NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 11 novembre 2016

The Guardian: "Elezioni USA terrificante argomento per la Monarchia"

This US election result is a terrific argument for monarchy

Ora è THE GUARDIAN che, riferendosi anche al NEW YORK TIMES, sbalordisce I lettori affermando: «Il risultato (la spaccatura) della elezione presidenziale negli USA è un argomento formidabile per la Monarchia ».
E ancora:

«Quando si tratta di coesione e di continuità, la Corona può riuscire là dove i leader eletti falliscono per le divisioni causate dalla loro elezione. » 


Last week the New York Times, of all places, ran an opinion piece in defence of hereditary monarchy. Under the title, Consider a Monarchy, America, Nikolai Tolstoy argued that, unlike elected heads of state, monarchies offer stability, continuity and a focus for national togetherness. Quoting the historian Edward Gibbon, Tolstoy wrote: “The advantage of monarchy is that the institution ‘extinguishes the hopes of faction’ by rising above the toxic partisanship of competing parties and vying elected officials.” As thousands march on Trump Tower chanting “Not my president”, you can rather see his point.
Watching The Crown on Netflix as a distraction from the nightmare of the American election, a similar thought struck me: that there may be considerable advantage in having something beyond the ballot box to appeal to, something transcendent around which to unite, when the immanent is so hopelessly fraught and divided.
[...]

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