NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

mercoledì 7 marzo 2012

Gustavo Fabbri. Un monarchico illustre.

Monarchico di purissima fede, difese questa idealità, prima nella Consulta Nazionale, dove rappresentava la monarchica Concentrazione Democratico-Liberale di Alberto Bergamini, e poi nell'Assemblea Costituente, quale deputato del Blocco Nazionale della Libertà, che raggruppava in un unica lista i movimenti e partiti decisamente monarchici, quali il PDI e la già nominata Concentrazione Demoliberale. In questa Assemblea, quale componente della Commissione del 75, che doveva elaborare la nuova carta costituzionale (mai poi sottoposta a referendum popolare per l'approvazione, come un'autentica democrazia avrebbe dovuto fare!), l'avv. Fabbri si trovò, quasi da solo a dover fronteggiare i repubblicani più accaniti e faziosi, ma grazie alla Sua preparazione giuridica ed al Suo irreprensibile passato antifascista, varie volte riuscì ad attenuare gli articoli e le disposizioni più vessatorie nei confronti dei Savoia, ed anche quando fu sconfitto dal numero che non conosceva ragioni, sempre uscì moralmente vittorioso e con intatta fierezza ideale rese coerente testimonianza della Sua fede nei valori della libertà e della Democrazia, ai quali aveva sempre creduto ed ai quali non venne mai meno.


Fece parte fin dalla fondazione del P.N.M., che dopo il referendum aveva generosamente rialzato la bandiera della rivendicazione monarchica ricoprendo la carica di componente la Giunta Esecutiva del Partito fino alla scomparsa dello stesso, e fu tra quelli che sempre si opposero, per motivi ideali, alla alleanza con il M.S.I. Non aderì al nuovo P.D.I., sorto dalla fusione tra il P.N.M. ed il P.M.P., non approvando la soppressione dell'attributo «monarchico», ed in tale occasione, senza clamori e pubblicità, ma con la discrezione e la modestia che lo avevano sempre distinto, indirizzò una nobilissima lettera all'on. Covelli, segretario del P.N.M., nella quale lettera ancora una volta si rivelavano le doti di signorilità, dirittura e galantomismo, che avevano sempre uniformato la Sua vita. 
L'onorevole Gustavo Fabbri si spense a Roma l'8 Gennaio del 1962.

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