La rivista “Nuova Antologia“ compie
nel 2016 i centocinquant’anni dalla sua fondazione e bene hanno fatto le Poste a
ricordarlo con un francobollo, uscito il 31
gennaio, di modesta impostazione grafica, emesso in ottocentomila esemplari,
tiratura finalmente ridotta da
qualche tempo.
L’uscita di questo francobollo, induce
ad alcune necessarie riflessioni, sempre attuali, perché la polemica verso l’unità
d’Italia non accenna a finire, e anzi ha, particolarmente nel Mezzogiorno d’Italia
dei rigurgiti antistorici e delle nostalgie verso regimi nemici della cultura,
perché la vera cultura si nutre di libertà, quella cara a Benedetto Croce, di cui pure in questi giorni, sempre le
Poste, hanno ricordato la nascita, avvenuta anch’essa nel 1866.
Dunque la “Nuova Antologia” nasce,
o rinasce, se vogliamo farla discendere dalla “Antologia” del Vieusseux, a Firenze,
capitale del Regno, e si rivolge, proprio grazie alla raggiunta unità a tutti gli intellettuali
e ingegni italiani.
Non vi è distinzione tra settentrionali e meridionali, vi è
un costante scambio d’idee, quasi un processo di osmosi, per cui nel corso dei decenni vediamo collaboratori i
toscani Capponi e Carducci, l’irpino Francesco De Sanctis, il gran lombardo
Manzoni, e poi siciliani come Pirandello, sardi come la Deledda, e con loro il
fior fiore di storici, da Romeo a
Salvatorelli e poi De Felice, filosofi,
come appunto Croce ed anche Gentile, poeti, da Pascoli a Ungaretti e Saba, economisti,
tra cui Einaudi, giuristi, ed anche giornalisti, da poter far dire all’attuale
Presidente dell’omonima Fondazione, prof. Cosimo Beccuti, che: “….con loro storici dell’arte e
dei beni culturali, esperti del cinema, i protagonisti…del dibattito sui grandi
temi culturali, sociali ed economici, politici e istituzionali caratterizzanti il
divenire del nostro paese nella situazione europea…”.
Domenico Giglio
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