Questa frase
di De Gaulle
va oggi ricordata, perché le
incomprensioni tra l’Unione
Europea e gli
USA di Obama
e la Russia
di Putin hanno
raggiunto un livello
pericoloso. Con questa affermazione
fatta da un
uomo, profondamente legato alla
sua patria, la Francia, si
voleva ricordare che
la Russia, oggi non
più URSS, faceva storicamente
e geograficamente parte
dell’ Europa. De Gaulle,
come tutti gli
ufficiali usciti dalle
grandi accademie militari, non
aveva solo una
vasta cultura militare, con
una moderna visione
della guerra, che non
avevano i grandi
generali francesi, e lo si
vide nel 1940, ma
anche una altrettanto
vasta cultura storica, come
del resto avveniva
per chi, nel Regno
d’Italia, usciva dalle regie accademie
di Torino e
di Modena. A tale
proposito, a titolo indicativo, ho
anche un ricordo
familiare, in quanto mio Nonno, entrato all’Accademia
di Modena nel lontano 1875, studiò la
storia d’Europa su
un importante testo
del Senatore del
Regno, professore di storia
nella Università di
Torino, Ercole Ricotti, (
volume di 736
pagine , che fa parte
della biblioteca di
famiglia), che nulla taceva
su quanto avvenuto
in Europa dal 476
d.C. al 1861, ed
anche la storia
mondiale su di un
altro testo, ( volume di
634 pagine ) opera di un brillante
ufficiale di Stato
Maggiore, Tancredi Fogliani,
testo specifico per
la Scuola Militare .
Quindi la
Russia, nella visione di
De Gaulle, faceva parte dell’ Europa, ed in
effetti questa appartenenza
risale almeno a
Pietro il Grande, che
da giovane aveva
girato per l’Europa
per studiarne costumi
ed istituzioni e
per conoscere le
conquiste di carattere
tecnico, e ad ingegneri
ed artisti europei , specie italiani, affidò l’incarico
di progettare e
costruire la nuova
grande capitale che
da lui prese
nome. E così i
russi combatterono contro
la Svezia, di Carlo
XII, famoso generale, per fermarne
l’espansione, e poi contro
Napoleone, determinando
l’inizio delle sue
sconfitte, e dopo la
sua caduta, presero parte
quasi da protagonisti
nel Congresso di
Vienna, del 1814 e nella
costituzione della “Santa
Alleanza “.
In
nome di questa, truppe russe intervennero in Ungheria, nel 1849, ribellatasi all’ Impero
Asburgico, per riconsegnarla a
Francesco Giuseppe, e poi
le guerre contro
l’Impero Ottomano, che portarono alla nascita
di Romania e
Bulgaria, malgrado
l’intermezzo della guerra
di Crimea, e poi
ancora l’intesa dei
“tre imperatori” , con l’Impero Germanico
ed Austro-Ungarico. Venne poi
l’alleanza con la Francia
e l’intervento nel
1914 a favore
della piccola Serbia, slava
ed ortodossa, stupidamente aggredita
dall’ Austria, e l’inizio della
prima Guerra Mondiale. In
sostanza fino al 1917,
la Russia Imperiale
fece parte del “concerto” delle potenze
europee, dove pure era
entrato, non dimentichiamolo ,
anche il
giovane Regno d’Italia.
La
frattura avvenne con
la rivoluzione bolscevica, e
con la nuova
URSS, che voleva espandere
l’idea comunista nel
mondo per cui
solo lo sciagurato
attacco di Hitler, nel
1941, dopo l’effimero accordo
Ribbentrop - Molotov, creò
nuovamente una alleanza
con la Gran
Bretagna e gli
USA, che consentirono all’Unione
Sovietica di insediarsi nel
mezzo dell’ Europa con
i suoi stati
satelliti, fino alla caduta
del “muro”, all’avvento di Gorbaciov e
poi di Eltsin.
Che
oggi la Russia, restituite alla
indipendenza, magari
malvolentieri, i tre piccoli
stati baltici, Estonia, Lettonia e
Lituania, e la grande
Ucraina, non sia una
democrazia perfetta, ma quale
è anche negli
altri paesi perfetta, è
abbastanza noto, ma il
compito storico dell’ Europa
è di riportarla
nel “concerto”, sia per
il numero degli
abitanti, sia per le sue
potenzialità economiche ( non dimentichiamo
la Siberia), sia , infine ,
per essere un
paese ancora abbastanza
cristiano, anche se ortodosso, rispetto ad
una Europa Occidentale, piuttosto scristianizzata, malgrado le
sue indiscusse origini
cristiane, e l’attività
ecumenica e quasi
missionaria dei più
recenti Pontefici .
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