NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 9 novembre 2019

IV Novembre: pari dignità per eroi e disertori?


Le iniziative  rievocative per  il 4 novembre a Pino Torinese sono davvero sorprendenti. Dopo una mattinata di onori ai Caduti della Grande Guerra, alle 21 verrà proiettato il film “Non parliamo più di questa guerra”, dedicato ai disertori e agli ammutinati che, dice il manifesto, fa emergere una visione altra del primo conflitto mondiale.

Noi siamo per le ricostruzioni storiche complete, non per le celebrazioni in cui c’è spazio per la retorica e non per un ricordo storiografico adeguato, in cui emergano le riflessioni anche opposte. Le vulgate non sono mai storia, ma  semplici semplificazioni manichee. Tuttavia ci sembra incredibile che soprattutto l’Associazione Alpini accetti, nel giorno in cui si ricorda la Vittoria del 4 novembre, di patrocinare la proiezione di un film che non corrisponde affatto con le finalità dell’Ana.

Nel corso di tutto il centenario della Grande Guerra si è tentato di riabilitare, se non di esaltare, i disertori, proseguendo la strada  del libro di Emilio Lussu “Un anno sull’altipiano”, scritto durante il fascismo con il dichiarato intento di diffamare il nostro Esercito. Volevano perfino apporre una lapide in loro onore al Vittoriano, all’Altare della Patria. In pochi, ma con argomenti decisi, ci opponemmo con fermezza ad una  mistificazione storica. Certo si commisero anche degli eccessi ed a volte ci fu una giustizia sommaria.

La gestione della guerra del Generale Cadorna non fu priva di errori e di limiti vistosi. Nessuno nega le ombre. Ma abbinare insieme nella stessa giornata eroi di guerra e disertori ci sembra troppo. L’Associazione Alpini della Provincia di Torino deve chiarire e dire il suo pensiero. Altrettanto dovrebbe esprimersi il Sindaco di Pino Torinese, assumendosi la responsabilità politica di questa scelta quanto meno intempestiva. E’ vero che son passati più di cento anni, ma io non accetto ancora facilmente di sentire assimilati ai disertori due miei zii partiti volontari e caduti già nel 1915 . E non lo accetterò mai.

Pier Franco Quaglieni

il Torinese, 4 novembre 2019

1 commento:

  1. dobbiamo ricordare , a mio giudizio tutti i giovani italiani che hanno lasciato volontariamente o chiamati all'obbedienza , le loro famiglie e non sono più tornati a casa .. hanno pagato con la loro vita .. speculare non si puo su queste certezze … e nemmeno minimizzare o screditare il sacrificio e la memoria di quanti hanno pagato con la vita .. mio nonno è morto da prigioniero in Germania dopo i fatti del Monte Nero .. a 28 anni e lasciò orfani moglie e due figli di 2 e 1 anno … mia nonna non appunto mai sul petto le tre medaglie ricordative …. mentre io oggi vorrei ritrovarle perché questa è la giusta memoria!!

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