Il proclama del Re del 13 giugno
2) Il proclama.
3) Reazioni alla Partenza - Comunicato della Presidenza
del Consiglio. - Reazioni di Londra, oltre Tevere, nei partiti.
4) Radio-discorso del Presidente del Consiglio.
Il Re respinse il consiglio di ritirarsi a Napoli: «La
mia Casa ha unito l'Italia; andando à Napoli la dividerei».
«Non voglio un trono macchiato di sangue. Mi sono
costantemente preoccupato di non intaccare la compattezza delle Forze Armate.
E' soprattutto per questo che come militare cercai, finché fu possibile, di
giungere ad un regolare passaggio di poteri».
«Intendo evitare la ripetizione dell'8 settembre. L'8
settembre fatalmente tornerebbe sul nostro infelice Paese, ove io non
sciogliessi dal giuramento alla Corona tutti quanti lo hanno prestato ».
La partenza viene così decisa:
1) senza comunicazione al Governo né avere rapporti con esso;
2) senza comunicazione agli alleati in modo da far loro
intendere la deplorazione del Sovrano per il loro contegno.
3) con riservatezza in modo da evitare dimostrazioni di protesta
delle masse monarchiche (1);
4) con tutti gli onori dovuti al Re, ma solo al
Quirinale.
Il Re a Scialoia: ore 46.09 del 13 Giugno a Ciampino:
«L'ordine e la concordia dell'Italia non siano turbati.
Che i monarchici siano uniti. Se vorranno sostenere le loro convinzioni, lo
facciano solo per le vie legali : il Parlamento, la stampa...».
Nello stesso momento il plotone d'onore dei granatieri
presentava le armi al Vessillo del Risorgimento che scendeva dalla torretta del
Quirinale...
(1) A Ciampino, una contadina del luogo tiene una piccola
zolla erbosa, la porge al Re e dice a voce bassa appena percettibile: «Porta
con te questo poco d'Italia » e si allontana, quasi fuggendo.
Il Re salutando un gruppo di avieri dice ad un sergente:
«Salutami anche i tuoi compagni». Il sergente sull'attenti: «Vi aspettiamo
sempre». (Da Storia segreta.- pag. 219 e seg., pag. 229).
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