NON VI E' DUBBIO CHE UNA NAZIONE PASSATA DA UN REGIME MONARCHICO AD UN REGIME REPUBBLICANO SIA UNA NAZIONE «DECLASSATA», E CIÒ NON PUÒ NON ESSERE AVVERTITO DA CHIUNQUE ABBIA UNA SENSIBILITÀ PER VALORI I QUALI, PER ESSERE SOTTILI E IMMATERIALI, NON PER QUESTO SONO MENO REALI.

venerdì 16 giugno 2017

Intervista all'Ambasciatore Camillo Zuccoli


Esce oggi in Bulgaria, in occasione dell'80° genetliaco di Re Simeone II un film documentario a lui dedicato.
Nel Film vi sono interviste a personalità bulgare ed europee.
Pubblichiamo il testo di quella all'Amb. Camillo Zuccoli, dal 2007 Ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Bulgaria.


Eccellenza, Signor Ambasciatore, quali ricordi conserva dei giorni, nel 1996, del rientro di Sua Maestà il Re Simeone II in Patria?

La ringrazio di essere venuto nella mia Ambasciata per questa intervista e, anzitutto, desidero dirle il mio apprezzamento per il film che avete realizzato lo scorso anno su Re Ferdinando, che ho visto con grande interesse perché racconta la vita e l’opera di Re Ferdinando in termini di verità e di giustizia, e per questo le rinnovo i miei complimenti.
Sono italiano - gli Ambasciatori dell’Ordine di Malta appartengono a tante nazionalità -  ed io, la mia famiglia così come milioni di italiani, siamo legati da affetto e devozione alla nostra Famiglia Reale, a Casa Savoia.

Ecco i motivi dei miei sentimenti per la Regina Giovanna, sorella del nostro Re Umberto e mamma di Re Simeone.

Una figura molto amata in Italia negli anni trascorsi prima del matrimonio con Re Boris e poi, purtroppo, nel lungo esilio quando tante volte tornava tra noi.

Queste sono state le ragioni affettive che mi hanno portato a Sofia il 24 maggio 1996 per essere presente al ritorno – dopo 49 anni e 10 mesi – di Re Simeone II.

Una esperienza emotivamente molto forte e indimenticabile.

Non immaginavo cosa stesse per accadere, non conoscevo la situazione bulgara come potrei dire di conoscerla oggi dopo tanti anni che sono Ambasciatore. Quello che accadde, che tutti i bulgari ricordano perfettamente, fu un evento di portata storica: il Re ritornava nella sua Patria alla quale aveva dedicato ogni giorno della sua vita nei 50 anni di esilio.

Mi trovai in mezzo ad una immensa folla, una manifestazione spontanea di Popolo che, in festa, dava il bentornato al suo Re.

Quello che vidi, che tutti videro, fu riportato con molto rilievo dai giornali il giorno dopo; ricordo un grande articolo sul "Corriere della Sera" del celebre giornalista italiano Indro Montanelli; ma tutta la stampa internazionale, da "Le Monde" a tanti altri, diede risalto a quel ritorno del Re.

Quel giorno camminai per ore in mezzo ai bulgari che lo acclamavano e, dentro di me, pensavo a cosa il Re, con accanto la Regina Margherita, stesse vivendo nel suo cuore, nel suo animo.

Credo che, nel XX Secolo, sia stato un evento quasi unico, insieme alle calorose accoglienze, in Romania, quando tornò Re Michele.

          Le ho detto i motivi della mia presenza allora e quali sono i miei ricordi oggi.

I motivi di un italiano che, legato alla propria Dinastia, per questi sentimenti, per questo affetto ha voluto essere presente e condividere con i bulgari quel giorno storico quando è stata ricucita una ferita non provocata dalla libera volontà del Popolo bulgaro ma generata dalla violenza, dalla forza imposta da armi straniere e, poi, da un regime che è durato 45 anni i cui risultati sono evidenti a tutti, in Bulgaria e negli altri Paesi sottomessi.

Sappiamo della lunga tradizione di relazioni tra l’Ordine di Malta e la nostra Famiglia Reale. Che cosa ci può dire di queste relazioni e in cosa consistevano?

Come lei sa, l’Ordine di Malta ha quasi mille anni - nel 2048 saranno mille anni dalla fondazione - e nella sua storia vi sono sempre stati, tra i suoi protagonisti e i suoi membri, Sovrani e Principi delle Case Reali cristiane d’Europa.

Sia in Italia sia in altri Paesi europei, i Sovrani sono stati membri dell’Ordine di Malta per una ragione molto semplice: l’Ordine di Malta ha una missione umanitaria, di carattere ospedaliero, sociale, assistenziale, e Principi e Re hanno avuto sempre una sensibilità molto particolare, come cristiani, come cattolici e come Principi, verso i temi umanitari e sociali.

Per queste ragioni, in Italia e negli altri Paesi  europei, sono sempre stati membri attivi dell’Ordine e, con il loro prestigio e il loro impegno, hanno dato un forte impulso alle attività dell’Ordine.

In Bulgaria è avvenuta la stessa cosa nel senso che Re Ferdinando, il costruttore della Bulgaria moderna - dico così perché basta girare per le Città bulgare e guardare i bei palazzi e giardini...tutti portano il pensiero a Re Ferdinando -  era un membro dell’Ordine come la Regina Giovanna che era anche Terziaria Francescana perché legata a San Francesco d'Assisi, la Città dove sposò il Re Boris.

Dunque è una tradizione che unisce le Case Reali cristiane all’Ordine di Malta e questa tradizione si rinnova continuamente: nel 2006, quando il nostro compianto Gran Maestro Frà Andrew Bertie venne in visita di Stato a Sofia, Re Simeone entrò nell’Ordine di Malta con il più alto rango riservato ai Sovrani e ai Capi delle Case Reali cristiane.

Nell’Ordine vi sono anche la Regina Margherita e i Principi Kubrat e Kostantin e, dunque, nelle generazioni si tramanda questa bella tradizione di essere membri attivi dell’Ordine di Malta perché si condividono le sue finalità, cioè aiutare chi ha bisogno che è la radice della nostra missione da mille anni.

Noi siamo cristiani ma siamo, ovviamente, aperti a tutte le esigenze umanitarie che ci sono nel Mondo senza mai domandare, a chi possiamo aiutare, di che fede è, di che idea politica è, di che condizione economica è.

La nostra mano è tesa, senza distinzioni, a tutti coloro che hanno bisogno.

L’aiuto e il sostegno dei Sovrani e dei Principi sono importanti perché incoraggiano e danno un impulso ulteriore alle nostre attività.

Il 1 gennaio 2007 la Bulgaria è stata accolta come membro con tutti i diritti nell’Unione Europea. Che cosa è successo prima di questo atto importante per l’Europa e per la Bulgaria?

Le dirò non la mia opinione personale ma l’opinione condivisa dagli osservatori della politica bulgara a livello nazionale e internazionale.

La Bulgaria ha un passato glorioso, tra i più antichi e importanti d’Europa se pensiamo che 1200 anni orsono era già un Regno che accreditava Ambasciatori all’estero quando quasi tutti gli Stati attuali non esistevano; quindi la storia bulgara è qualche cosa di veramente molto significativo nella vita dell’Europa.

Ma all’Europa di oggi, alla famiglia dei popoli europei, mancava un elemento fondamentale: la Bulgaria.

Quello che ha fatto Re Simeone, quando è stato eletto Primo Ministro, è riconosciuto da tutti: con la sua autorevolezza, con l'esempio di una vita intera dedicata al servizio del suo Paese e del Popolo bulgaro, ha aperto alla Bulgaria le porte dell’Europa.

Non voglio avventurarmi ad immaginare la situazione e i suoi sviluppi, con gli eventi che abbiamo vissuto in questi dieci anni, se non ci fosse stato lui.

I fatti sono che, grazie al suo impegno e alla sua credibilità internazionale, le porte dei Paesi europei si sono spalancate.

Tecnicamente la Bulgaria aveva problemi non ancora risolti ma a volte, come abbiamo visto in altre occasioni della storia europea, ad esempio la riunificazione tedesca,  i problemi devono essere superati con il coraggio e con la volontà di gettare – come si dice – il cuore oltre l’ostacolo.

Questo è stato possibile alla Bulgaria -  e anche alla Romania, che, come noto, era legata al "destino" della Bulgaria - perché gli impegni, i propositi e le assicurazioni di Simeone Primo Ministro, in tutte le capitali europee, hanno avuto un peso decisivo.

Fa piacere constatare che questo viene riconosciuto: a gennaio ho assistito, qui a Sofia, ad una celebrazione per i 10 anni dell’ingresso della Bulgaria nella Unione Europea e sono stato contento di ascoltare dal Presidente Plevneliev – allora era ancora in carica –  davanti ad una platea di ambasciatori, ministri, parlamentari, giornalisti, dire queste parole:  “Maestà, la Bulgaria le deve l'ingresso nell’Unione Europea”.

E il Re, con la generosità e la sensibilità che tutti conosciamo,  ha risposto : “È stato un lavoro di squadra”.

È certamente vero, ma nelle Capitali europee il valore aggiunto del suo prestigio e della sua credibilità ha consentito di fare un salto di qualità e di superare i problemi esistenti con una decisione politica che è stata molto importante e molto positiva,  per la Bulgaria e per l’Europa.

Cosa sarebbe avvenuto, con la lunga crisi economica e sociale di questi anni che ha colpito quasi tutti i Paesi, se la Bulgaria non fosse entrata nell’Unione?

Con i “se”  non si fa la storia; contano i fatti e i fatti sono questi: il 25 aprile 2005 Re Simeone ha firmato l’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea, il 1° gennaio 2007 esso si è realizzato e porta un solo nome, quello di Simeone II.

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