L'abdicazione
di S. M. il Re Vittorio Emanuele III e la successione di Umberto II
L'abdicazione
di S. M. il Re Vittorio Emanuele III
L'atto
di abdicazione, contrassegnato dal numero 5873, foglio 2, volume 47, fu
registrato dal notaio commendatore Angrisani. Su un comune foglio di carta
bollata da 12 lire il Re scrisse la breve frase:
«Abdico
alla Corona del Regno d'Italia in favore di mio figlio Umberto di Savoia
Principe di Piemonte».
In
senso poi quasi diagonale al testo appose la sua firma e la data legalizzata
dal notaio (9 maggio 1946).
Lettera
di S. M. Vittorio Emanuele III al figlio Umberto
9
Maggio 1946
La
lettera fu scritta dal Re poco prima d'imbarcarsi sul «Duca degli Abruzzi».
Carissimo
Umberto, mentre si svolgono le trattative per la pace intendo portare il mio
contributo abdicando al Trono in tuo nome.
Per
quasi mezzo secolo ho servito il mio Paese anche in ore difficili e amare. Ed
ora lascio il mio posto con profonda trepidazione per l'avvenire del Paese.
Tu
sai che ho avuto un duro lavoro, mirando sempre, anche se posso avere errato,
al bene della Nazione. Possa la Nazione sentire questa verità e riprendere la meravigliosa
ascesa iniziata or quasi un secolo dalla concorde opera di tutti gli Italiani.
Viva
sempre l’Italia!
Ti
abbraccio ben di Cuore.
Tuo
aff.mo padre
VITTORIO
EMANUELE
Napoli,
9 Maggio 1946
Comunicazione
di S. M. Vittorio Emanuele III
al
Presidente dei Consiglio (9 maggio 1946)
Signor
Presidente del Consiglio dei Ministri. All'atto della mia abdicazione desidero
donare allo Stato la mia raccolta di monete italiane.
F.to
VITTORIO EMANUELE
Regio
Decreto Legislativo 10 maggio 1946 n. 262
Intestazione
dei decreti da emanarsi dal Capo dello Stato, nonché delle decisioni
giudiziarie e degli atti da formarsi in suo nome.
Umberto
Il Re d'Italia
Visto
l'atto di abdicazione, in data 9 maggio 1946, del Re Vittorio Emanuale III;
Visto
il decreto-legge luogotenenziale 25 giugno 1944, n. 151 riguardante l'assemblea
per la nuova Costituzione dello Stato, il giuramento dei membri del Governo e
la facoltà del Governo di emanare norme giuridiche;
Visto
il decreto legislativo luogotenenziale 16 marzo 1946, n. 98 recante
integrazioni e modifiche all'anzidetto decreto-legge luogotenenziale 25 giugno
1944 n. 151;
Vista
la deliberazione del Consiglio dei Ministri;
Sulla
proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Primo Ministro Segretario
di Stato;
Abbiamo
sanzionato e promulghiamo quanto segue:
ARTICOLO
UNICO
Ferme
le disposizioni di cui al decreto 16 marzo 1946 n. 98, i decreti da emanarsi
dal Capo dello Stato saranno intestati al nome di «Umberto Il Re d'Italia».
Analogamente
le decisioni giudiziarie e tutti gli atti che, in base alle vigenti
disposizioni, devono essere firmati in nome del Capo dello Stato saranno
intestati al nome di «Umberto Il Re d'Italia».
Il
presente decreto entra in vigore il 10 maggio 1946.
Ordiniamo
che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella
Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque
spetti di osservarlo e di farlo osservare come legge dello Stato.
Dato
a Roma, addi 10 maggio 1946.
UMBERTO
De
Gasperi
Visto
il Guardasigilli Togliatti.
Registrato
alla Corte dei Conti, addì 10 maggio 1945. Atti dei Governo, registro, n. 10,
foglio n. 50 - Frasca.
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