“A morte Giolitti, viva la
Piazza, abbasso il Parlamento!”. Tra il 9 e il 16 maggio 1915 la lotta politica
in Italia degenerò in guerra civile.
Alcuni settari decisero di
ammazzare Giovanni Giolitti, contrario all'ingresso dell'Italia in guerra e
guida della maggioranza costituzionale. Ministro dell'Interno e quindi
responsabile di ordine e sicurezza era il presidente del Consiglio, Antonio
Salandra, che il 26 aprile aveva segretamente impegnato il governo a schierarsi
a fianco dell'Intesa anglo-franco-russa contro gli Imperi di Germania e
Austria-Ungheria.
Il 13 maggio Salandra,
consapevole di non avere il consenso dei partiti costituzionali, si dimise ma
scatenò la piazza. Il governo non garantì l'incolumità fisica di Giolitti,
costretto a lasciare Roma. Confermato presidente, Salandra chiese poteri
straordinari. Il Parlamento si piegò, benché fosse all'oscuro sia degli impegni
bellici assunti dal governo, sia del loro costo in vite umane e risorse.
Malgrado la vittoria del novembre 1918
il bilancio della guerra risultò catastrofico per conseguenze politiche,
sociali ed economiche.
Poeti e giornalisti, spesso
prezzolati, esaltarono il “maggio radioso”. In realtà l'intervento avvenne in un clima avvelenato e si
ripercosse sugli anni venturi. Lo documenta il volume “1915: Maggio radioso o
colpo di Stato?” a cura di Aldo A. Mola, pubblicato dal Centro Stampa della
Provincia di Cuneo per il Centro europeo Giovanni Giolitti (Dronero-Cavour),
con saggi di Gianni Rabbia, Giovanna Giolitti, Giancarlo Lehner, Tito L. Rizzo,
Antonino Zarcone, Ulla, Akerstrom, Dario
Fertilio, Giorgio Sangiorgi, Claudio Susmel. Mario Caligiuri, Gianpaolo
Romanato, Enrico Tiozzo e Luigi Pruneti su politica interna, estera, militare,
economia, Mezzogiorno, letteratura,cinematografia, Santa Sede, massoneria...
La saggistica ha sempre lasciato
in ombra la trama che spianò la strada all'ingresso dell'Italia in guerra: la
“marcia da Roma” di Giolitti, sotto minaccia di assassinio. L'ingresso in
guerra prevalse perché il governo riempì le piazze di folla chiassosa e ignara
(come poi accadde il 10 giugno 1940) e lasciò briglia sciolta a chi, come
Gabriele d'Annunzio, incitava ad ammazzare lo Statista quattro volte presidente
del Consiglio.
L'opera pubblica gli Atti del
Convegno internazionale del Centro Giolitti (Saluzzo-Cuneo, 24-25 settembre
2015), organizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di
Saluzzo. Essa utilizza anche i Verbali tuttora inediti del governo Salandra.
Mentre il governo si cullava
nell'illusione di un conflitto di poche settimane, Giolitti scriveva alla
moglie: “La guerra avrà lunga durata”.
La verità si fa strada, documenti
alla mano.
1915. Maggio radioso o colpo di
Stato?, a cura di Aldo A. Mola, Cuneo, Centro Stampa della Provincia, 2016, pp.
192, con l'egida del Centenario Prima Guerra Mondiale,2014-2018 e del Consiglio
Regionale del Piemonte
http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=7308
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