Essersi sbracciato, in maniche di
camicia, per appoggiare, lui Presidente
degli Stati Uniti, una
candidata alle elezioni
presidenziali, sia pure del
suo partito democratico, non ha
giovato alla stessa
candidata battuta dal candidato repubblicano, sia pure
un po’ anomalo rispetto
alle tradizioni del
suo partito.
La popolarità
ed il giudizio favorevole su Obama, per
il 50% degli
americani, come dicono le
rilevazioni statistiche,
sulle quali dopo il clamoroso
errore nelle previsioni
per queste elezioni presidenziali, dovremmo
avere notevoli riserve, non
hanno minimamente influito
anche sulle elezioni
per il Congresso
ed il Senato
che rimangono a
maggioranza repubblicana, per cui
si è trattato
di un fattore
personale e familiare
non trasmissibile al
partito democratico di
cui era espressione.
Quello che
però va rilevato
da noi europei, dove
ancora esistono le monarchie, o dove il
loro ricordo è
ancora vivo, è l’atteggiamento di
un Capo dello
Stato, quindi
rappresentante di tutti
i cittadini di
quello stato, quali fossero
le loro opinioni, che si schiera
senza alcuno scrupolo
costituzionale a favore
di un candidato, senza pensare
che , anche quando
fu eletto, la maggioranza
avuta nel voto
popolare era stata
esigua, e che, all’indomani della
elezione, aveva solennemente
dichiarato che sarebbe
stato il presidente
di tutti.
Con
questo
atteggiamento invece parziale
e fazioso, spesso con
termini ed espressioni
da comiziante, Obama, è
venuto meno alla
sua solenne promessa,
scendendo nella considerazione di
quanti ancora credono
in valori di equanimità di
un Capo dello Stato, al di
sopra delle parti.
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