NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

sabato 16 giugno 2012

11 Giugno ’46: fine della monarchia, a Napoli è l’inferno


Storie poco note che descrivono i connotati del paese.


Angelo Forgione - 2 e 3 Giugno 1946, il referendum sancisce un passaggio storico per la Nazione italiana dopo la guerra: la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. I Savoia, dopo 86 anni di regno e di danni, perdono per sempre il trono.
Alla vigilia, il Nord del paese spinge per la repubblica ma gli italiani del Sud e delle Isole sono nella stragrande maggioranza monarchici. Il 4 Giugno è il giorno degli spogli e a metà delle operazioni la monarchia sembra in vantaggio, la previsione parla di vittoria del re Umberto II nonostante i misfatti del padre Vittorio Emanuele III nella guerra appena conclusa. È a questo punto che Palmiro Togliatti, leader del Partito Comunista, decide di intervenire direttamente assegnando ai funzionari addetti alle circoscrizioni «autonoma gestione dei voti al di fuori di ogni controllo». Tradotto in soldoni, bisogna far vincere la repubblica a tutti i costi. All’alba del 5 Giugno, senza risultati ufficiali, lo stesso Togliatti comunica l’esito pro-repubblicano ad Umberto II. Dopo un durissimo scontro tra i servizi segreti americani favorevoli alla Repubblica e quelli inglesi favorevoli alla Monarchia, nella notte tra il 5 ed il 6 Giugno i risultati si capovolgono in favore della Repubblica con l’immissione di una valanga di voti di dubbia provenienza.
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