Sembrava non
esserci in queste
elezioni dell’ 8 novembre 2016, occasione migliore
perché una donna, la
Hillary Rhodam in
Clinton, raggiungesse la Casa
Bianca, dopo un
cattolico, Kennedy, nel 1960 e
un afro-americano, Obama, nel 2008.
L’imponente schieramento
a suo favore di
tutta la stampa, degli
“opinion leader”, di importanti
reti televisive ed
infine la strana
figura del suo
competitore, esponente di un
grande e storico
partito, il GOP, ch ,
incredibile a dirsi, non
si riconosceva in
parte proprio nel suo
candidato davano l’esito della
partita più facile del
previsto per la
candidata democratica.
Il tocco
finale lo avevano
dato le previsioni
degli istituti specializzati
ed a proposito
di queste indagini, quando in una
elezione vi è un partito
od un candidato “demonizzato”, come nel
caso Trump, non considerano
che diversi intervistati
non osano dichiararsi
a favore di
questi “indesiderabili” e preferiscono o
l’astensione ( ancora non ho deciso) o
addirittura dichiarano di votare
per i loro
avversari.
Così abbiamo avuto
la sorpresa della
sconfitta della Hillary
ed a questo
punto ci si
pone la domanda
iniziale: quando negli USA
una donna presidente ?
L’attuale candidata
sconfitta, tra quattro anni, avrà
ancora i mezzi
materiali ingentissimi di
cui disponeva oggi
e soprattutto le condizioni
fisiche, di cui già
adesso , vi erano stati
segnali non favorevoli?
Allora la candidata
più probabile non
potrà essere l’attuale consorte
del presidente uscente, la
Michelle Obama? Non dimentichiamo
l’impegno messo dalla
stessa, quest’anno, a favore
della Clinton. Fossero le prove generali,
l’apprendistato, l’allenamento per una propria futura candidatura?
Se effettivamente lo
fosse, il problema dei
mezzi finanziari di
cui la Clinton
era dotata, potrebbe essere
uno svantaggio iniziale, ma i mezzi
finanziari si troverebbero, come già
si trovarono per
il marito nel
2008 e nel
2012 per cui
in un partito
democratico disastrato nel
parlamento, minoritario nei Governatori
degli Stati che
costituiscono l’ Unione, fermatasi la
dinastia Bush, naufragata la
dinastia Clinton non
potrebbe iniziare una
dinastia Obama?
L’ età,
della Michelle, anche tra
quattro o più
anni , sarà sempre inferiore
a quella che
oggi aveva la
Clinton e questa possibile
candidatura potrebbe rivelarsi
l’ancora di salvezza.
Manzonianamente “
..ai posteri l’ardua
sentenza….”
Domenico Giglio
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