Poche righe per rompere un brutto incantesimo che dura da 40 anni. Poche righe che finalmente leggiamo nell'anno in cui la repubblica celebra il 66° anniversario della sua poco gloriosa nascita.
66 anni senza la monarchia, oltre 40 anni senza una voce significativa che interpreti i sentimenti e le opinioni dei monarchici italiani, quasi 30 anni dalla morte dell'ultimo Re d'Italia.
Non che in questo periodo i monarchici siano scomparsi ma di sicuro si sono ridotti di numero, di sicuro la loro voce si è fatta più flebile, di sicuro non c'è nessuno che possa davvero dire di parlare a nome dei monarchici dichiarati, a nome nostro.
Sì, indubbiamente ci sono state e ci sono tuttora associazioni e organizzazioni, benemerite, cui va riconosciuto l'indubbio merito di non aver ammainato la nostra bandiera un solo giorno e di aver fatto quanto era umanamente possibile per mantenere in vita i nostri ideali. Ma il risultato è comunque insufficiente. Non si può essere monarchici limitandosi a sperare di mantenere in vita questa o quella, pur benemerita, sottolineo, associazione.
Si deve essere monarchici perché si possa operare in questa società civile un cambiamento profondo al punto di poter sperare di ribaltare con il consenso del popolo un'architettura istituzionale che ha fallito in ogni campo ed ad ogni livello. Quanto sta adesso sotto i nostri occhi: un governo votato da nessuno ma mantenuto in vita dai partiti che non vogliono rimetterci la faccia, che tassa tutto e tutti mantenendo privilegi assurdi alle banche ed ai partiti, questi ultimi veri ed unici responsabili del totale sfacelo morale, politico ed economico nel quale versa la nostra Patria, è paradigmatico di come questa repubblica consenta il commissariamento della democrazia nel nome della quale secondo i suoi padri sarebbe nata.
Il 14 ed il 15 ottobre, a prescindere da ciò che sarà deciso dai "costituenti" avremo finalmente, dopo decenni, l'occasione di incontrarci di persona, di guardarci in faccia, di allacciare e riallacciare rapporti umani di pensare insieme a qualcosa che possa restituire a noi dignità politica, di ricreare un tessuto connettivo che da tempi è sfilacciato e privo di riferimenti a livello nazionale.
Avremo l'occasione di trovarci e di ritrovarci.
Ed è per questo che da questo blog sale un invito caloroso a non perdere questa occasione, a non boicottarla in nome del nulla che abbiamo come unica alternativa, a promuoverla in ogni modo, a portare nell'assemblea anche voci di dissenso ma che siano al contempo voci di monarchici appassionati che vedono il bene dell'Italia passare attraverso la Monarchia che l'ha fatta nascere.
Altro non c'è. Altro non abbiamo. Altro non possiamo sperare di avere.
Arrivederci a presto, dunque!
Lo staff
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