NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

martedì 13 marzo 2012

C’E’ VOGLIA DI MONARCHIA IN EUROPA?

di Alberto Lembo
Nel corso degli ultimi due decenni sono accaduti in Europa fatti ritenuti prima impensabili che hanno riproposto l’istituzione monarchica o, almeno, un collegamento dei popoli con le loro dinastie storiche. Prima vi è stato il ritorno in una Bulgaria al collasso di Simeone II e la sua assunzione di poteri di governo, durata dal 2001 al 2005 (purchè, era stato “autorevolmente” avvertito, non pensasse ad una restaurazione monarchica), poi il ritorno di re Michele in Romania, con la restituzione dei beni confiscatigli nel 1947 e l’attribuzione di funzioni di rappresentanza pubblica anche a livello internazionale col titolo di “re”.
Nel 1993 Leka I, re degli Albanesi, proclamato sovrano da un governo anticomunista in esilio, risultò vincitore di unreferendum istituzione per il ristabilimento della monarchia nel 1997 ma, per “ordini superiori” i risultati furono truccati, come testimoniatomi anche da parlamentari italiani componenti della delegazione di osservatori internazionali dell’O.C.S.E. e, dopo un breve esilio, Leka è tornato a morire a Tirana nel 2011.
Non è Europa, ma vi siamo come forze di occupazione a sostegno di un governo fantoccio (altro che Quisling!) l’Afghanistan, dove il ritorno dall’esilio di Mohammed Zahir Shah nel 2002, accolto da tutte le componenti tribali come punto di riferimento unitario, forse l’unica soluzione pacificatrice possibile, non si concluse con la restaurazione della monarchia per la netta e pervicace presa di posizione degli U.S.A. che imposero la soluzione repubblicana in favore del loro uomo Karzai, accettando solo che al vecchio sovrano, tornato a risiedere nel suo palazzo, fosse riservato il titolo di “Padre della Patria” come ricompensa per il suo sacrificio. Re Zahir è morto nel 2007 e come vadano le cose in Afghanistan è cosa ben nota a tutti, nonostante la cappa di disinformazione stesa dalla N.A.T.O. e  dai suoi padroni.
Due fobìe prevalgono nei confronti dell’istituto monarchico: quella americana e quella massonica, che da sempre combatte i troni visti come un elemento di intralcio sulla via della “repubblica universale”. Questo pregiudizio è stato alla base del rovesciamento dei risultati del referendum istituzionale in Albania, del diktatnei confronti di Simeone II ed è oggi il motivo della disinformazione che oscura le notizie provenienti dalla Romania, dove manifestazioni popolari, caduto il governo, invocano il ritorno al potere di Michele I.
Negli ultimi mesi l’Ungheria, altro Stato dell’Unione europea, orfana della “Corona di Santo Stefano” dal1946, ha addirittura cancellato la parola “repubblica” dalla sua costituzione, sollevando un vespaio di polemiche tra i Soloni “democratici” e in Serbia un recentissimo sondaggio informa che la grande maggioranza del popolo, sottoposto ad ignobili umiliazioni e a mutilazioni territoriali chiederebbe il ritorno sul trono della propria dinastia. Non dimentichiamo, di passaggio, che il Regno del Belgio si è pacificamente trasformato in stato federale proprio per la garanzia data a fiamminghi e valloni, rivali da sempre, dalla presenza della monarchia al vertice. In Croazia il cemento è costituito non da una Dinastia ma dalla religione cattolica fortemente diffusa che ne ha difeso le particolarità anche durante il periodo comunista.
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