L'AZIONE POLITICO-PARLAMENTARE DEL PARTITO
NAZIONALE MONARCHICO
Parallelamente e
in conseguenza delle battaglie elettorali si svolgeva l'azione
politico-parlamentare del Partito Nazionale Monarchico.
Le linee
fondamentali dell'azione politica del Partito sono state fissate dal primo
Congresso Nazionale che, come abbiamo richiamato, si è svolto in Roma nel
dicembre 1949; e dal secondo Congresso Nazionale che si è svolto in Milano nel
dicembre del 1954, successivamente allo sciagurato abbandono con successivi
stillicidi.
La mozione
unificata approvata dal I Congresso è del seguente tenore: « Il primo Congresso
Nazionale del Partito Nazionale Monarchico, udita ed appropriata la relazione
del Segretario Generale del Partito, riafferma la protesta solenne che i
monarchici italiani - in quanto cittadini e democratici - elevano contro il
Referendum del 2 giugno 1946 e l'istanza fondamentale del ritorno all'istituto
monarchico, essenziale per la tradizione italiana del Risorgimento, per la
garanzia dell'equilibrio dei poteri dello Stato, per quello della libertà dei
cittadini e per la pacificazione morale della Nazione, e pertanto afferma che
il problema istituzionale è basilare per ragioni storiche, morali, costituzionali
e politiche che si connettono alle stesse possibilità della vita, dell'unità e
dell'indipendenza del Paese e dichiara:
Per la linea
politica del Partito:
1) nella politica interna: la necessità di
riaffermare l'autorità dello Stato ed il suo dovere di tutelare la libertà in
un regime di diritto nel quale organi statuali e cittadini soggiacciano tutti
del pari all'impero della legge democraticamente stabilita e garantita da una
magistratura indipendente da ogni altro potere dello Stato; riconoscendo la
particolare importanza che ha la tutela della libertà delle minoranze, le quali
soprattutto dalla libertà possono essere vincolate all'osservanza delle leggi
nella fiducia dell'avvicendamento democratico;
2) nella politica estera: la necessità di
una condotta politica fermamente indirizzata verso la revisione del Trattato di
pace nell'intento di tutelare, senza rinunce, ogni diritto italiano
nell'assoluta parità di dignità, di diritti, di doveri di tutte le potenze
unite nell'alleanza atlantica per la difesa comune della civiltà cristiana ed
occidentale, e di una particolare condotta politica intesa a garantire la
espansione e tutelare le condizioni onorevoli del lavoro italiano all'estero;
3) nella politica economica: la necessità
di un indirizzo che affidi la ricostruzione del Paese alle forze sane
dell'iniziativa privata, liberandone l'azione dalle pastoie di un dirigismo che
moltiplica il costo della ricostruzione stessa e ne scoraggia gli sviluppi; e
di una riforma tributaria che non sia vessatoria e quindi dannosa all'economia
nazionale;
4) nella politica sociale: la necessità
della più alta valutazione dei diritti morali e materiali di chiunque lavori,
fondando la collaborazione delle classi in un libero ordinamento sindacale
democraticamente e costituzionalmente articolato, il quale liberi le
organizzazioni sindacali dall'attuale loro soggezione ai partiti politici;
5) nella politica religiosa: la piena riaffermazione
delle convinzioni cattoliche del popolo italiano, nell'affermazione che Fede ed
Unità religiosa sono beni troppo alti perché possano servire a combinazioni
politiche;
6) nell'ordine morale della vita
nazionale: la esigenza di una pacificazione reale e totale che - nella
dimenticanza di ogni odio trascorso e nell'abrogazione per tutti di tutte le
leggi eccezionali e di ogni loro conseguenza penale ed amministrativa,
nonché nella resistenza ad ogni nuova suggestione di leggi eccezionali per
chiunque riconduca tra tutti gli italiani che amano soprattutto la Patria la
piena possibilità di operare insieme per la rinascita dell'Italia ».
I GIOVANI DEL PARTITO
Non certamente priva di interesse è anche,
ai fini dell'esame della traduzione in atto delle premesse ideali, politiche e
sociali del Partito Nazionale Monarchico, la riproduzione del testo della
Mozione approvata dal Congresso Nazionale Giovanile: « Il II Congresso
Nazionale del Movimento Giovanile del Partito Nazionale Monarchico riunito a
Napoli il 27, 28, 29 novembre 1954, constatato che dall'esame della situazione
politica italiana appare necessario iniziare un coraggioso processo di
chiarificazione al fine di determinare le altrui e le proprie responsabilità
storiche, richiama l'attenzione di tutti i cittadini ai loro doveri di
partecipazione totale alla vita dello Stato; indica nel Partito Nazionale
Monarchico, efficiente nel suo apparato e nei suoi quadri, lo strumento
politico più idoneo ad intraprendere quell'azione che il tempo storico
richiede, manifesta la necessità di intraprendere un'azione diretta a spezzare
ogni falso monopolio di democrazia, progresso e socialità ed a riformare un
malcostume che è morale e politico; addita alla Nazione la responsabilità di
una crisi che non è di società ma di metodo e di istituti e che ricade sui
partiti dell'attuale inorganica coalizione governativo – repubblicana, ritiene
che una progressiva azione destinata ad accogliere e risolvere il desiderio di
giustizia sociale del popolo, debba essere accompagnata da un'opera di
educazione politica e di recupero alla democrazia delle masse e nel contempo
debba dimostrare la propria intransigenza politica nei confronti di quelle
formazioni antinazionali e comuniste che speculano sulle necessità degli umili;
auspica un inserimento effettivo della Nazione italiana nella vita
internazionale in considerazione non solo della sua consistenza economica ma
anche della sua capacità di contribuire alla difesa del mondo e del valore
della civiltà occidentale; afferma la necessità della integrazione dei naturali
confini nazionali determinati per diritto storico e determinanti per la unità
morale e spirituale della Nazione ».
Ho voluto riprodurre anche nel suo testo
nobilmente ispirato, idealmente lucido anche se per qualche espressione...
grezza, la Mozione approvata in Napoli dopo la sciagurata secessione, per
onorare l'apporto delle giovani forze del Partito a consacrarne le ampie generose
visioni e per raffrontare ad esse quella che è stata l'azione
politico-parlamentare del P.N.M.
L'azione svolta dal Partito Nazionale
Monarchico nel Parlamento e nel Paese negli undici anni di sua vita ben può
riassumersi - secondo la felice espressione di A. D. Lo Faso - nella fedeltà al
carattere mediatore e moderatore dell'Istituto monarchico.
FEDELTA’ NELLA LEGALITA’
Da ciò ha origine il carattere
rigorosamente legalitario della battaglia monarchica, in tutte le Assemblee -
le amministrative e le politiche - dove il contributo delle competenze, come
dei voti, si è ispirato sempre all'interesse nazionale, non chiudendosi il
Partito Nazionale Monarchico in irose intransigenze, in cupe e cieche
negazioni, mai simulando, mai dissimulando, avvertendo - contro il girellismo -
le oneste elasticità della politica, nella sua significazione più alta e più
degna.
Contro le avventure, contro il
semplicismo, le facilonerie o le torbide insidie il Partito si è sempre
schierato né ha mai contrattato appoggi od operato e vendette in spirito
fazioso.
« Noi - così ebbe ad esprimersi l'ori.
Covelli nella sua relazione di Segretario del Partito nel Decennale della
formazione del Partito - ci siamo sempre comportati, fin dalle prime mosse da
noi compiute come partito politico, in modo -da non costituire il minimo
ostacolo per la formazione della più larga unità anticomunista, di
ricostruzione nazionale e di progresso sociale, per il conseguimento di tutte
quelle che potevano essere le più ragionevoli e legittime aspirazioni di una
politica di centro ». E proprio nel 1956 l'on.le Covelli in un discorso che ben
può considerarsi fondamentale - a spiegare il prima e ad illuminare il poi - si
esprimeva così: «Non c'è stato campo sul quale non siamo stati pronti ad andare
incontro alla Democrazia Cristiana... Noi non possiamo fare a meno di confidare
nella democrazia e negli elettori... Queste non sono da parte nostra delle
dichiarazioni demagogiche. Se non credessimo nella democrazia e negli elettori
non saremmo monarchici. Come potremmo spiegarci altrimenti la Monarchia Costituzionale?
Come potremmo esaltare e difendere l'operato di Vittorio Emanuele III e di
Umberto II? ».
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