NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

domenica 27 novembre 2016

L'Europa dall'Atlantico agli Urali

 di Domenico  Giglio, presidente del Circolo Rex


Questa  frase  di  De  Gaulle  va  oggi  ricordata, perché  le  incomprensioni  tra  l’Unione  Europea  e  gli  USA   di  Obama  e  la  Russia  di  Putin  hanno  raggiunto  un  livello  pericoloso. Con  questa  affermazione  fatta  da  un  uomo, profondamente  legato  alla  sua  patria, la  Francia, si  voleva  ricordare  che  la  Russia, oggi   non  più  URSS, faceva  storicamente  e  geograficamente  parte  dell’ Europa. De  Gaulle, come  tutti  gli  ufficiali  usciti  dalle  grandi  accademie  militari, non  aveva  solo  una  vasta  cultura  militare, con  una  moderna  visione  della  guerra, che  non  avevano  i  grandi  generali francesi, e  lo  si  vide  nel  1940,  ma  anche  una  altrettanto  vasta  cultura  storica, come  del  resto  avveniva  per  chi, nel  Regno  d’Italia, usciva  dalle regie  accademie  di  Torino  e  di  Modena. A  tale  proposito, a  titolo  indicativo,  ho  anche  un  ricordo  familiare, in quanto  mio  Nonno, entrato  all’Accademia  di Modena  nel  lontano 1875, studiò  la  storia  d’Europa  su  un  importante  testo  del  Senatore  del  Regno, professore  di  storia  nella  Università  di  Torino, Ercole  Ricotti, ( volume  di  736  pagine , che  fa  parte  della  biblioteca  di  famiglia), che  nulla  taceva  su  quanto  avvenuto  in Europa  dal  476  d.C.  al  1861, ed  anche  la  storia  mondiale  su  di un  altro  testo, ( volume  di  634  pagine ) opera  di  un  brillante  ufficiale  di  Stato  Maggiore, Tancredi  Fogliani, testo  specifico  per  la  Scuola  Militare .
Quindi  la  Russia, nella  visione  di  De  Gaulle, faceva parte  dell’ Europa, ed  in  effetti  questa  appartenenza  risale  almeno  a  Pietro  il  Grande, che  da  giovane  aveva  girato  per  l’Europa  per  studiarne  costumi  ed  istituzioni  e  per  conoscere  le  conquiste  di  carattere  tecnico, e  ad  ingegneri  ed  artisti  europei , specie  italiani, affidò  l’incarico  di  progettare  e  costruire  la  nuova  grande  capitale  che  da  lui  prese  nome. E  così  i  russi  combatterono  contro  la  Svezia, di  Carlo  XII, famoso  generale, per  fermarne  l’espansione, e  poi  contro  Napoleone, determinando  l’inizio  delle  sue  sconfitte, e  dopo  la  sua  caduta, presero  parte  quasi  da  protagonisti  nel  Congresso  di  Vienna, del  1814 e  nella  costituzione  della  “Santa  Alleanza “.
In  nome  di  questa, truppe  russe intervennero in Ungheria, nel  1849, ribellatasi  all’ Impero  Asburgico, per  riconsegnarla   a  Francesco  Giuseppe, e  poi  le  guerre  contro  l’Impero  Ottomano, che  portarono alla  nascita  di  Romania  e  Bulgaria, malgrado  l’intermezzo  della  guerra  di  Crimea, e  poi  ancora  l’intesa  dei  “tre  imperatori” , con l’Impero  Germanico   ed  Austro-Ungarico. Venne  poi  l’alleanza  con  la Francia  e  l’intervento  nel  1914  a  favore  della  piccola  Serbia, slava  ed  ortodossa, stupidamente  aggredita  dall’ Austria, e  l’inizio  della  prima  Guerra  Mondiale. In  sostanza  fino  al  1917, la  Russia  Imperiale  fece parte  del  “concerto” delle  potenze  europee, dove  pure  era  entrato, non  dimentichiamolo , anche  il  giovane  Regno  d’Italia.
La  frattura  avvenne   con  la  rivoluzione  bolscevica, e  con  la  nuova  URSS, che  voleva  espandere  l’idea   comunista  nel  mondo  per  cui  solo  lo  sciagurato  attacco  di  Hitler, nel  1941, dopo  l’effimero  accordo  Ribbentrop - Molotov, creò  nuovamente  una  alleanza  con  la  Gran  Bretagna  e  gli  USA, che  consentirono  all’Unione  Sovietica  di insediarsi  nel  mezzo  dell’ Europa  con  i  suoi  stati  satelliti, fino  alla  caduta  del  “muro”, all’avvento  di  Gorbaciov  e  poi  di   Eltsin.
Che  oggi  la  Russia, restituite  alla  indipendenza, magari  malvolentieri, i  tre  piccoli  stati  baltici, Estonia, Lettonia  e  Lituania, e  la  grande  Ucraina, non  sia  una  democrazia   perfetta, ma  quale  è  anche  negli  altri  paesi   perfetta, è   abbastanza  noto, ma  il  compito  storico  dell’ Europa  è  di  riportarla  nel  “concerto”, sia  per  il  numero  degli  abitanti, sia  per  le  sue   potenzialità  economiche ( non  dimentichiamo  la  Siberia), sia , infine , per  essere  un  paese  ancora  abbastanza  cristiano, anche  se  ortodosso, rispetto  ad  una  Europa  Occidentale, piuttosto  scristianizzata, malgrado  le  sue  indiscusse  origini  cristiane, e l’attività  ecumenica  e  quasi  missionaria  dei  più  recenti  Pontefici .


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