attenti: «Vi aspettiamo sempre». (Da Storia segreta.- pag. 219 e seg., pag. 229).




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