NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

giovedì 10 novembre 2016

Obama: un finale poco dignitoso

di Domenico  Giglio

Essersi  sbracciato, in  maniche di  camicia, per  appoggiare, lui  Presidente  degli  Stati  Uniti, una  candidata  alle  elezioni  presidenziali, sia  pure  del  suo  partito  democratico, non  ha  giovato  alla  stessa  candidata  battuta  dal  candidato  repubblicano, sia  pure  un po’  anomalo  rispetto  alle  tradizioni  del  suo  partito. 

La  popolarità  ed  il  giudizio favorevole  su Obama, per  il  50%  degli  americani, come  dicono  le  rilevazioni  statistiche, sulle  quali  dopo  il  clamoroso  errore  nelle  previsioni  per  queste  elezioni   presidenziali,  dovremmo   avere  notevoli  riserve, non  hanno  minimamente  influito  anche  sulle  elezioni  per  il  Congresso  ed  il  Senato  che  rimangono  a  maggioranza  repubblicana, per  cui  si  è  trattato  di  un  fattore  personale  e  familiare  non  trasmissibile  al  partito  democratico  di  cui  era espressione. 

Quello  che  però  va  rilevato  da  noi  europei, dove  ancora esistono  le  monarchie, o dove  il  loro  ricordo  è  ancora  vivo, è  l’atteggiamento  di  un  Capo  dello  Stato, quindi   rappresentante  di  tutti  i  cittadini  di  quello  stato, quali  fossero  le loro  opinioni,  che  si  schiera  senza  alcuno  scrupolo  costituzionale  a  favore  di  un  candidato, senza  pensare  che  , anche  quando  fu  eletto, la  maggioranza  avuta  nel  voto  popolare  era  stata  esigua, e  che, all’indomani della elezione, aveva solennemente  dichiarato   che  sarebbe  stato  il  presidente  di  tutti.

Con   questo  atteggiamento  invece  parziale  e  fazioso, spesso  con  termini  ed  espressioni  da  comiziante,  Obama, è  venuto  meno  alla  sua  solenne  promessa,  scendendo  nella  considerazione  di  quanti  ancora  credono   in  valori  di  equanimità  di  un  Capo dello  Stato, al di  sopra  delle  parti.



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